ludovica83

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Scusa Ludovica,

ma non avevano portato la deducibilità IRPEF prima al 27 e poi al 20% per i professionisti (e mi pare anche per i lavoratori autonomi)? mi sono perso qualcosa?
Depenna il contenuto di quell'articolo, Intrage ha sempre dato buoni contenuti user-frieandly, quello non è certamente aggiornato al 2014.

Parli della legge di stabilità del 2013... la quota di deducibilità delle spese e degli altri componenti negativi relativi alle autovetture, agli autocaravan, ai ciclomotori ed ai motocicli, che non sono esclusivamente strumentali per l’esercizio dell’attività propria dell’impresa o che non sono adibiti ad uso pubblico. Nello specifico, all’interno dell’art. 164, comma 1, lettera b), del TUIR, come modificato dall'articolo 4, comma 72, della legge 28 giugno 2012, n. 92 (legge di riforma del mercato del lavoro) le parole “nella misura del 27,5 per cento” sono sostituite dalle seguenti “nella misura del 20 per cento”.

In buona sostanza, quindi, a decorrere dal 1 gennaio 2013 , per i veicoli delle imprese e per i professionisti si ridurrà la deduzione fiscale delle spese riconducibili ai veicoli aziendali (carburanti, bollo, assicurazione e spese di manutenzione): deduzione che passerà dall’attuale 40% (percentuale che troverà ancora applicazione per l’ultima volta alle spese sostenute nel 2012 e

quindi a valere su UNICO 2013) al 20% . Il restante 80% di spese indeducibili andrà, quindi, recuperato a tassazione e concorrerà nella determinazione del reddito imponibile. Nulla cambia, invece, per i veicoli assegnati in uso promiscuo ai dipendenti per la maggior parte del periodo d’imposta. Infatti, per tale tipologia di veicoli, la legge di stabilità non prevede ulteriori restrizioni rispetto a quelle già operate dalla riforma Fornero: dal periodo d’imposta 2013, i datori di lavoro potranno dedurre il 70% delle spese e dei costi sostenuti, in luogo dell’attuale 90%.


fonte: http://www.fisco7.it/2014/03/costi-deducibili-le-auto/
(spero di riportare giuste le tabelle)

Analizziamo in forma schematica la deducibilità dei costi auto, i cui limiti sono stati modificati dalla Legge di Stabilità per il 2013, sia ai fini delle imposte dirette sia ai fini IVA.

Sono definiti “costi” gli importi che il contribuente (persona fisica o giuridica) sottrae dal proprio reddito per ridurre la base imponibile ai fini dell’imposizione diretta. Generalmente, ai fini della deducibilità dei costi di esercizio o dei componenti negativi di reddito, essi devono attenersi ai principi di competenza, di oggettiva certezza e determinabilità e di inerenza. Quest’ultimo principio, considerato requisito indispensabile ai fini della deducibilità, deve essere strettamente correlato tra costi e ricavi dell’esercizio: i componenti negativi di reddito, infatti, divengono deducibili solo se diretti al conseguimento di componenti positivi di reddito.

Ai fini delle imposte dirette, la normativa di riferimento per la deducibilità dei costi auto è contenuta nell’art.164 del TUIR che ne detta la classificazione e i limiti:
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La deducibilitàcitata ha effetto sulle seguenti fattispecie di costi:

  • ammortamento del costo d’acquisto
  • canoni di leasing
  • spese di locazione e di noleggio
  • carburante e lubrificanti
  • assicurazione
  • spese di manutenzione e riparazione
  • spese di custodia (parcheggio).
La tassazione in capo al dipendente
L’uso promiscuo del veicolo origina il cosiddetto fringe benefit, cioè una retribuzione in natura da valorizzare opportunamente e sottoporre a tassazione in capo al dipendente o amministratore che ne beneficia.
In base a quanto previsto dall’art. 51, c.4, lett. a) del TUIR, il valore imponibile è determinato assumendo una misura percentuale dell’importo corrispondente ad una percorrenza convenzionale annua di 15000 km, calcolato sulla base del costo km stabilito dalle tabelle ACI, al netto di quanto eventualmente trattenuto al dipendente.
Il fringe benefit imponibileè pertanto uguale al 30% [costo km tabella ACI x 15000 km] – importo trattenuto al dipendente.

Prassi

Circolare 12/E/2008 – i limiti di deducibilità non si applicano sul costo deducibile preso a base per determinare l’ammontare degli ammortamenti stanziabili per l’intera vita utile del bene, ma, al contrario, essi devono essere applicati esercizio per esercizio sulle singole quote di ammortamento dei beni.

Risoluzione 179/E/2001 – la deducibilità dell’ammortamento e delle spese di impiego per autovettura uso ufficio è integrale solo se il veicolo è effettivamente utilizzato come “ufficio mobile” nell’ambito del ciclo produttivo dell’impresa.

Circolare 47/E/2008 – gli interessi passivi sui finanziamenti per acquisti di automezzi sono assoggettati alle disposizioni dell’art.164 del TUIR.

Circolare 48/E1998 – i promotori finanziari e gli agenti di assicurazione sono equiparati agli agenti erappresentanti di commercio.

Risoluzione 59/E/2007 – i veicoli utilizzati esclusivamente dall’impresa per l’attività di vendita non possono essere considerati beni strumentali.

Risoluzione 190/E/2007 – i veicoli utilizzati nell’esercizio dell’attività di guardia medica non sono considerati beni strumentali.

Circolare 7/E/2008 – i contribuenti minimi, in virtù del regime di cassa, deducono il 50% dell’intero costo sostenuto nell’anno, indipendentemente dall’attività esercitata. La precisazione, seppur riferita al “vecchio” regime dei minimi, mantiene validità per il “nuovo” “regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità” previsto dal D.L. 98/2011.

Ai fini IVA, la detraibilità dell’imposta è dettata dall’art. 19-bis1 del DPR 633/72:
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Vi posto anche questa guida per il leasing.
Per i calcoli e differenze
http://www.studioassociatovinciarelli.it/scarica.php?id=83

più o meno conosco come funziona. Chi è fuori invece no, crede che la libera professione o comunque partita IVA siano il bengodi. Che praticamente la macchina te la porti via gratis, come il telefono, il PC e tutto il resto. Non paghi praticamente tasse ed evade quelle poche che invece dovresti pagare. Non è a me che devi spiegare queste cose, ma a chi lavora da dipendente prendendo 40.000 euro all'anno lordi e ti guarda storto e con invidia perché tu ne fatturi 80.000. In realtà non guadagni molto più di lui, forse meno se hai molte spese, Ma gli sembri miliardario e pure sospetto


No infatti, non è il bengodi visto che ora chi sta a partita IVA non viene pagato + come prima ma.... le deduzioni sono anche diminuite forse perché:
a) schede carburanti... in media su 8 timbri 2 erano veri...
b) macchine intestate all'azienda... Ah si? Beh il titolare non ha macchina... e come si sposta sempre? Con la macchina dell'azienda e quando non può chi paga il taxi? L'azienda...
c) prima erano i portatili adesso sono ipad, iphone, comprati dall'azienda e regalati... e risultano sempre in azienda...
d) spese viaggi... contabilizzate come spese inerenti a lavori e progetti anche quando sono vacanze...
e) il magazzino (per chi ce l'ha)... quantitativi di merce che non ci sono... d'altronde è anche una voce utilizzata per contenere le perdite no?

Le voci di spesa CONTINUANO ad essere le voci di maggior controllo ancora prima della voce fatturato.

Il dipendente con un reddito lordo di 40.000€ se vuoi posto buste paghe/cud/730 dei vari livelli... il livello subito sotto il quadro (non gli operai)... il reddito Lordo dichiarato nei 730 è dai 20.000€ ai 25.000€... (con almeno 13 anni di esperienza...)
I bonus sono semmai 100€ di buoni pasto mese. E una tantum come premio produzione 500€ in buoni? ma non stanno riportati in busta paga... pertanto se non così erogato, non c'è alcun bonus.. Quando va bene aumentano il superminimo che PERO' viene poi assorbito nel caso di aumenti contrattuali.
Ma basta vedere le offerte di lavoro per dipendenti per capire...

Se conosci aziende che permettono di scrivere ai dipendenti nella casella del 730 reddito lordo dipendenti o assimilati... 40.000€... cioè come dire.... DA SOGNO... posta i riferimenti...
Ma anche a meno... qualsiasi sopra i 25.000€... ma c'è il pienone!

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Infine faccio una domanda per tutti... ma perché chi ha casa, non ha mutuo e redditi da lavoro non dipendente, si lamenta? Per gli 80€? E perché casualmente la casa ce l'ha nuovamente chi non ha redditi da dipendente?
Ma non è + povero del dipendente in quanto vessato da tutte le imposte?

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Perché nessuno si lamenta ad esempio del fatto che per tagliare l'Irap alle aziende c'è nuovamente un aumento sulle rendite finanziare? Dal 20% si passa a luglio al 26%? Pensate sia giusto?
http://www.ilgiornale.it/news/inter...tagli-spesa-e-80-euro-busta-paga-1008632.html
 

Allegati

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cafelab

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Nessuno si lamenta per gli 80€ in più al mese, quello che non va bene è che ci siano lavoratori che lo stato tutela, e quelli che invece:

chi sta a partita IVA non viene pagato + come prima ma.... le deduzioni sono anche diminuite forse perché:
a) schede carburanti... in media su 8 timbri 2 erano veri...

A cui è stato fatto un processo sommario, con prove che si basano su sentito dire, discorsi da bar e alcune (o anche tante) mele marce.

Guarda come ci pensa lo stato a noi
Fondi europei ai professionisti, in Italia si rischia l’esclusione
 

andrea b

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Guarda che la realtà è varia... Io la busta paga da 2000 Euro netti la vedo e l'ho vista, che per 12 fa 24.000, più tredicesima e forse quattordicesima, siamo diciamo a 27.000, più parte variabile, diciamo mediamente a 30.000. Se non ricordo male è da contratto 38 + 2-3 lordi.
Io, partita IVA, buon lavoro, relativamente poche spese (prevalentemente carburante e auto, pochissimo di materiali e strumentazioni), che fatturo senza IVA (e quindi non la recupero da nessuna parte) per portare a casa 40.000 ne devo fatturare 85.000. Non mi sto lamentando, ci mancherebbe, sono ben contento così, visto l'andazzo generale. Semplicemente fra 30 e 40 netti sono circa 10 di differenza, fra 40 e 85 lordi, beh, a te i calcoli, che a me vengono poco e male...
 

ludovica83

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prove che si basano su sentito dire
Ti do pienamente ragione infatti anche la Cassazione, che non aveva niente da fare... e mentre era al Bar di Immobilio... tra una nocciolina e l'altra... invece di farsi i cavolacci suoi... ha pensato di mettere il becco anche li...


fonte: http://www.professionisti.it/fronte...ranti-false-integra-il-reato-di-frode-fiscale

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La disciplina della scheda carburante, contenuta nell'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica n.444/1997, pone a carico dello stesso contribuente l'onere di riportare nella stessa gli elementi identificativi specificamente richiesti dalla norma per poter poi operare legittimamente la detrazione sia del costo ai fini della determinazione del reddito d'impresa che dell'IVA corrisposta al fornitore, secondo la percentuale di volta in volta applicabile in base ai requisiti soggettivi del contribuente.
L'incompleta indicazione dei predetti elementi rende, di fatto, irregolare la scheda carburante e in quanto tale indetraibile sia il relativo costo ai fini delle imposte sul reddito che l'IVA corrisposta. La questione si complica quando il Fisco sostiene che la scheda carburante non è solo irregolare e/o incompleta ma anche e soprattutto falsa, sia sotto il profilo ideologico, perchè recante elementi non rispondenti al vero, che materiale, perchè contraffatta e/o alterata.
Sul punto la Suprema Corte di Cassazione, avendo sempre riconosciuto alla scheda carburante il valore di documento sostitutivo della fattura, ha costantemente affermato che l'uso di schede carburanti emesse a fronte di operazioni in tutto o in parte inesistenti integra la fattispecie di frode fiscale prevista dall'articolo 2 del decreto legislativo n.74/2000 e cioè di dichiarazione fraudolenta mediante fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (ex multis, Cassazione n. 912 del 13.01.2012 e n. 10987 del 21.03.2012) e non di dichiarazione infedele prevista dal successivo articolo 4: tale precisazione è importante perché solo per quest’ultimo tipo di reato sono previste delle specifiche soglie di punibilità.
E' evidente che la registrazione nella contabilità di schede carburanti non formate secondo le disposizioni di legge e cioè solo irregolari ma non anche false, non è sufficiente a integrare lo stesso il predetto caso di reato fiscale: infatti, la mera irregolarità e/o incompletezza dei dati richiesti dal citato articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica n.444/1997, ove le operazioni siano reali ed effettive, è sicuramente sanzionabile in sede amministrativa ma non può integrare la fattispecie di reato prevista dall'articolo 2 del decreto legislativo n. 74/2000 per carenza dei presupposti ivi richiesti, fra cui, in primis, il dolo specifico.
Sicuramente le ultime modifiche apportate al diritto penale tributario e in particolare l'abolizione dell'ipotesi attenuata di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti falsi, impone un uso molto attento delle schede carburanti: in pratica anche l'indicazione di un solo rifor-nimento mai effettuato per un ammontare di pochi euro è sufficiente per integrare la fattispecie di reato predetta, con conseguente possibile applicazione della pena edittale ivi prevista.
Ma vi è di più: la contestazione dell'inesistenza totale e/o parziale di una operazione registrata, per costante giurisprudenza della Suprema Corte, comporta anche l'inversione dell'onere della prova; in tal caso, quindi, viene posto a carico del contribuente e non più dell'Erario l'onere di dimostrare l'esistenza dei presupposti richiesti per legittimamente operare la detrazione di quell'operazione.
E' di solare evidenza che il contribuente viene così posto in una situazione fortemente problematica a causa delle oggettive difficoltà correlate alla ricerca di una prova piena e inconfutabile dell'effettiva esistenza dell'operazione contestata: anzi, poiché la contestazione è quasi sempre riferita ad annualità d'imposta pregresse, essendo la maggior parte dei controlli fiscali effettuati a posteriori, siamo sicuramente in presenza di una probatio diabolica, con tutte le conseguenze negative del caso.
Alla luce dell’odierno quadro normativo sia tributario che penale è auspicabile, quindi, che i contri-buenti adottino rigorosi e precisi criteri di formazione e utilizzo delle schede carburanti, nel pieno rispetto delle formalità richieste dal citato articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 444/1997, onde evitare pesanti sanzioni sia economiche che personali.
Avv. Domenico De Sciscio

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L'unica certezza che si ha è che i provvedimenti che si prendono oggi non sono certo dovuti all'oggi ma alla sommatoria di tutto lo storico... Quindi si è diventati accorti con chi già sta male di suo... mentre lo si doveva essere gli anni addietro...
Noi stiamo pagando decisioni e modalità sbagliate del passato... ad esempio... i pensionati dopo 15 anni? Un'altra geniata....
E perché lo statale va in pensione ancora oggi con 35 anni? Ma non ambiscono tutti a quel posto per via della tranquillità?
E allora se sta tranquillo... va dopo no?

E per il link postato sulla mancanza di invito dei rappresentanti... ma è chiaro... gli 80€ servono per far star buoni una categoria (arriveranno? mi auguro che non sia solo un polverone e che quei soldi non arrivano manco in tasca alle persone ma vanno da qualche altra parte in qualche fondo... in qualche progetto... magari qualche ponte sullo stretto... new release...) il resto?

Anche Armani finisce nelle maglie del Fisco (e versa un assegno da 270 milioni)

http://www.ilsole24ore.com/art/norm...i-accordo-il-fisco-110719.shtml?uuid=AB9z09BB

Anche Giorgio Armani finisce nelle fitte maglie del Fisco. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, lo stilista ha versato mercoledì all'amministrazione finanziaria un assegno di ben 270 milioni di euro. Il motivo? La transazione effettuata nel corso di una verifica della Guardia di Finanza su tre società estere facenti parte del gruppo sui periodi d'imposta fra il 2002 e il 2009.

In pratica, Armani - che controlla il 100% del gruppo da lui fondato quasi 40 anni fa, ma che da anni si affida per la gestione finanziaria e fiscale a un team manageriale - aveva costituito all'inizio degli anni Duemila una serie di società operative localizzate in diverse parti del mondo, così come hanno fatto altre aziende della moda e del lusso ad alto tasso di internazionalizzazione. Le società erano effettivamente operative, dotate di risorse e organici robusti, con l'obiettivo di cogliere le opportunità di mercato e il conseguente sviluppo.
Preliminarmente alla costituzione delle società, peraltro, la Giorgio Armani aveva attivato una procedura di interpello delle autorità fiscali nazionali, in un'ottica di trasparenza, al fine di ricevere una sorta di "approvazione" ex ante.
Nel 2009, con l'insediamento ai vertici del nuovo top management, tuttora in carica, la Armani ha cambiato strategia, preferendo concentrare in Italia la direzione strategica e il domicilio fiscale. A seguito di diverse acquisizioni, che miravano a integrare ulteriormente la filiera industriale e distributiva, è stato infatti semplificato il numero delle società, anche per rafforzare l'efficienza del gruppo, uno dei più importanti in Italia a livello dimensionale nel settore, in rampa di lancio per celebrare il quarantennale sui mercati internazionali.

Spulciando nella relazione al bilancio 2009 (si veda la scheda accanto), si scopre infatti che, in quell'anno, la Giorgio Armani Spa, nell'ambito della riorganizzazione del gruppo attuata dal nuovo management, incorporò una società controllata con sede in Svizzera (GA Modefine S.A.) che gestiva la commercializzazione estera dei prodotti del gruppo, trasferendone con ciò il domicilio fiscale e la tassazione del reddito nel nostro Paese. Nella Confederazione elvetica fu mantenuta una sede secondaria operativa a Mendrisio che, come risulta dal bilancio 2012, ultimo disponibile, risulta tuttora attiva.
Come mai, allora, è partita la verifica? Negli ultimi tempi, la nozione di residenza fiscale societaria è nel mirino delle Fiamme gialle e dell'agenzia delle Entrate e non è escluso che, grazie all'interpello preventivo di inizio Duemila, lo stilista di via Borgonuovo si sia in un certo senso cautelato rispetto ad ancora più pesanti richieste da parte dello Stato. Sembra, infatti, che nel quartier generale dello stilista siano stati apprezzati correttezza e preparazione della controparte, pur nelle ovvie differenze di opinione emerse nel corso della negoziazione.
Che il Gruppo si sentisse al riparo da un simile rischio fiscale è ben evidenziato negli ultimi bilanci: fino ai conti dell'esercizio 2012 (l'ultimo dato disponibile) sono inseriti soltanto «prudenti stanziamenti a fronte di rischi di natura fiscale». Per inciso, nel 2012 il gruppo ha pagato un'aliquota fiscale effettiva del 44,8% rispetto al 38,5% dell'anno precedente e del 28,5% nel 2010. Con questo accordo, che prevede come atto dovuto la segnalazione all'autorità giudiziaria, si chiude ogni contestazione fiscale sulle società estere del gruppo Armani.

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Armani fa un accordo... e tutti gli altri? Non pensiamo agli altri? Beh si...
Ecco cosa si fa per tutti...

Pagamenti in ritardo, ecco gli aumenti per i contribuenti
A ogni ritardato adempimento fiscale corrisponde una sanzione proporzionata al periodo della dimenticanza. È questo lo scenario che occorre considerare nel momento in cui, più o meno involontariamente, si "salta" una scadenza anche di un solo giorno...

.... non diciamo che lo stato non ci degna della giusta attenzione...
 

ludovica83

Membro Vintage
Privato Cittadino
Strano, che nessuno mi conferma queste cifre per i dipendenti…
A questo punto devo pensare che i dipendenti prima di fare la dichiarazione, cambiano i numeri…

Fisso + parte variabile… fammi pensare è un commerciale! E si… tipo un AI a fisso + provvigioni… beh ora si che ci siamo…
Non un classico impiegato contabile o un operaio… quindi siamo fuori gli 80€.. (ripetutamente citati in questo 3d…).

Per quanto riguarda i conti… hai dimenticato che in un’altro 3d hai parlato di …deduzione al 50% dei costi dell’abitazione per uso promiscuo… (ricordiamolo anche agli altri che non possono… se non si sentono adeguatamente esclusi…)
così dicono...

“deduzione al 50% dei costi dell’abitazione per uso promiscuo
...
includendo utenze telefoniche, internet, luce, acqua, gas, spese condominiali, spese per le pulizie, spese di ristrutturazione ordinaria e straordinaria e se in locazione quelle straordinarie sono a carico del proprietario in realtà, (salvo diversa pattuizione tra le parti).
I mobili e gli arredi, librerie, attaccapanni, scrivanie sedie e poltrone, nonché divani per la stanza di ricevimento sono deducibili dal reddito imponibile secondo un criterio di cassa qualora impiegati nell’esercizio della vostra attività professionale.
Dalle dotazioni immobiliari e mobiliari passiamo alla detrazione delle dotazioni informatiche come PC, dei Monitor, tablet, smartphone, cabinet, software utilizzati per l’attività professionale o anche per la gestione amministrativa e contabile della stessa, le attrezzature minute e le componenti sostituite a seguito di interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria. Sono compresi anche eventuali palmari, telefoni e blackberry, compresi anche i costi a questi connessi…”

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Strano avevo capito che anche per questo motivo (DI RISPARMIO ) non compravi… ora è scomparso o meglio dire nemmeno citato... misteri dei 3d....

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Cmq io leggo dal sole 24 ore, repubblica, Mef etc... (tutti sbagliano...)

http://www.ilsole24ore.com/art/econ...dio-netto-italiani-185623.shtml?uuid=Aa94JSbD

Lo stipendio medio netto degli italiani non supera i 1300 euro, ai neoassunti solo 900

Lo stipendio netto di un italiano in media non supera i 1.300 euro mensili, una cifra che nasconde, però, la forte differenza che c'è tra uomini e donne, con le lavoratrici che hanno retribuzioni più basse del 20%. Ancora peggio va per gli stranieri, che ricevono una busta paga sotto i mille euro. I giovani, invece, scontano il fatto di essere neo-assunti e nei primi due anni di lavoro il salario medio è di appena 900 euro.

È questa la fotografia scattata dall'Istat sulle retribuzioni nette mensili per dipendente nel 2010. Nel Rapporto annuale sulla situazione del Paese, l'Istituto calcola, infatti, che lo stipendio medio di un cittadino italiano è di 1.286 euro, frutto di una ricompensa di 1.407 euro per i lavoratori e di 1.131 euro per le lavoratrici; in altre parole le donne sono pagate un quarto in meno. Sugli stranieri la riduzione è ancora più forte, visto che la busta paga si ferma a 973 euro (-24%). A riguardo l'Istat spiega che «in confronto al 2009, lo svantaggio degli stranieri è divenuto ancora più ampio». Oltre al genere e al passaporto, un'altra differenza sul peso delle retribuzioni la fanno gli anni di lavoro: all'inizio della carriera si parte sotto i 900 euro superando la soglia dei mille solo dopo 3-5 anni di servizio e il tetto dei 1.300 compiuti i 20 anni di attività.



ARTICOLI CORRELATI

D'altra parte, emerge sempre dal rapporto annuale dell'Istat, la spesa che lo stato italiano indirizza agli aiuti al reddito è inferiore rispetto alle quote sborsate nel resto d'Europa. Nel volume si legge, infatti, che «l'Italia si colloca all'ultimo posto tra i paesi Ue per le risorse destinate al sostegno del reddito, alle misure di contrasto della povertà o alle prestazioni in natura a favore di persone a rischio di esclusione sociale».

Stando a dati del 2008, sottolinea l'Istat, «la maggior parte delle risorse sono assorbite da trasferimenti monetari di tipo pensionistico, mentre quote molto residuali e inferiori alla media Ue vengono destinate alle funzioni dedicate - appunto - al sostegno delle famiglie, alla disoccupazione e al contrasto delle condizioni di povertà ed esclusione sociale». Più in particolare, le uscite per protezione sociale sono assorbite per il 51,3% dalla voce "vecchiaia", mentre solo il 4,7% va alla famiglia, ancora minore è la fetta dedicata ai disoccupati (1,9%). (Ansa)

http://www.ilfattoquotidiano.it/201...-frenano-stipendi-in-calo-posti-fissi/827994/

Crisi, Istat: “Il 15,8% degli italiani è povero. Frenano stipendi, in calo posti fissi”
Il valore è ai massimi dal 1997, anno di inizio della serie storica. La disoccupazione giovanile è cresciuta del 14% dall'inizio della crisi, mentre i salari aumentano di soli 4 euro in un anno e diminuiscono i contratti a tempo indeterminato. Quasi un pensionato su due vive con meno di mille euro

http://www.repubblica.it/economia/2...i_contribuenti_un_quarto_del_totale-81947830/

Fisco, il reddito medio a 19.750 euro.
Al 5% dei contribuenti un quarto del totale

Il netto scende a 14.870 euro. Il 90 per cento degli italiani dichiara un reddito fino a 35.819 euro. Il 5% dei paperoni dichiara più della metà dei contribuenti. La Lombardia è la regione con i redditi, in coda la Calabria. I lavoratori autonomi hanno gli assegni più pesanti, per i dipendenti meno degli imprenditori. Case all'estero per 23 miliardi, attività finanziarie per 28...

L'analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (23.320 euro), seguita dal Lazio (22.100 euro), mentre la Calabria ha il reddito medio più basso con 14.170 euro; "nel 2012 il reddito medio nelle regioni del centro cresce meno della media nazionale", annota ancora il Mef.

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Ma perché, le cifre non tornano?
Facciamo un'aggiustatina per stare in tema con il 3D? Ok le raddoppiamo?
Per tutto il resto io direi di Negare per sicurezza... sono cose che non esistono.
Mi chiedo ma per rielaborare i dati con certe realtà ci vuole + o - di 80 euro?
 

andrea b

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Pensa meno...non è un commerciale. È un impiegato, ma c'è l'impiegato da 1000 euro come quello da 2000, anche se più raro oggi. Il variabile è una specie di premio produzione. Parliamo di 2 o 3 mila euro su un fisso di 38 circa. Non le definirei provvigioni.
Quanto al non comprare, ma andare in affitto è proprio per sfruttare al meglio le risorse: non so tu, ma io pago decine di migliaia di euro di tasse e contributi annualmente. Anziché comprare un bene a prezzi ancora folli, pago un canone e lo godo finché mi serve. Inoltre usandolo anche come ufficio, posso detrarre parzialmente le spese e recuperare parte dei soldi pagando meno tasse. E quindi? Un dipendente che affitta un appartamento come quello dove andrò, probabilmente prende il mio lordo, ma avrà un netto molto più alto, quindi probabilmente alla fine andiamo pari. Se non potessi detrarre una parte, dovrei prendere qualcosa di più piccolo o periferico. Il dipendente di prima no. Perché, visto che probabilmente lavoro di più, ho responsabilità, non ho ferie o malattia, ecc? Ripeto, non mi lamento perché mi va bene, ma queste differenze le vedo spesso. Tu no?
 

SILENZIOSO

Membro Attivo
Professionista
Strano, che nessuno mi conferma queste cifre per i dipendenti…
A questo punto devo pensare che i dipendenti prima di fare la dichiarazione, cambiano i numeri…

Fisso + parte variabile… fammi pensare è un commerciale! E si… tipo un AI a fisso + provvigioni… beh ora si che ci siamo…
Non un classico impiegato contabile o un operaio… quindi siamo fuori gli 80€.. (ripetutamente citati in questo 3d…).

Per quanto riguarda i conti… hai dimenticato che in un’altro 3d hai parlato di …deduzione al 50% dei costi dell’abitazione per uso promiscuo… (ricordiamolo anche agli altri che non possono… se non si sentono adeguatamente esclusi…)
così dicono...

“deduzione al 50% dei costi dell’abitazione per uso promiscuo
...
includendo utenze telefoniche, internet, luce, acqua, gas, spese condominiali, spese per le pulizie, spese di ristrutturazione ordinaria e straordinaria e se in locazione quelle straordinarie sono a carico del proprietario in realtà, (salvo diversa pattuizione tra le parti).
I mobili e gli arredi, librerie, attaccapanni, scrivanie sedie e poltrone, nonché divani per la stanza di ricevimento sono deducibili dal reddito imponibile secondo un criterio di cassa qualora impiegati nell’esercizio della vostra attività professionale.
Dalle dotazioni immobiliari e mobiliari passiamo alla detrazione delle dotazioni informatiche come PC, dei Monitor, tablet, smartphone, cabinet, software utilizzati per l’attività professionale o anche per la gestione amministrativa e contabile della stessa, le attrezzature minute e le componenti sostituite a seguito di interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria. Sono compresi anche eventuali palmari, telefoni e blackberry, compresi anche i costi a questi connessi…”

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Strano avevo capito che anche per questo motivo (DI RISPARMIO ) non compravi… ora è scomparso o meglio dire nemmeno citato... misteri dei 3d....

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Cmq io leggo dal sole 24 ore, repubblica, Mef etc... (tutti sbagliano...)

http://www.ilsole24ore.com/art/econ...dio-netto-italiani-185623.shtml?uuid=Aa94JSbD

Lo stipendio medio netto degli italiani non supera i 1300 euro, ai neoassunti solo 900

Lo stipendio netto di un italiano in media non supera i 1.300 euro mensili, una cifra che nasconde, però, la forte differenza che c'è tra uomini e donne, con le lavoratrici che hanno retribuzioni più basse del 20%. Ancora peggio va per gli stranieri, che ricevono una busta paga sotto i mille euro. I giovani, invece, scontano il fatto di essere neo-assunti e nei primi due anni di lavoro il salario medio è di appena 900 euro.

È questa la fotografia scattata dall'Istat sulle retribuzioni nette mensili per dipendente nel 2010. Nel Rapporto annuale sulla situazione del Paese, l'Istituto calcola, infatti, che lo stipendio medio di un cittadino italiano è di 1.286 euro, frutto di una ricompensa di 1.407 euro per i lavoratori e di 1.131 euro per le lavoratrici; in altre parole le donne sono pagate un quarto in meno. Sugli stranieri la riduzione è ancora più forte, visto che la busta paga si ferma a 973 euro (-24%). A riguardo l'Istat spiega che «in confronto al 2009, lo svantaggio degli stranieri è divenuto ancora più ampio». Oltre al genere e al passaporto, un'altra differenza sul peso delle retribuzioni la fanno gli anni di lavoro: all'inizio della carriera si parte sotto i 900 euro superando la soglia dei mille solo dopo 3-5 anni di servizio e il tetto dei 1.300 compiuti i 20 anni di attività.



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D'altra parte, emerge sempre dal rapporto annuale dell'Istat, la spesa che lo stato italiano indirizza agli aiuti al reddito è inferiore rispetto alle quote sborsate nel resto d'Europa. Nel volume si legge, infatti, che «l'Italia si colloca all'ultimo posto tra i paesi Ue per le risorse destinate al sostegno del reddito, alle misure di contrasto della povertà o alle prestazioni in natura a favore di persone a rischio di esclusione sociale».

Stando a dati del 2008, sottolinea l'Istat, «la maggior parte delle risorse sono assorbite da trasferimenti monetari di tipo pensionistico, mentre quote molto residuali e inferiori alla media Ue vengono destinate alle funzioni dedicate - appunto - al sostegno delle famiglie, alla disoccupazione e al contrasto delle condizioni di povertà ed esclusione sociale». Più in particolare, le uscite per protezione sociale sono assorbite per il 51,3% dalla voce "vecchiaia", mentre solo il 4,7% va alla famiglia, ancora minore è la fetta dedicata ai disoccupati (1,9%). (Ansa)

http://www.ilfattoquotidiano.it/201...-frenano-stipendi-in-calo-posti-fissi/827994/

Crisi, Istat: “Il 15,8% degli italiani è povero. Frenano stipendi, in calo posti fissi”
Il valore è ai massimi dal 1997, anno di inizio della serie storica. La disoccupazione giovanile è cresciuta del 14% dall'inizio della crisi, mentre i salari aumentano di soli 4 euro in un anno e diminuiscono i contratti a tempo indeterminato. Quasi un pensionato su due vive con meno di mille euro

http://www.repubblica.it/economia/2...i_contribuenti_un_quarto_del_totale-81947830/

Fisco, il reddito medio a 19.750 euro.
Al 5% dei contribuenti un quarto del totale

Il netto scende a 14.870 euro. Il 90 per cento degli italiani dichiara un reddito fino a 35.819 euro. Il 5% dei paperoni dichiara più della metà dei contribuenti. La Lombardia è la regione con i redditi, in coda la Calabria. I lavoratori autonomi hanno gli assegni più pesanti, per i dipendenti meno degli imprenditori. Case all'estero per 23 miliardi, attività finanziarie per 28...

L'analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (23.320 euro), seguita dal Lazio (22.100 euro), mentre la Calabria ha il reddito medio più basso con 14.170 euro; "nel 2012 il reddito medio nelle regioni del centro cresce meno della media nazionale", annota ancora il Mef.

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Ma perché, le cifre non tornano?
Facciamo un'aggiustatina per stare in tema con il 3D? Ok le raddoppiamo?
Per tutto il resto io direi di Negare per sicurezza... sono cose che non esistono.
Mi chiedo ma per rielaborare i dati con certe realtà ci vuole + o - di 80 euro?

Scusa Ludovica, ma tu che mi sembri così accanita conto l'evasione fiscale (che è sicuramente da combattere) sei proprio sicura di essere impeccabile dal punto di vista fiscale?
- paghi il canone rai?
- non ti è mai capitato di dover fare lavori a casa e per risparmiare l'IVA pagare in nero?
- chiedi mai lo sconto offrendo il pagamento in nero?
- la cosa che non mi piace dei tuoi post è che ho l'impressione che tu sia una commercialista o una lavoratrice dipendente che si occupa di contabilità/tributi, ma la sensazione che trasmetti è di aver scambiato il tuo ruolo con quello degli ispettori dell'ade! Per ricoprire certi ruoli (commercialista/impiegata) ci vuole maggior equidistanza tra Stato e cittadino. Il che non presuppone dare ragione al cittadino, ma neanche sempre allo stato.
 

SILENZIOSO

Membro Attivo
Professionista
Ludo paga le tasse e non la vedo chiedere sconti in nero.

top era solo un modo per farla riflettere, l'evasione è un problema molto complesso e non si presta a generalizzazioni del tipo "quella categorie evade" i "dipendenti non evadono" (non evadono le imposte dirette solo perché non possono, aggiungo io). Potremo star qui anni a discuterne ma non se ne esce.
ripeto: chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Però per favore evitiamo generalizzazioni che solo l'equivalente di banalizzazioni del problema...
 

topcasa

Membro Storico
Concordo in toto con le tue ultime affermazioni. Ma un conto e' evasione per sopravvivere causata dalla crisi ed un altro conto e' cercare l'evasione a tutti i costi con il solo scopo di non pagare
 

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