Mil

Membro Senior
Ma a Milano ripeto non esistono solo coppiette ed extracomunitari ma un sacco di gente che ha tanti soldi pensa a quell'agenzia che ha venduto un attico ad un famoso calciatore e consorte....... a San Siro.

No...a Milano c'è una nicchia di persone che compra una nicchia molto piccola di immobili di alto valore. Esiste poi una nicchia di livello molto basso che compra un'altra nicchia di immobili, quelli molto scadenti ma a prezzi alti. Come fa? si indebita sapendo che andrà all'asta, ma si assume il rischio perchè non ha assolutamente nulla da perdere e i tempi di sfratto sono più lunghi.
Tutto il resto, quello che dovrebbe essere il 70% del mercato è in crisi proprio perchè il ceto cosiddetto medio non incontra nell'offerta degli immobili nulla di soddisfacente: o per prezzi comunque tuttora eccessivi o per oggettivi problemi architettonici e strutturali di molte nuove costruzioni. Quindi la scarsa appetibilità abitativa (edifici comunque vecchi a prezzi alti e nuovi non soddisfacenti perchè progettati male) unita ad una tendenza sempre più radicata ad evitare anni e anni di mutui (perchè invece la gente normale teme le conseguenze di una sovraindebitamento e inizia a capire che non ha senso) stanno compromettendo il mercato, non c'è incontro domanda offerta. Ma è una realtà poco palesata e poco studiata...si preferisce sottacere la verità piuttosto che ristudiare soluzioni abitative soddisfacenti per prezzo e qualità.
 

ita.user

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Professionista
Milano sconta la presenza massiccia di filiali e rappresentanze di multinazionali estere, oltre a una ancora forte presenza di realtà industriali italiane, ed altresì un terziario/servizi senza uguali in Italia.

Questo fa si che ci sia una vivace richiesta di “soggiorno” a Milano, quanto questo soggiorno sia temporaneo, stabile o definitivo dipende dalle dinamiche lavorative.

In sintesi Milano importa abitanti, e in proporzione più di Roma (dove ancora preponderanti sono i “romani” d’origine).

Conviene comprare a Milano per uno qualsiasi di questi abitanti lavoratori non milanesi doc, quindi senza radici sul luogo, famiglia o altri stimoli non lavorativi? NO. E’ assolutamente antieconomico. E basta spostarsi poche decine di km per rendersene conto. Oppure confrontare il rapporto “stipendio medio/costo di acquisto taglio abitativo medio” in relazione ad altre città.

Conviene comprare a Milano per chi ha voglia di investire, piccoli tagli da affittare a studenti, lavoratori, coppiette, extra? SI. Ma a differenza del passato solo per chi lo sa fare e per chi ha grano, nonostante i tassi zero, le agevolazioni, le raccolte punti e tutto ciò che si inventano le banche per smuovere le acque.
 

Mil

Membro Senior
Milano sconta la presenza massiccia di filiali e rappresentanze di multinazionali estere, oltre a una ancora forte presenza di realtà industriali italiane, ed altresì un terziario/servizi senza uguali in Italia.
Questo fa si che ci sia una vivace richiesta di “soggiorno” a Milano, quanto questo soggiorno sia temporaneo, stabile o definitivo dipende dalle dinamiche lavorative.
Più che altro Milano sconta un terziario comunque sottopagato, al pari di tutto il resto d'Italia. Questo la rende non più un'opportunità per migranti interni come lo era in passato ma un problema di convenienza oggettiva, a parità di sradicamento, rispetto a molti altri posti sia in Italia che all'estero.


Conviene comprare a Milano per uno qualsiasi di questi abitanti lavoratori non milanesi doc, quindi senza radici sul luogo, famiglia o altri stimoli non lavorativi? NO. E’ assolutamente antieconomico. E basta spostarsi poche decine di km per rendersene conto. Oppure confrontare il rapporto “stipendio medio/costo di acquisto taglio abitativo medio” in relazione ad altre città.
E' ritenuto ugualmente antieconomico lo spostamento di poche decine di km con gli svantaggi del pendolarismo....Verissimo che in generale i giovani (a maggior ragione i non milanesi) a differenza dei loro genitori e nonni vedono in un acquisto immobiliare una zavorra ad altre possibilità più che la convenienza di un investimento (che oggettivamente non c'è). Il discorso salariale e le opportunità limitate rendono ingiustificabili in effetti le quotazioni attuali, ragion per cui si preferisce sfruttare il trend in picchiata degli affitti e avere più libertà di spostamento.

Conviene comprare a Milano per chi ha voglia di investire, piccoli tagli da affittare a studenti, lavoratori, coppiette, extra? SI. Ma a differenza del passato solo per chi lo sa fare e per chi ha grano, nonostante i tassi zero, le agevolazioni, le raccolte punti e tutto ciò che si inventano le banche per smuovere le acque.
Vero, per i motivi di cui sopra, ma con un occhio all'oggettiva convenienza, considerato l'enorme bacino degli affitti su cui confluisce anche l'invenduto. Il rientro dell'investimento può convenire a prezzi da asta, molto meno per piccoli tagli a peso d'oro che poi non trovano poi richieste di locazione.
Inoltre va valutato comunque il mutamento demografico enorme...sempre meno studenti...sempre più extra..la necessità di risultare concorrenziali con un canone basso per rastrellare almeno gli affidabili..tutte cose che impattano non poco su un investimento che comunque è foriero di grane.
 

ita.user

Membro Attivo
Professionista
Più che altro Milano sconta un terziario comunque sottopagato, al pari di tutto il resto d'Italia. Questo la rende non più un'opportunità per migranti interni come lo era in passato ma un problema di convenienza oggettiva, a parità di sradicamento, rispetto a molti altri posti sia in Italia che all'estero.

Sono d'accordo, aggiungo a titolo di puro esempio alcuni casi che conosco di persone che hanno lasciato dopo diversi anni il lavoro nel terziario milanese per tornare al paesello d'origine a fare il cameriere, il benzinaio, o la segretaria, lo stagionale in albergo, l'agricoltore e quant'altro si riesca a trovare a 7-800€. Per pura convenienza. Perchè un tetto e qualche parente anziano con pensione più o meno ce l'hanno tutti nei paeselli, e considerando che a Milano dopo anni a 1300€ mensili ti resta in mano nulla, se non ci rimetti, e fai pura sopravvivenza.
 

Mil

Membro Senior
@Mil, ma sei sicuro che anziché leggere l'ultimo rapporto dell'agenzia delle entrate sul mercato immobiliare tu non abbia per sbaglio guardato qualche puntata di The Walking Dead? :cauto:

Ma io credo che siano discorsi validi anche per Roma, Firenze, tutte le città dove ad accomunare è la bolla immobiliare (negata, ma tuttora molto presente) e dove la realtà è molto più reattiva di quanto si creda (blocco vendite, giovani che emigrano all'estero oppure tornano "al paesello" a quasi parità di opportunità come dice qualcuno).. Poi l'approccio ottimista si sa per le agenzie immobiliari è d'obbligo, ma non serve essere sociologi od economisti per accorgersi della situazione. Normalissimi proprietari di case si rendono perfettamente conto delle grandi difficoltà.
 
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