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<blockquote data-quote="CheCasa!" data-source="post: 396717" data-attributes="member: 56079"><p>Sinceramente parlando Desmo, trovo alcune critiche a questo modo di lavorare.</p><p></p><p>La prima critica è squisitamente procedurale.</p><p></p><p>Se il tuo professionista si sbaglia (e può capitare) chi sarà responsabile dell'errore?</p><p>Visto che il professionista non è intervenuto direttamente ma tramite l'agente immobiliare che non può rispondere direttamente per un errore tecnico del commercialista, del geometra o del notaio, la tua assicurazione sui rischi professionali non sborserebbe neppure un centesimo...ne quella del professionista che non risultasse formalmente incaricato dal cliente...</p><p></p><p>In parole povere, come agente immobiliare io posso anche sbrigare questioni che non sono di mia competenza ma alla fine, se mi occupo di cose delle quali non posso rispondere, quale garanzia aggiuntiva fornirei al cliente?</p><p></p><p>Seconda critica.</p><p>Se hai un minimo di esperienza nel settore, saprai per certo che sulle questioni più complesse, che esulano dalla normale routine, professionisti diversi forniscono soluzioni diverse, spesso in contrasto tra loro.</p><p>Mi è capitato da poco per la vendita di un PEEP. Il mio notaio di fiducia, che è il notaio che ha sottoscritto la convenzione col comune, ha dato una certa interpretazione, il notaio dell'acquirente ha sostenuto l'esatto opposto.</p><p>In questa occasione il mio "scrupolo" ha sortito un effetto negativo.</p><p>So per certo che su alcune questioni, quello che dice la legge è irrilevante, conta quanto sostiene il professionista che presenterà la pratica o sottoscriverà il rogito, assumendosene tutte le responsabilità, anche dal punto di vista risarcitorio.</p><p></p><p>Terza critica.</p><p>Se ragioni da imprenditore sai che non puoi gestire tutto da solo. A meno che la tua agenzia non abbia una mole minima di lavoro. Sai che il tuo collaboratore più giovane, laureato o diplomato, potrà sbagliarsi con più facilità, potrà anche capire fischi per fiaschi, nel momento in cui dovesse rapportarsi con lo staff di consulenza che opera insieme all'agenzia. </p><p>Il tuo modo di procedere mi sembra, ma naturlamente è un giudizio personalissimo, difficilmente delegabile, alla segretaria o al collaboratore più giovane e quindi, in ottica imprenditoriale fortemente deficitario.</p><p></p><p>In conclusione penso che l'agente immobiliare debba essere umile e curioso, debba soprattutto riconoscere i propri limiti e saper consigliare ai propri clienti l'intervento di professionisti più accreditati di lui, meglio se scelti dal cliente stesso, perchè in questo modo non si porranno problemi di conflitto d'interesse.</p><p></p><p>L'agente immobiliare deve disporre di uno staff di consulenza che sia in grado di risolvere i dubbi dell'agente non quelli del cliente. Quest'ultimo, se lo desidera, potrà direttamente interloquire con i professionisti che gravitano intorno all'agenzia (gratuitamente, aggiungo io, in termini di mera consulenza, perchè ne potrebbero avere dei successivi vantaggi).</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="CheCasa!, post: 396717, member: 56079"] Sinceramente parlando Desmo, trovo alcune critiche a questo modo di lavorare. La prima critica è squisitamente procedurale. Se il tuo professionista si sbaglia (e può capitare) chi sarà responsabile dell'errore? Visto che il professionista non è intervenuto direttamente ma tramite l'agente immobiliare che non può rispondere direttamente per un errore tecnico del commercialista, del geometra o del notaio, la tua assicurazione sui rischi professionali non sborserebbe neppure un centesimo...ne quella del professionista che non risultasse formalmente incaricato dal cliente... In parole povere, come agente immobiliare io posso anche sbrigare questioni che non sono di mia competenza ma alla fine, se mi occupo di cose delle quali non posso rispondere, quale garanzia aggiuntiva fornirei al cliente? Seconda critica. Se hai un minimo di esperienza nel settore, saprai per certo che sulle questioni più complesse, che esulano dalla normale routine, professionisti diversi forniscono soluzioni diverse, spesso in contrasto tra loro. Mi è capitato da poco per la vendita di un PEEP. Il mio notaio di fiducia, che è il notaio che ha sottoscritto la convenzione col comune, ha dato una certa interpretazione, il notaio dell'acquirente ha sostenuto l'esatto opposto. In questa occasione il mio "scrupolo" ha sortito un effetto negativo. So per certo che su alcune questioni, quello che dice la legge è irrilevante, conta quanto sostiene il professionista che presenterà la pratica o sottoscriverà il rogito, assumendosene tutte le responsabilità, anche dal punto di vista risarcitorio. Terza critica. Se ragioni da imprenditore sai che non puoi gestire tutto da solo. A meno che la tua agenzia non abbia una mole minima di lavoro. Sai che il tuo collaboratore più giovane, laureato o diplomato, potrà sbagliarsi con più facilità, potrà anche capire fischi per fiaschi, nel momento in cui dovesse rapportarsi con lo staff di consulenza che opera insieme all'agenzia. Il tuo modo di procedere mi sembra, ma naturlamente è un giudizio personalissimo, difficilmente delegabile, alla segretaria o al collaboratore più giovane e quindi, in ottica imprenditoriale fortemente deficitario. In conclusione penso che l'agente immobiliare debba essere umile e curioso, debba soprattutto riconoscere i propri limiti e saper consigliare ai propri clienti l'intervento di professionisti più accreditati di lui, meglio se scelti dal cliente stesso, perchè in questo modo non si porranno problemi di conflitto d'interesse. L'agente immobiliare deve disporre di uno staff di consulenza che sia in grado di risolvere i dubbi dell'agente non quelli del cliente. Quest'ultimo, se lo desidera, potrà direttamente interloquire con i professionisti che gravitano intorno all'agenzia (gratuitamente, aggiungo io, in termini di mera consulenza, perchè ne potrebbero avere dei successivi vantaggi). [/QUOTE]
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