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Testo
<blockquote data-quote="gcaval" data-source="post: 170166" data-attributes="member: 14014"><p>Se vuoi, posso dimostrarti, documenti alla mano, che può essere tranquillamente superiore.</p><p>L'ipocrisia del nostro sistema ci sta portando (o ci ha già definitivamente portato) al baratro. Il fisco dà per scontato che le aziende evadono, quindi tassa in maniera esagerata non solo il costo del lavoro, ma tutto quello che gravità attorno ad un'impresa. Se quindi tu sei un imprenditore onesto, nel giro di qualche anno sarai per forza costretto a chiudere, sia perché lasci tutto il profitto nel piatto, sia perché non puoi essere competitivo rispetto a chi fa il furbo (o è costretto a farlo; qui ci sarebbe da fare grandi discussioni).</p><p></p><p>Aggiungo solo un'ultima cosa. Un'impresa ha senso anche perché dovrebbe poter avere accesso al credito più di un privato, a seguito di garanzie e di un ben determinato business plan. In alcuni settori, se non tutti, ma certamente in quello immobiliare, i rubinetti sono chiusi da più di due anni, a prescindere, per le ragioni che tutti sappiamo. L'assurdità è che se io un anno conseguo un utile prima delle tasse pari a 100, e che quindi potrebbe essere per la mia società un'ottimo autofinanziamento per l'anno successivo, devo versare all'incirca un 40% tra IRES, IRAP e varie, e poi il fisco mi chiede l'anticipo per l'anno successivo. Adesso, sempre senza avere la presunzione di portare calcoli precisi, lo Stato mi chiede circa 80 dei miei 100, lasciandomi solo 20 liquidi da poter reinvestire. Questo senza voler intascare un centesimo, ma solo con l'intenzione di far crescere con le proprie forze un'azienda. </p><p></p><p>E' tanto assurdo quanto drammatico, e questo governo non prenderà nessun provvedimento a riguardo. Prima di protestare per i precari, per i dipendenti che perdono il lavoro, ecc, a cui va comunque tutta la mia solidarietà, dovremmo preoccuparci, come paese, di mettere gli imprenditori nella condizione di poter lavorare e creare opportunità di lavoro, con l'obbligo di pagare il dovuto (senza vessazioni). Se la pianta muore dalle radici, non si può pensare che le foglie siano sempre verdi! </p><p></p><p>Ci sarà un motivo se nessun azienda straniera viene più ad investire in Italia? Chi parla di pessimismo, evidentemente, non è dentro la situazione e non sa cosa vuol dire, non è a contatto con la realtà dei fatti. Sui giornali scrivono solo stupidaggini...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="gcaval, post: 170166, member: 14014"] Se vuoi, posso dimostrarti, documenti alla mano, che può essere tranquillamente superiore. L'ipocrisia del nostro sistema ci sta portando (o ci ha già definitivamente portato) al baratro. Il fisco dà per scontato che le aziende evadono, quindi tassa in maniera esagerata non solo il costo del lavoro, ma tutto quello che gravità attorno ad un'impresa. Se quindi tu sei un imprenditore onesto, nel giro di qualche anno sarai per forza costretto a chiudere, sia perché lasci tutto il profitto nel piatto, sia perché non puoi essere competitivo rispetto a chi fa il furbo (o è costretto a farlo; qui ci sarebbe da fare grandi discussioni). Aggiungo solo un'ultima cosa. Un'impresa ha senso anche perché dovrebbe poter avere accesso al credito più di un privato, a seguito di garanzie e di un ben determinato business plan. In alcuni settori, se non tutti, ma certamente in quello immobiliare, i rubinetti sono chiusi da più di due anni, a prescindere, per le ragioni che tutti sappiamo. L'assurdità è che se io un anno conseguo un utile prima delle tasse pari a 100, e che quindi potrebbe essere per la mia società un'ottimo autofinanziamento per l'anno successivo, devo versare all'incirca un 40% tra IRES, IRAP e varie, e poi il fisco mi chiede l'anticipo per l'anno successivo. Adesso, sempre senza avere la presunzione di portare calcoli precisi, lo Stato mi chiede circa 80 dei miei 100, lasciandomi solo 20 liquidi da poter reinvestire. Questo senza voler intascare un centesimo, ma solo con l'intenzione di far crescere con le proprie forze un'azienda. E' tanto assurdo quanto drammatico, e questo governo non prenderà nessun provvedimento a riguardo. Prima di protestare per i precari, per i dipendenti che perdono il lavoro, ecc, a cui va comunque tutta la mia solidarietà, dovremmo preoccuparci, come paese, di mettere gli imprenditori nella condizione di poter lavorare e creare opportunità di lavoro, con l'obbligo di pagare il dovuto (senza vessazioni). Se la pianta muore dalle radici, non si può pensare che le foglie siano sempre verdi! Ci sarà un motivo se nessun azienda straniera viene più ad investire in Italia? Chi parla di pessimismo, evidentemente, non è dentro la situazione e non sa cosa vuol dire, non è a contatto con la realtà dei fatti. Sui giornali scrivono solo stupidaggini... [/QUOTE]
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