clarachiara

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Agente Immobiliare
buongiorno, 30 anni fa dopo domanda ex 47/85 secondo tipologia 7 era potestà del comune chiedere integrazioni documentali molto ampie in presenza vincolo idrogeologico? Oggi, non avendole ottemperate e quindi dovendo portare a termine il condono secondo la doppia conforme, occorre soddisfarle tutte o su discrezione dell'attuale amministrazione le richieste di 30 anni fa possono essere alleggerite?

secondo Normative sia Emilia Romagna che Lombardia. Grazie
 

Bruno Sulis

Membro Attivo
Professionista
Le richieste di integrazione sono fatte dagli uffici tecnici, non dalle amministrazioni e non ci dovrebbe essere discrezionalità (non sono decisioni politiche).
Se da allora le normative sono cambiate in maniera più restrittiva, il fatto di non aver prodotto allora quanto richiesto potrebbe essere addirittura più problematico.
Perché non le avete fornite allora ?
Se si tratta di un condono la doppia conformità non c'entra nulla.
Forse fai confusione coi termini.
Non si può dare una risposta esaustiva senza conoscere la pratica nello specifico
 

clarachiara

Nuovo Iscritto
Agente Immobiliare
Se da allora le normative sono cambiate in maniera più restrittiva, il fatto di non aver prodotto allora quanto richiesto potrebbe essere addirittura più problematico.
Perché non le avete fornite allora ?
Se si tratta di un condono la doppia conformità non c'entra nulla.
Forse fai confusione coi termini.
Non si può dare una risposta esaustiva senza conoscere la pratica nello specifico
specifico:
le integrazioni furono chieste alla fine '86 ed essenzialmente erano:
corografia zona vincolata; relazione abuso con disegni; perizia statica SULLE
OPERE DI FONDAZIONE ESEGUITE in relazione alla geomorfologia ed uso del
suolo...con STRALCIO DI RELAZIONEGEOLOGICA DEL P.R.G.
Le "opere" eseguite nel'75 ca. erano: ricavato bagno e zona cottura da locale
sgombero con cambio dest. uso per 5 mq tot.; scavo di intercapedine a L su due
lati della casa con realizzazione sottofondazioni, muro di sostegno verso
massa terrosa a contatto con la casa, posa di condotte idriche e fognarie
nella stessa, con accesso da botola sul fianco della casa, non dalla casa, da
cui però si sono aperti due finestrini che danno nell'intercapedine. Detta
opera è ingegneristicamente perfetta (mio marito era ingegnere idraulico) e a
distanza di 40 anni lo è tuttora. No aumento volumetria, no modificazione
sagome. Si domanda se adesso, dopo tanto tempo, il
comune possa, se vuole, chiedere meno, alleggerire la vecchia richiesta.
Inoltre il grosso problema è che metà intercapedine fu scavata non su suolo
pertinenziale ma vicoletto pubblico, questo ci dicono non appare sanabile, è
possibile qualche strumento? e quale? Insomma, la casa (piccolo borgo
contadino trascurato dagli uomini e da Dio) necessita urgentemente di nuova
ristrutturazione dopo un abbandono di una decina di anni, ma per farlo occorre
sistemare il passato. Siamo a cavallo fra Lombardia e E.R., tecnicamente in
E.R., in collina. Quali speranze abbiamo?
Inoltre tutti coloro con cui sono venuta a contatto, compreso il tecnico comunale, mi hanno parlato di doppia conforme.
 

Bruno Sulis

Membro Attivo
Professionista
La richiesta di documenti non mi pare una cosa insormontabile da risolvere.
Già si sarebbe potuto fare da allora senza troppi problemi, si tratta perlopiù di documenti facilmente producibili da qualsiasi tecnico (oggi più di allora).
E' evidente che la pratica è stata a lungo trascurata, da allora ci sono stati almeno altri due condoni coi quali la situazione sarebbe stata risolta in maniera definitiva (si sanavano anche le costruzioni costruite in aree demaniali).
Più problematica mi sembra la questione dell'invasione del viottolo pubblico.
La pratica andrebbe affidata ad un tecnico esperto che trovi una soluzione ragionevole.
Dopo quaranta anni la demolizione della parte "invadente" la pubblica proprietà dovrebbe essere da escludere, piuttosto potrebbero esserci degli oneri aggiuntivi da corrispondere al Comune per chiudere la partita.
Il D.P.R. 380 del 2001 (non ricordo l'articolo specifico, forse il 37) e numerose sentenze hanno aperto la possibilità di sanatorie per le parti abusive di fabbricati la cui demolizione potrebbe comportare problemi per la statica della parte realizzata regolarmente.
Sicuramente si tratta di attivare un'interlocuzione decisa con il Comune al fine di trovare una soluzione definitiva alla questione. Potrebbe essere anche necessario il pronunciamento del Consiglio Comunale a chiusura della faccenda, ma anche questo è un passaggio che andrà affrontato con l'Ufficio Tecnico ed eventualmente l'Amministrazione Comunale.
Una cosa è certa, questa pratica non è risolvibile col fai da te o con le risposte di un forum, per quanto date da persone competenti in materia.
 

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