fab74

Membro Ordinario
Privato Cittadino
Perfetto, ecco gli articoli che piacciono ai giustizialisti, giusto per aggiungere confusione. Le vendite a prezzo libero della sentenza non c'entrano nulla con quanto avviene nella prima vendita tra Coop e primo assegnatario.
 
F

fortufortu

Ospite
qualcuno di voi mi sa dire email del commisario Tronca?
mariagrazia.tretola@comune.roma.it; 'urc@comune.roma.it'; 'antonella.petrocelli@comune.roma.it'; 'rita.caldarozzi@comune.roma.it'; 'annamaria.graziano@comune.roma.it'; 'cristiana.palazzesi@comune.roma.it'; 'roberto.botta@comune.roma.it'; 'segreteria.commissario@comune.roma.it'; 'ugo.taucer@comune.roma.it'; 'roberto.tricarico@comune.roma.it'; 'roberto.toppoli@comune.roma.it'; sez3.penale.ca.roma@giustizia.it;

Distretto della Corte di Appello di Roma
telefono, ecc... ecc..

tutti e in maniera massiccia e se necessario ripetitiva inviamo mail a questi indirizzi.

Siete a conoscenza che altri Comuni Prov. Roma, Guidonia, Monterotondo e nn so quali altri hanno risolto velocemente questi problemi?
 

ioiobbi

Membro Ordinario
Privato Cittadino
Qualche settimana fa una persona aveva predisposto e condiviso un messaggio molto ben fatto.
Vogliamo replicare lo stesso o qualche bravo e volenteroso scrittore vuole farne un altro breve e conciso?
 

ioiobbi

Membro Ordinario
Privato Cittadino
il messaggio era questo:
Buona sera,
con viva preoccupazione invito l’Amministrazione Capitolina a trovare rapida soluzione ad una situazione che sta sempre più logorando molte famiglie romane, che non hanno posto in essere alcuna violazione ma semplicemente hanno visto cambiare le regole del gioco a partita iniziata.
Prima che la vicenda assuma rilievo per i drammatici risvolti umani che potrebbe comportare e per le imprevedibili conseguenze e azioni che potrebbero conseguire dallo stato di disperata prostrazione, chiedo un nuovo e ulteriore sforzo, non solo delle strutture dedicate ma dei vertici che le presidiano, per definire il procedimento per l’affrancazione degli immobili in diritto di superficie.
Si parla di cittadini che hanno acquistato a prezzo di libero mercato, regolarmente e, a suo tempo, legittimamente (come attestato da pubblico ufficiale e dalla stessa Amministrazione capitolina), e che quindi si sono recentemente impegnati a vendere con le stesse modalità e condizioni, ma che invece, ormai da sei mesi, si trovano impossibilitati a procedere e, soprattutto, a rispettare gli onerosi patti vincolanti stipulati.
Senza l’approvazione del procedimento che permetta l’affrancazione e il versamento di poche migliaia di euro alle casse comunali, tali cittadini perderanno centinaia di migliaia di euro di caparre versate, sia per la vendita dell’immobile che per l’acquisto di quello nuovo. Oggi continuano, così come stanno facendo da sei mesi a questa parte senza avere una data certa per poter stipulare, ad indebitarsi e impegnarsi economicamente in maniera significativa, per cercare di ottenere proroghe nelle compravendite e finanziare una qualche soluzione temporanea.
Passati sei mesi dalla sentenza della Cassazione n. 18135 del 16/09/2015 stanno ormai scadendo le delibere di mutuo e la capacità di sostenere ulteriori spese che, paradossalmente, già da sole si stanno rivelando ben più onerose di quanto si prospetta sarà dovuto al Comune.
L’efficacia dell’azione amministrativa non sia misurata solo in termini (seppur necessari) di ineccepibilità formale del provvedimento amministrativo, ma anche con riguardo agli effetti sostanziali e concreti dello stesso e, quindi, all’effettivo raggiungimento degli scopi prefissati, che non possono pertanto concretizzarsi in una inutile onere per i cittadini, ulteriore rispetto a quanto dovuto per regolarizzare la situazione e perseguire, quindi, l’obiettivo congiunto dell’Amministrazione capitolina e dei cittadini stessi (cioè l’adeguamento alla sopravvenuta interpretazione normativa).
La fiducia nelle istituzioni e nell’Amministrazione porta a implorare che entro il corrente mese di marzo sia approvata la delibera attuativa della precedente deliberazione n. 33/2015 e che le famiglie coinvolte siano messe in condizione di pagare il dovuto, salvaguardando allo stesso tempo i risparmi di una vita e la propria serenità, per riuscire, al più tardi nel mese di aprile, a firmare la convenzione per l’affrancazione e quindi gli atti di compravendita; allo stesso modo sarà possibile riavviare le compravendite da parte di quei cittadini che, pur avendone necessità, hanno dovuto soprassedere in attesa di affrancare.
La stessa fiducia nelle istituzioni e nell’Amministrazione porta ancora a confidare che cittadini che non hanno posto in essere alcuna violazione, ma che stanno semplicemente cercando di regolarizzare insieme al Comune una situazione creatasi nonostante l’aver operato in trasparenza e secondo le indicazioni della stessa Amministrazione e dei Notai (chiamati per legge a verificare la legittimità degli atti), non siano portati alla disperazione per (seppur comprensibili) lungaggini procedurali amministrative.
Purtroppo gli impegni presi in vigenza delle vecchie regole non concedono ulteriore tempo e impongono di chiedere all’Amministrazione Capitolina di non prenderne altro.
Non uccidete la parte sana della città, confidente nelle istituzioni e per questo silenziosa, per quanto prevalente!
Approvate tempestivamente la delibera per l’affrancazione degli immobili in diritto di superficie, senza legarla a quella per l’affrancazione dei terreni di proprietà ex legge 167/21962 (situazione emersa di recente e che permette quindi agli interessati ancora qualche margine di attesa, che si è invece ormai esaurito per gli altri, titolari di diritto di superficie) nel caso ciò comporti ulteriori rinvii!
Grazie per l’attenzione che vorrete dare al presente messaggio.
Distinti saluti
 

ioiobbi

Membro Ordinario
Privato Cittadino
Ho replicato alla risposta ricevuta al messaggio precente dalla signora
mariagrazia.tretola@comune.roma.it
in questo modo:

Rammentando che il Comune di Roma, a differenza di altri comuni italiani, sta disattendendo una legge nazionale del 2011 che consente l'affrancamento del prezzo massimo di cessione, con evidenti danni ai cittadini ed all'erario, sono nuovamente a chiedere informazioni circa la firma di una nuova delibera che cinsenta di sbloccare la situazione.

Grazie
 
A

Andrea Fiocco

Ospite
il messaggio era questo:
Buona sera,
con viva preoccupazione invito l’Amministrazione Capitolina a trovare rapida soluzione ad una situazione che sta sempre più logorando molte famiglie romane, che non hanno posto in essere alcuna violazione ma semplicemente hanno visto cambiare le regole del gioco a partita iniziata.
Prima che la vicenda assuma rilievo per i drammatici risvolti umani che potrebbe comportare e per le imprevedibili conseguenze e azioni che potrebbero conseguire dallo stato di disperata prostrazione, chiedo un nuovo e ulteriore sforzo, non solo delle strutture dedicate ma dei vertici che le presidiano, per definire il procedimento per l’affrancazione degli immobili in diritto di superficie.
Si parla di cittadini che hanno acquistato a prezzo di libero mercato, regolarmente e, a suo tempo, legittimamente (come attestato da pubblico ufficiale e dalla stessa Amministrazione capitolina), e che quindi si sono recentemente impegnati a vendere con le stesse modalità e condizioni, ma che invece, ormai da sei mesi, si trovano impossibilitati a procedere e, soprattutto, a rispettare gli onerosi patti vincolanti stipulati.
Senza l’approvazione del procedimento che permetta l’affrancazione e il versamento di poche migliaia di euro alle casse comunali, tali cittadini perderanno centinaia di migliaia di euro di caparre versate, sia per la vendita dell’immobile che per l’acquisto di quello nuovo. Oggi continuano, così come stanno facendo da sei mesi a questa parte senza avere una data certa per poter stipulare, ad indebitarsi e impegnarsi economicamente in maniera significativa, per cercare di ottenere proroghe nelle compravendite e finanziare una qualche soluzione temporanea.
Passati sei mesi dalla sentenza della Cassazione n. 18135 del 16/09/2015 stanno ormai scadendo le delibere di mutuo e la capacità di sostenere ulteriori spese che, paradossalmente, già da sole si stanno rivelando ben più onerose di quanto si prospetta sarà dovuto al Comune.
L’efficacia dell’azione amministrativa non sia misurata solo in termini (seppur necessari) di ineccepibilità formale del provvedimento amministrativo, ma anche con riguardo agli effetti sostanziali e concreti dello stesso e, quindi, all’effettivo raggiungimento degli scopi prefissati, che non possono pertanto concretizzarsi in una inutile onere per i cittadini, ulteriore rispetto a quanto dovuto per regolarizzare la situazione e perseguire, quindi, l’obiettivo congiunto dell’Amministrazione capitolina e dei cittadini stessi (cioè l’adeguamento alla sopravvenuta interpretazione normativa).
La fiducia nelle istituzioni e nell’Amministrazione porta a implorare che entro il corrente mese di marzo sia approvata la delibera attuativa della precedente deliberazione n. 33/2015 e che le famiglie coinvolte siano messe in condizione di pagare il dovuto, salvaguardando allo stesso tempo i risparmi di una vita e la propria serenità, per riuscire, al più tardi nel mese di aprile, a firmare la convenzione per l’affrancazione e quindi gli atti di compravendita; allo stesso modo sarà possibile riavviare le compravendite da parte di quei cittadini che, pur avendone necessità, hanno dovuto soprassedere in attesa di affrancare.
La stessa fiducia nelle istituzioni e nell’Amministrazione porta ancora a confidare che cittadini che non hanno posto in essere alcuna violazione, ma che stanno semplicemente cercando di regolarizzare insieme al Comune una situazione creatasi nonostante l’aver operato in trasparenza e secondo le indicazioni della stessa Amministrazione e dei Notai (chiamati per legge a verificare la legittimità degli atti), non siano portati alla disperazione per (seppur comprensibili) lungaggini procedurali amministrative.
Purtroppo gli impegni presi in vigenza delle vecchie regole non concedono ulteriore tempo e impongono di chiedere all’Amministrazione Capitolina di non prenderne altro.
Non uccidete la parte sana della città, confidente nelle istituzioni e per questo silenziosa, per quanto prevalente!
Approvate tempestivamente la delibera per l’affrancazione degli immobili in diritto di superficie, senza legarla a quella per l’affrancazione dei terreni di proprietà ex legge 167/21962 (situazione emersa di recente e che permette quindi agli interessati ancora qualche margine di attesa, che si è invece ormai esaurito per gli altri, titolari di diritto di superficie) nel caso ciò comporti ulteriori rinvii!
Grazie per l’attenzione che vorrete dare al presente messaggio.
Distinti saluti

La tua l'ho inoltrata anch'io tramite la mia posta certificata:

Ricevuta di accettazione

Il giorno 02/05/2016 alle ore 10:08:34 (+0200) il messaggio "Applicazione della delibera n. 33 del 17-12-2015 emessa dal Prefetto TRONCA - Eliminazione dei vincoli relativi al prezzo massimo di cessione già gravanti sugli alloggi realizzati in aree P.E.E.P., convenzionate ai sensi dell'art. 35, legge n. 865/1971. Approvazione dello Schema di Convenzione integrativa per l'affrancamento dai vincoli ai sensi dell'art. 5, comma 3 bis del D.L. n. 70 del 13 maggio 2011, convertito in legge 12 luglio 2011, n. 106. " proveniente da "ettore.rossi@legalmail.it" ed indirizzato a:
cristiana.palazzesi@comune.roma.it ("posta ordinaria")
roberto.botta@comune.roma.it ("posta ordinaria")
roberto.toppoli@comune.roma ("posta ordinaria")
ugo.taucer@comune.roma.it ("posta ordinaria")
roberto.tricarico@comune.roma.it ("posta ordinaria")
segreteria.commissario@comune.roma.it ("posta ordinaria")
rita.caldarozzi@comune.roma.it ("posta ordinaria")
mariagrazia.tretola@comune.roma.it ("posta ordinaria")
urc@comune.roma.it ("posta ordinaria")
antonella.petrocelli@comune.roma.it ("posta ordinaria")
annamaria.graziano@comune.roma.it ("posta ordinaria")
è stato accettato dal sistema ed inoltrato.

Identificativo messaggio: 52057D56.00109E31.70830326.E4F6AA5D.posta-certificata@legalmail.it

Questa ricevuta, per Sua garanzia, è firmata digitalmente.
La preghiamo di conservarla come attestato dell'invio del messaggio
 

fab74

Membro Ordinario
Privato Cittadino
Non sono molto d'accordo con questa mail, praticamente si implora il Comune di velocizzare l'approvazione della delibera per far pagare l'affrancamento a chi oggi deve vendere, seppur ha acquistato in passato a libero mercato? L'affrancamento lo deve pagare chi ha già venduto!
 

Houdini72

Membro Attivo
Privato Cittadino
Non sono molto d'accordo con questa mail, praticamente si implora il Comune di velocizzare l'approvazione della delibera per far pagare l'affrancamento a chi oggi deve vendere, seppur ha acquistato in passato a libero mercato? L'affrancamento lo deve pagare chi ha già venduto!
Purtroppo non è possibile, a mio parere, consentire l'affrancamento ai vecchi proprietari. Formalmente la normativa di riferimento consente la sottoscrizione della nuova convenzione agli "attuali" proprietari. Ciò non toglie che questi ultimi possono chiedere ai venditori di farsi carico delle spese di affrancamento. Tra l'altro, se controllate bene il contenuto delle convenzioni, nella pagina dove si fa riferimento ai costi del terreno correlati alle procedure di esproprio (per le quali coop e costruttori dovrebbero aver già versato un acconto che verrà decurtato dall'affrancamento), noterete che il pagamento del terreno (vi sintetizzo il contenuto) costituisce obbligazione a carico dell'assegnatario. In teoria il corrispettivo per l'affrancamento o almeno una quota dello stesso, sarebbe comunque a carico dell'assegnatario stando al contenuto della convenzione. Purtroppo sul forum è difficoltoso confrontarsi su questi aspetti e "cavilli" tecnici. Sono tematiche che vanno affrontate di persona poichè estremamente complesse e ricche di risvolti tecnici difficili da illustrare con poche righe.
 

degan79

Membro Junior
Privato Cittadino
e come si concretizzerebbe la richiestaai venditori di farsi carico delle spese di affrancamento? chiedo un bonifico?
molti di voi parlano di guerra tra poveri non capendo che i ricorsi sono, allo stato, l'unica soluzione per chiedere un risarcimento dei danni subiti.
 

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