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Caparra confirmatoria non incassata e abuso insanabile
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<blockquote data-quote="Cesare17" data-source="post: 598135" data-attributes="member: 76287"><p>Buonasera, innanzitutto essendo nuovo del forum mi presento. Mi chiamo Cesare, vivo a Roma e sono un commerciante.</p><p></p><p>Scrivo questo post perché tre mesi fa ho stipulato un contratto preliminare per acquistare un garage in zona Prati. Il contratto prevedeva la consegna da parte mia, all'atto della stipula del preliminare, di un assegno bancario di 8.000 euro, che il venditore si impegnava a non versare fino alla data del rogito, momento in cui avrebbe restituito l'assegno, previo saldo dell'intero importo. Inoltre il contratto era soggetto anche alla clausola risolutiva espressa dell'erogazione del mutuo.</p><p></p><p>Stipulato il contratto consegnavo nelle mani del venditore l'assegno bancario e richiedevo il mutuo. La banca mi accordava il mutuo,ma al momento della perizia, il tecnico di mia fiducia riscontrava un abuso non sanabile sull'immobile, che ne rendeva impossibile la vendita.</p><p>Pertanto, per inadempienza del venditore che sul preliminare garantiva la regolarità edilizia e urbanistica del garage, la compravendita non poteva avere luogo.</p><p></p><p>A questo punto il venditore mi restituiva l'assegno, che io gli avevo consegnato al momento della stipula del contratto preliminare. Tuttavia ora si rifiuta di restituirmi il doppio della caparra confirmatoria (altri 8.000 euro), sostenendo che, pur trattandosi di sua inadempienza, l'assegno da me consegnato non poteva considerarsi come caparra confirmatoria, poiché c'era il vincolo di non incassarlo fino al rogito.</p><p></p><p>Posso insistere nel chiedergli il doppio della caparra, anche con un'eventuale azione legale?</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Cesare17, post: 598135, member: 76287"] Buonasera, innanzitutto essendo nuovo del forum mi presento. Mi chiamo Cesare, vivo a Roma e sono un commerciante. Scrivo questo post perché tre mesi fa ho stipulato un contratto preliminare per acquistare un garage in zona Prati. Il contratto prevedeva la consegna da parte mia, all'atto della stipula del preliminare, di un assegno bancario di 8.000 euro, che il venditore si impegnava a non versare fino alla data del rogito, momento in cui avrebbe restituito l'assegno, previo saldo dell'intero importo. Inoltre il contratto era soggetto anche alla clausola risolutiva espressa dell'erogazione del mutuo. Stipulato il contratto consegnavo nelle mani del venditore l'assegno bancario e richiedevo il mutuo. La banca mi accordava il mutuo,ma al momento della perizia, il tecnico di mia fiducia riscontrava un abuso non sanabile sull'immobile, che ne rendeva impossibile la vendita. Pertanto, per inadempienza del venditore che sul preliminare garantiva la regolarità edilizia e urbanistica del garage, la compravendita non poteva avere luogo. A questo punto il venditore mi restituiva l'assegno, che io gli avevo consegnato al momento della stipula del contratto preliminare. Tuttavia ora si rifiuta di restituirmi il doppio della caparra confirmatoria (altri 8.000 euro), sostenendo che, pur trattandosi di sua inadempienza, l'assegno da me consegnato non poteva considerarsi come caparra confirmatoria, poiché c'era il vincolo di non incassarlo fino al rogito. Posso insistere nel chiedergli il doppio della caparra, anche con un'eventuale azione legale? [/QUOTE]
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