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<blockquote data-quote="STUDIOMINUCCI" data-source="post: 200821" data-attributes="member: 41505"><p>Bene.</p><p>Quel cortile e quel passo, oltre che essere in comune tra voi (il che basterebbe a farne una generica comunione) , hanno la particolarità di essere strumentali al godimento <u>delle unità immobiliari private</u> (costituendo passaggio carrabile ad uso delle proprietà particolari) : il che li trasforma in beni più precisamente condominiali (ossia di quel particolare tipo di comunione che ha, almeno per alcuni aspetti, propria disciplina normativa).</p><p>E il condominio (quale appunto esiste, indipendentemente dal fatto che sia o non sia concretamente organizzato come tale dai vari comproprietari) è un ente di gestione al quale i terzi hanno tutto il diritto di rivolgersi quale unica entità.</p><p>Questa, dal mio punto di vista, la ragione per la quale non esiste alcun diritto ad avere riparto ed esazione distinti da parte di enti e fornitori.</p><p> </p><p>Ti porto il primo esempio che mi viene in mente per spiegarmi meglio : esistono tante palazzine condominiali in cui non esiste e non è mai esistito amministratore, regolamento e tabelle. Ciò non toglie che siano condominii. E che abbiano, giusto per dire, una gradinata illuminata da una utenza elettrica.</p><p>Ecco : per l'ente fornitore dell'energia elettrica...quella è UNA utenza e ha UN titolare.</p><p>Potrebbe mai venire in mente a quei condòmini di chiedere all'ente fornitore di ripartire il costo fra i vari condòmini e di esigerlo separatamente?</p><p>E' chiarissimo, in questo caso, che per una utenza l'ente abbia UN obbligato. E che l'organizzazione (o disorganizzazione) interna dell'obbligato non possa assolutamente riguardare l'ente, al quale non compete alcun obbligo di supplire a carenze organizzative dell'utente.</p><p> </p><p>Nella pratica è comunque frequentissimo quel che succede a te: mi è capitato più di una volta che la richiesta di pagamento del passo continuasse (ad esempio) ad arrivare al costruttore che lo aveva chiesto fin dall'apertura del cantiere e che poi...con estrema disinvoltura del Comune......cominciava ad arrivare ad uno qualunque degli acquirenti ...basandosi sulla parola del costruttore che diceva "ah no: adesso qui ci abita Tizio, lo devi mandare a Tizio!".</p><p> </p><p>E se Tizio non vuole questa piccola croce a vita persa...sicuramente (a mio parere) gli conviene informare i propri vicini e compropietari della condominialità del bene e (alla buona quanto vogliamo) dare un minimo di organizzazione a questo micro-condominio, così da far poi intestare il passo direttamente ad esso.</p><p>Tanto : volenti o nolenti...nel tempo non potranno non presentarsi altri problemi di manutenzione e gestione dello spazio comune, e dunque tanto vale dargli il tipo di organizzazione che gli compete.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="STUDIOMINUCCI, post: 200821, member: 41505"] Bene. Quel cortile e quel passo, oltre che essere in comune tra voi (il che basterebbe a farne una generica comunione) , hanno la particolarità di essere strumentali al godimento [U]delle unità immobiliari private[/U] (costituendo passaggio carrabile ad uso delle proprietà particolari) : il che li trasforma in beni più precisamente condominiali (ossia di quel particolare tipo di comunione che ha, almeno per alcuni aspetti, propria disciplina normativa). E il condominio (quale appunto esiste, indipendentemente dal fatto che sia o non sia concretamente organizzato come tale dai vari comproprietari) è un ente di gestione al quale i terzi hanno tutto il diritto di rivolgersi quale unica entità. Questa, dal mio punto di vista, la ragione per la quale non esiste alcun diritto ad avere riparto ed esazione distinti da parte di enti e fornitori. Ti porto il primo esempio che mi viene in mente per spiegarmi meglio : esistono tante palazzine condominiali in cui non esiste e non è mai esistito amministratore, regolamento e tabelle. Ciò non toglie che siano condominii. E che abbiano, giusto per dire, una gradinata illuminata da una utenza elettrica. Ecco : per l'ente fornitore dell'energia elettrica...quella è UNA utenza e ha UN titolare. Potrebbe mai venire in mente a quei condòmini di chiedere all'ente fornitore di ripartire il costo fra i vari condòmini e di esigerlo separatamente? E' chiarissimo, in questo caso, che per una utenza l'ente abbia UN obbligato. E che l'organizzazione (o disorganizzazione) interna dell'obbligato non possa assolutamente riguardare l'ente, al quale non compete alcun obbligo di supplire a carenze organizzative dell'utente. Nella pratica è comunque frequentissimo quel che succede a te: mi è capitato più di una volta che la richiesta di pagamento del passo continuasse (ad esempio) ad arrivare al costruttore che lo aveva chiesto fin dall'apertura del cantiere e che poi...con estrema disinvoltura del Comune......cominciava ad arrivare ad uno qualunque degli acquirenti ...basandosi sulla parola del costruttore che diceva "ah no: adesso qui ci abita Tizio, lo devi mandare a Tizio!". E se Tizio non vuole questa piccola croce a vita persa...sicuramente (a mio parere) gli conviene informare i propri vicini e compropietari della condominialità del bene e (alla buona quanto vogliamo) dare un minimo di organizzazione a questo micro-condominio, così da far poi intestare il passo direttamente ad esso. Tanto : volenti o nolenti...nel tempo non potranno non presentarsi altri problemi di manutenzione e gestione dello spazio comune, e dunque tanto vale dargli il tipo di organizzazione che gli compete. [/QUOTE]
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