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Nomisma: Immobili, flessione record dei prezzi nel 2009
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<blockquote data-quote="tempozero" data-source="post: 6678" data-attributes="member: 424"><p>il primo commento che mi verrebbe da fare, a quanto dici, mi porterebbe istintivamente ad acclamare " speriamo avvenga quanto ti auguri".</p><p>Poi, riflettendo un po' sull'accaduto, mi vengono da fare alcune considerazioni:</p><p>- le banche hanno esagerato a finanziare mutui fino al 120% del valore dell'immobile, provvedendo al sostentamento anche delle spese complessive della compravendita e dell'arredamento, quando il rapporto rata-reddito, già indicava incongruenze pericolose;</p><p>Con questo, non voglio mettere in discussione il diritto ad avere una propria casa, ma tante volte, si è agito con molta superficialità, come se si stesse acquistando un televisore o un motorino, forti della falsa equazione " con quel che pago la rata dell'affitto, pago la rata del mutuo.</p><p>- sulla scorta di questa disponibilità da parte delle banche, i comuni, che nel frattempo si ritrovavano in difficoltà economiche per via dei tagli effettuati dal governo agli enti locali, hanno incrementato a dismisura indiscriminatamente le destinazioni residenziali delle aree libere, si da ottenere, con cubature ingiustificate, più oneri possibili, per il loro sostentamento.</p><p>Le aree, naturalmente, hanno subito un aumento smisurato di prezzo, "costringendo" ( eufemismo ) i costruttori a cercare economie speculative che sostenessero le loro operazioni.</p><p>Ai costruttori si sono aggiunti medici, avvocati, farmacisti, macellai, panettieri ( non vorrei indicare solo alcune categoria a scapito di altre, ma la lista sarebbe interminabile ) trasformati in immobiliaristi che dovevano ottenere un ulteriore utile da aggiungere all'utile d'impresa del costruttore, il quale, nel frattempo, si ritrovava con un aumento smisurato del costo delle materie prime.... insomma, per farla breve, quanto è presente ed invenduto sul mercato, potrà anche diminuire di qualcosa, ma al di sotto di una determinata soglia, che corrisponde solitamente alla quota parte che la banca finanziatrice dell'operazione, attribuisce ad ogni singola unità abitativa, non si potrà andare.</p><p>Bisogna avere pazienza e smaltire le costruzioni invendute sul mercato, sapendo che non sarà semplice ed immediato.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="tempozero, post: 6678, member: 424"] il primo commento che mi verrebbe da fare, a quanto dici, mi porterebbe istintivamente ad acclamare " speriamo avvenga quanto ti auguri". Poi, riflettendo un po' sull'accaduto, mi vengono da fare alcune considerazioni: - le banche hanno esagerato a finanziare mutui fino al 120% del valore dell'immobile, provvedendo al sostentamento anche delle spese complessive della compravendita e dell'arredamento, quando il rapporto rata-reddito, già indicava incongruenze pericolose; Con questo, non voglio mettere in discussione il diritto ad avere una propria casa, ma tante volte, si è agito con molta superficialità, come se si stesse acquistando un televisore o un motorino, forti della falsa equazione " con quel che pago la rata dell'affitto, pago la rata del mutuo. - sulla scorta di questa disponibilità da parte delle banche, i comuni, che nel frattempo si ritrovavano in difficoltà economiche per via dei tagli effettuati dal governo agli enti locali, hanno incrementato a dismisura indiscriminatamente le destinazioni residenziali delle aree libere, si da ottenere, con cubature ingiustificate, più oneri possibili, per il loro sostentamento. Le aree, naturalmente, hanno subito un aumento smisurato di prezzo, "costringendo" ( eufemismo ) i costruttori a cercare economie speculative che sostenessero le loro operazioni. Ai costruttori si sono aggiunti medici, avvocati, farmacisti, macellai, panettieri ( non vorrei indicare solo alcune categoria a scapito di altre, ma la lista sarebbe interminabile ) trasformati in immobiliaristi che dovevano ottenere un ulteriore utile da aggiungere all'utile d'impresa del costruttore, il quale, nel frattempo, si ritrovava con un aumento smisurato del costo delle materie prime.... insomma, per farla breve, quanto è presente ed invenduto sul mercato, potrà anche diminuire di qualcosa, ma al di sotto di una determinata soglia, che corrisponde solitamente alla quota parte che la banca finanziatrice dell'operazione, attribuisce ad ogni singola unità abitativa, non si potrà andare. Bisogna avere pazienza e smaltire le costruzioni invendute sul mercato, sapendo che non sarà semplice ed immediato. [/QUOTE]
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