Ho una domanda su un problema serio di cui sono venuto a conoscenza sta sera, dopo l'assemblea di condominio.
Pare certo che il titolare della società costruttrice, a cui sono rimaste intestate più di un terzo delle u.i. del condominio, realizzato una trentina di anni fa, navighi attualmente in pessime acque.
L'amministratore ha presentato la situazione, da cui appare una situazione debitoria non ancora gravissima, (circa 4000 €) finora gestita con mano morbida, ottenendo dopo solleciti, qualche acconto, in attesa di tempi migliori. Il patrimonio immobiliare del personaggio, solo qualche anno fa ancora di notevole entità, parrebbe interamente ipotecato: e le eventuali possibili vendite (ci sono riscontri) impedite dalle banche stesse che non intenderebbero frazionare l'ipoteca. La informazione sembra essere di pubblico dominio. Il si dice riporterebbe che il passivo supera largamente il valore degli attivi. Non so se incluse le auto di lusso e sportive di cui disporrebbe ancora....
Nel caso si dovesse aggravare e protrarre questo stato di cose, ci troveremmo di fronte ad uno stallo con conseguenze preoccupanti: non tanto per le spese condominiali, almeno fin che gli alloggi sono locati (solo uno è nelle disponibilità del titolare). Il problema si rifletterebbe sulle spese di proprietà, necessitate od obbligatorie, che potremmo avere a breve e medio termine (non finiscono mai...), con un condomino di peso nelle delibere, e probabilmente insolvente.
Non mi interessa chiedermi se l'amministratore avesse dovuto segnalare ufficialmente con anticipo il problema, nè commenti sull'opportunità di acquisti in vista di un crack: mi interessa invece avere qualche opinione/suggerimento sulle azioni più opportune da intraprendere.
Come ufficializzare il credito condominiale, ed inserirsi nella lista dei creditori, per non rimanere col cerino in mano?
Il decreto ingiuntivo, che mi pare sarebbe immediatamente esecutivo, potrebbe passare davanti alla priorità dell'ipoteca bancaria, o finirebbe per ritorcersi su di noi facendo precipitare la situazione finora ancora abbastanza controllata, (mi riferisco ai rapporti con il ns condominio)?
In assenza di una azione legale tempestiva, a cosa andiamo incontro? Quali azioni ritenete debbano essere avviate?
p.s.: per lo staff: p.f. correggete il titolo: ... fallimento di un Condòmino
Pare certo che il titolare della società costruttrice, a cui sono rimaste intestate più di un terzo delle u.i. del condominio, realizzato una trentina di anni fa, navighi attualmente in pessime acque.
L'amministratore ha presentato la situazione, da cui appare una situazione debitoria non ancora gravissima, (circa 4000 €) finora gestita con mano morbida, ottenendo dopo solleciti, qualche acconto, in attesa di tempi migliori. Il patrimonio immobiliare del personaggio, solo qualche anno fa ancora di notevole entità, parrebbe interamente ipotecato: e le eventuali possibili vendite (ci sono riscontri) impedite dalle banche stesse che non intenderebbero frazionare l'ipoteca. La informazione sembra essere di pubblico dominio. Il si dice riporterebbe che il passivo supera largamente il valore degli attivi. Non so se incluse le auto di lusso e sportive di cui disporrebbe ancora....
Nel caso si dovesse aggravare e protrarre questo stato di cose, ci troveremmo di fronte ad uno stallo con conseguenze preoccupanti: non tanto per le spese condominiali, almeno fin che gli alloggi sono locati (solo uno è nelle disponibilità del titolare). Il problema si rifletterebbe sulle spese di proprietà, necessitate od obbligatorie, che potremmo avere a breve e medio termine (non finiscono mai...), con un condomino di peso nelle delibere, e probabilmente insolvente.
Non mi interessa chiedermi se l'amministratore avesse dovuto segnalare ufficialmente con anticipo il problema, nè commenti sull'opportunità di acquisti in vista di un crack: mi interessa invece avere qualche opinione/suggerimento sulle azioni più opportune da intraprendere.
Come ufficializzare il credito condominiale, ed inserirsi nella lista dei creditori, per non rimanere col cerino in mano?
Il decreto ingiuntivo, che mi pare sarebbe immediatamente esecutivo, potrebbe passare davanti alla priorità dell'ipoteca bancaria, o finirebbe per ritorcersi su di noi facendo precipitare la situazione finora ancora abbastanza controllata, (mi riferisco ai rapporti con il ns condominio)?
In assenza di una azione legale tempestiva, a cosa andiamo incontro? Quali azioni ritenete debbano essere avviate?
p.s.: per lo staff: p.f. correggete il titolo: ... fallimento di un Condòmino