Ponz

Membro sognante
Agente Immobiliare
Magari mi sono espresso male io.

Siccome a me a naso sembra che il modello collaborativo dovrebbe dare i suoi frutti, specialmente su grande scala, e siccome questo si scontra con una realtà dove non lo vedo affermarsi, mi chiedo dove siano gli intoppi.
Sono nella forma mentis degli agenti immobiliari e del loro individualismo.

La priorità dell'ai medio è fare come gli pare e esser indiscusso protagonista, ciò gli evita confronti scomodi, disturbi da convinvenza e altre amenità.

A fronte di questo, è dispostissimo a rinunciare a migliore produttività, perchè in fondo gli basta il suo.

Fin quando questo "suo" gli è arrivato, non ha sentito il bisogno a collaborare ;)

Poi il "suo" è sparito in gran parte, allora ha cominciato a aguzzare l'ingegno.

Tutto quello che aveva fatto prima, gli si è ritorto contro, e lo ha rinchiuso in un recinto circondato da tante "minacce":

1) la scarsa percezione del suo valore
2) La "disintermediazione"
3) Nuovi players sul mercato
4) il sovrannumero rispetto al mercato..
5)sono qui che guardo lo schermo ma ancora nessuno mi chiama....

Essendo la stragrande maggioranza piccole agenzie, molti non avevano i mezzi per resistere da soli, quindi hanno cominciato a guardarsi in giro...

Solo che la fame non è un buon "movente" per iniziare un rapporto di collaborazione, secondo me, perchè è dettata sempre dall'egoismo a breve termine, quello da pagnotta, per capirsi.

Le reti organizzate non fanno testo, tranne che nelle metropoli (dove funzionano eccome per moltissimi). perchè non hanno massa critica ovunque ne raccolgono persone motivate.

Replat e remax in fondo hanno reti di vendita, che VENDONO e quindi METTONO DENTRO qualsiasi agente voglia e possa pagare. ;) (pentolone)

Tra questi alcuni sono adatti, altri (la maggioranza) no.
Si approcciano alal colabroazione tenendo ben strette certe mentalità grette e medievali, quindi non avranno nessun vantaggio:
1)io sono più bravo degli altri che sono dei cani
2)io valuto meglio
3) i clienti vogliono bene soloamme
4)altre capsiate....

Inoltre non essendo reti locali in gran parte hanno pochissimo successo. (uno che sta in una piccola provincia che vantaggio ha a esser in replat da solo?).

Ecco perchè è prematuro dire "la collaborazione non ha sfondato".

Bisogna dire: non c'è ancora stato alcun modello veramente collaborativo di massa critica tale da poter dire che sia conveniente o meno e che sia vincente o meno. ;)

Ci sono delle riflessioni che potremmo fare, lasciandole aperte senza conclusione, per analizzare i due modelli rispetto al mercato, ma francamente ora non ho tempo, ne voglia di alimentare gli stalkers....

Di sicuro il mondo ci dice che il modello è vincente, perchè dove c'è regge e porta frutti, ma da noi "è diverso" :D
 

Ponz

Membro sognante
Agente Immobiliare
Proviamo a inserire qua alcune riflessioni, risponderò a chi risponde.

1) Come mai molti colleghi prendono incarichi a 0% o poco% per fidelizzare clientela?

2) Quanto queste pratiche aiutano il mercato?

2b)Lo farebbero anche collaborando in reti locali?

3) Un agente che collabora è più o meno forte in acquisizione? Perchè?

4) Un agente che collabora è più o meno forte in offerta? Perchè?

5) Quali sono i vantaggi del non collaborare? Perchè?

6) Hai ami collaborato sistematicamente? (la telefonata casuale col callega non vale).

7) lo hai fatto saltuariamente? Con quali risultati?

8) Hai avuto pessime esperienze collaborando, come tutti. Sempre stata colpa altrui, o a volte hai fallato anche tu?

Per ora bastano queste.
 
P

PROGETTO_CASA

Ospite
Sono nella forma mentis degli agenti immobiliari e del loro individualismo.

La priorità dell'ai medio è fare come gli pare e esser indiscusso protagonista, ciò gli evita confronti scomodi, disturbi da convinvenza e altre amenità.

A fronte di questo, è dispostissimo a rinunciare a migliore produttività, perchè in fondo gli basta il suo.

Fin quando questo "suo" gli è arrivato, non ha sentito il bisogno a collaborare ;)

Poi il "suo" è sparito in gran parte, allora ha cominciato a aguzzare l'ingegno.

Tutto quello che aveva fatto prima, gli si è ritorto contro, e lo ha rinchiuso in un recinto circondato da tante "minacce":

1) la scarsa percezione del suo valore
2) La "disintermediazione"
3) Nuovi players sul mercato
4) il sovrannumero rispetto al mercato..
5)sono qui che guardo lo schermo ma ancora nessuno mi chiama....

Essendo la stragrande maggioranza piccole agenzie, molti non avevano i mezzi per resistere da soli, quindi hanno cominciato a guardarsi in giro...

Solo che la fame non è un buon "movente" per iniziare un rapporto di collaborazione, secondo me, perchè è dettata sempre dall'egoismo a breve termine, quello da pagnotta, per capirsi.

Le reti organizzate non fanno testo, tranne che nelle metropoli (dove funzionano eccome per moltissimi). perchè non hanno massa critica ovunque ne raccolgono persone motivate.

Replat e remax in fondo hanno reti di vendita, che VENDONO e quindi METTONO DENTRO qualsiasi agente voglia e possa pagare. ;) (pentolone)

Tra questi alcuni sono adatti, altri (la maggioranza) no.
Si approcciano alal colabroazione tenendo ben strette certe mentalità grette e medievali, quindi non avranno nessun vantaggio:
1)io sono più bravo degli altri che sono dei cani
2)io valuto meglio
3) i clienti vogliono bene soloamme
4)altre capsiate....

Inoltre non essendo reti locali in gran parte hanno pochissimo successo. (uno che sta in una piccola provincia che vantaggio ha a esser in replat da solo?).

Ecco perchè è prematuro dire "la collaborazione non ha sfondato".

Bisogna dire: non c'è ancora stato alcun modello veramente collaborativo di massa critica tale da poter dire che sia conveniente o meno e che sia vincente o meno. ;)

Ci sono delle riflessioni che potremmo fare, lasciandole aperte senza conclusione, per analizzare i due modelli rispetto al mercato, ma francamente ora non ho tempo, ne voglia di alimentare gli stalkers....

Di sicuro il mondo ci dice che il modello è vincente, perchè dove c'è regge e porta frutti, ma da noi "è diverso" :D

IN SOSTANZA: "In Italia non funziona ma ho comunque ragione perché non è un problema di modello ma di persone che, essendo stupide, dopo 6 anni di crisi preferiscono chiudere piuttosto che accettare le mie idee e collaborare".
..........magari fosse cosi' facile, con questa torta chiudevano anche in USA.
 
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Ponz

Membro sognante
Agente Immobiliare
Aspetto risposte alle domande, lo stalkers frustrato per esser ignorato è escluso.
I colleghi iniziano a scegliersi e a formare circoli chiusi, escludendo i "percepiti nocivi" (che scalpitano invece per inquinare perchè si vedono giá fuori :D)

Ho la fortuna di esser inserito sempre, anche se spesso silente, in ogni iniziativa e ce ne son giá tante e significative, molte reti si formano e si roganizzano anche per il futuro... Quindi non dovremo aspettare molto per misurare. Quindi @ab.qualcosa chi ti ha detto che son contro tutto e tutti? tutt'altro, io dico quel che penso, che di solito crea disturbo in certi precisi soggetti, altri.... Se fossi contro verrei cercato e invitato? dipende solo da che parte ti schieri tu.... ;)

Fai caso a una cosa, questi soggetti che di solito mi criticano, quanto hanno fatto per i loro colleghi e cosa propongono come alternativa? ;)

Lascia i ladri di energia fuori dalla tua vita....

Chi è escluso da queste reti sappia che probabilmente è per sua volontá o per forma mentis dimostrata.

le riflessioni sopra possono aprire una riflessione interessante, rispondendovi ognuno in maniera tranquilla e trasparente, lasciamo perdere gli interventi che non portano argomentazioni
 
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Tobia

Membro Senior
Agente Immobiliare
Proviamo a inserire qua alcune riflessioni, risponderò a chi risponde.

1) Come mai molti colleghi prendono incarichi a 0% o poco% per fidelizzare clientela?

2) Quanto queste pratiche aiutano il mercato?

2b)Lo farebbero anche collaborando in reti locali?

3) Un agente che collabora è più o meno forte in acquisizione? Perchè?

4) Un agente che collabora è più o meno forte in offerta? Perchè?

5) Quali sono i vantaggi del non collaborare? Perchè?

6) Hai ami collaborato sistematicamente? (la telefonata casuale col callega non vale).

7) lo hai fatto saltuariamente? Con quali risultati?

8) Hai avuto pessime esperienze collaborando, come tutti. Sempre stata colpa altrui, o a volte hai fallato anche tu?

Per ora bastano queste.
1- leggi di mercato
2- i proprietari ringraziano, i colleghi no
2b- non possono concepire la condivisione, non hanno abbastanza margine per "cambiare strada"
3- tanto più incisivo quanti sono i collaboratori che hanno l'incarico di vendere l'immobile. Tralascio il fattore "correzione prezzo di vendita" che ho già illustrato in un altro post
4- i clienti vanno dove ci sono le case, più case più scelta, più scelta poi possibilità di affari
5- minori trattative (che prendono tempo) con maggiori provvigioni. Se acquisisco a prezzo e pubblicizzo bene è solo questione di tempo e poi lo vendo..
6- SI come concetto (tutti possono chiamarmi per proporre i miei immobili). NO come struttura
7- SI con buoni risultati, si conoscono meglio i colleghi di zona e si propongono più case ai propri clienti. IMPORTANTE le dosi della collaborazioni variano da collega a collega, pochi colleghi tollerano un'intrusione quotidiana nella loro agenda.
8- una volta, con il mio cliente, per diligenza minima (mi sono fidato delle dichiarazioni del collega e non ho aspettato il documento) ed una volta (discutibile) per ingerenza del collega nella trattativa con la mia parte. Un paio di errori li ho fatti: 1- non aver stabilito da subito con i colleghi che oltre agli immobili si devono gestire bene anche gli acquirenti "condivisi" durante le visite 2- a parere di un collega, non aver saputo chiudere una trattativa "facile per lui".

Detto questo,
@Ponz non vedere streghe ovunque, :innocente::sorrisone:
se da giovani è oggettivamente difficile pensare di sopportare un coniuge in casa :p allora da lavoratori autonomi è plausibile denigrare la collaborazione con estranei.
Tanto poi li ci finisci lo stesso..
 
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P

PROGETTO_CASA

Ospite
1- leggi di mercato
2- i proprietari ringraziano, i colleghi no
2b- non possono concepire la condivisione, non hanno abbastanza margine per "cambiare strada"
3- tanto più incisivo quanti sono i collaboratori che hanno l'incarico di vendere l'immobile. Tralascio il fattore "correzione prezzo di vendita" che ho già illustrato in un altro post
4- i clienti vanno dove ci sono le case, più case più scelta, più scelta poi possibilità di affari
5- minori trattative (che prendono tempo) con maggiori provvigioni. Se acquisisco a prezzo e pubblicizzo bene è solo questione di tempo e poi lo vendo..
6- SI come concetto (tutti possono chiamarmi per proporre i miei immobili). NO come struttura
7- SI con buoni risultati, si conoscono meglio i colleghi di zona e si propongono più case ai propri clienti. IMPORTANTE le dosi della collaborazioni variano da collega a collega, pochi colleghi tollerano un'intrusione quotidiana nella loro agenda.
8- una volta, con il mio cliente, per diligenza minima (mi sono fidato delle dichiarazioni del collega e non ho aspettato il documento) ed una volta (discutibile) per ingerenza del collega nella trattativa con la mia parte. Un paio di errori li ho fatti: 1- non aver stabilito da subito con i colleghi che oltre agli immobili si devono gestire bene anche gli acquirenti "condivisi" durante le visite 2- a parere di un collega, non aver saputo chiudere una trattativa "facile per lui".

Detto questo,
@Ponz non vedere streghe ovunque, :innocente:
se da giovani è oggettivamente difficile pensare di sopportare un coniuge in casa :p allora da lavoratori autonomi è plausibile denigrare la collaborazione con estranei

Ma il punto è che oggi il mercato non consente piu' certi tentativi monopolistici e corporativi che distorcono la libera concorrenza. L'hanno capita anche in Cina e Russia.
 

Tobia

Membro Senior
Agente Immobiliare
Ma il punto è che oggi il mercato non consente piu' certi tentativi monopolistici e corporativi che distorcono la libera concorrenza. L'hanno capita anche in Cina e Russia.
Non esageriamo.
Con una micro rete (probabile che in futuro sarà di serie nel tuo gestionale) scegli la tua dimensione ed i tuoi colleghi.
A tua scelta.

Mica entri a far parte del partito comunista.
:risata:
 
P

PROGETTO_CASA

Ospite
Non esageriamo.
Con una micro rete scegli la tua dimensione ed i tuoi colleghi.
A tua scelta.

Mica entri a far parte del partito comunista.
:risata:

Non intendo una micro rete tra persone che si conoscono (li non dovrebbero esserci problemi anche se a sentirle c'è da mettersi le mani nei capelli) ma la logica di una rete piu' ampia che alteri gli equilibri del mercato concorrenziale in una determinata zona. In pratica il monopolio su una zona geografica.
 

Tobia

Membro Senior
Agente Immobiliare
Non intendo una micro rete tra persone che si conoscono (li non dovrebbero esserci problemi anche se a sentirle c'è da mettersi le mani nei capelli) ma la logica di una rete piu' ampia che alteri gli equilibri del mercato concorrenziale in una determinata zona. In pratica il monopolio su una zona geografica.
Per me sarà difficile che questa micro rete possa diventare così grande da modificare il territorio (a parte nei piccoli centri) pensa che allo stato attuale non abbiamo neanche uno straccio di normativa per la collaborazione tra vicini e tu pensi al monopolio?
Dovrà passare come minimo una generazione per renderla prassi normale. A voglia te..
 

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