Buongiorno, sono interessata all'acquisto di un immobile ma al vaglio della documentazione fornitami dal proprietario mi sorgono alcuni dubbi:
Il primo riguarda il certificato di agibilità: l'immobile ne è sprovvisto, ma trattasi di una vecchia costruzione che inoltre non ha subito interventi successivi all'entrata in vigore del testo unico sull'edilizia (30 giugno 2003) e che quindi non dovrebbe possedere necessariamente tale certificato. Ne deduco che sia a carico dell'acquirente accertarsi che l'immobile abbia un'agibilità di fatto (mediante una perizia effettuata da un professionista) e che non sussistano problematiche rilevanti, a prescindere dalla certificazione. Anche perchè il proprietario attuale, per ottenere il certificato, dovrebbe effettuare degli interventi sostanziali che ne motivino la richiesta. Nonostante non sia un requisito fondamentale per la stipula di un atto di compravendita, una banca potrebbe richiedere necessariamente questo certificato per erogare mutuo?
Il secondo quesito riguarda la planimetria catastale: questa corrisponde fedelmente allo stato reale dell'immobile: trattasi di una principale struttura abitativa e di un vano cucina a parte. La struttura abitativa principale è stata oggetto di condono edilizio, tuttavia il vano cucina non è mai stato condonato nè sanato, nonostante risulti sulla planimetria catastale. Si prospetta, deduco, un abuso edilizio. Data la piccola entità di questo abuso, è possibile che mi venga comunque erogato un mutuo? Oppure, devo pretendere dal proprietario la regolarizzazione con richiesta di sanatoria di questo fabbricato? E in questo caso, a quanto ammonterebbero i costi?
Il primo riguarda il certificato di agibilità: l'immobile ne è sprovvisto, ma trattasi di una vecchia costruzione che inoltre non ha subito interventi successivi all'entrata in vigore del testo unico sull'edilizia (30 giugno 2003) e che quindi non dovrebbe possedere necessariamente tale certificato. Ne deduco che sia a carico dell'acquirente accertarsi che l'immobile abbia un'agibilità di fatto (mediante una perizia effettuata da un professionista) e che non sussistano problematiche rilevanti, a prescindere dalla certificazione. Anche perchè il proprietario attuale, per ottenere il certificato, dovrebbe effettuare degli interventi sostanziali che ne motivino la richiesta. Nonostante non sia un requisito fondamentale per la stipula di un atto di compravendita, una banca potrebbe richiedere necessariamente questo certificato per erogare mutuo?
Il secondo quesito riguarda la planimetria catastale: questa corrisponde fedelmente allo stato reale dell'immobile: trattasi di una principale struttura abitativa e di un vano cucina a parte. La struttura abitativa principale è stata oggetto di condono edilizio, tuttavia il vano cucina non è mai stato condonato nè sanato, nonostante risulti sulla planimetria catastale. Si prospetta, deduco, un abuso edilizio. Data la piccola entità di questo abuso, è possibile che mi venga comunque erogato un mutuo? Oppure, devo pretendere dal proprietario la regolarizzazione con richiesta di sanatoria di questo fabbricato? E in questo caso, a quanto ammonterebbero i costi?