pinafra

Membro Attivo
Privato Cittadino
Sto per mettere in vendita il mio appartamento sito in un palazzo degli inizi anni 60 con riscaldamento
centralizzato a metano.
Nel 1992 l’ho ristrutturato però non ho nessuna dichiarazione di conformità.

Ho fatto visionare l’appartamento a 2 diversi agenti immobiliari
Il primo mi ha detto di fare la DIRI per l’impianto elettrico e di richiedere all’amministratore la dichiarazione di conformità degli impianti.
Il secondo invece di dichiarare nel rogito che l’ impianto elettrico non è a norme, perché basta che il
nuovo acquirente sposti una presa che il documento diverrebbe carta straccia, mentre per gli altri impiantinon mi ha detto nulla.

Per la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico potrei far decidere all’acquirente
( se l’attuale impianto piace com’è farò fare il documento, se invece verrà modificato potrebbe non volerlo)
Per gli altri impianti è sufficiente (o necessaria) quella dell’amministratore ?

Qual’ è la via giusta per procedere.?

Grazie per l’aiuto
 

Architetto

Nuovo Iscritto
Professionista
Solitamente per dichiarazione di conformità degli impianti (ex L. 46/90), ora DM 37/08, si compila al momento della fine dei lavori. Ora per sistemare il tutto puoi far eseguire una Dichiarazione di Rispondenza (DIRI) e questo per l'impianto elettrico è sufficiente che vi sia un interruttore differenziale magneto-termico da 0,03 mA o sufficiente al carico di utilizzo delle apparecchiature (questo è il minimo per assolvere alla norma).
Per l'impianto idrico si può fare la stessa cosa, mentre per quello del gas, necessita fare una verifica di eventuali perdite.
Se interpelli un idraulico, elettricista di tua fiducia, risolvi il problema con poca spesa e senza dover rischiare il tuo atto di compra vendita.:)
Spero esserti stato d'aiuto.;)
 

pinafra

Membro Attivo
Privato Cittadino
Chi mi ha fatto i lavori 20 anni fa non è più operativo e non avendo mai avuto problemi non ho nè un elettricista nè un idraulico di fiducia, perciò la cosa potrebbe diventare abbastanza costosa.
Ma veramente per un condominio degli anni 60 con riscaldamento centralizzato servono la dichiariazioni per il gas utilizzato solo per la cottura e quella idrica?
Perchè tutti mi parlano solo di impianto elettrico e dichiarazione energetica
L'impianto a gas so già che non è a norma, perchè non abbiamo ancora fatto i fori di areazione ( trattandosi della facciata del palazzo dovevamo parlarne alla riunione per fare un lavoro esteticamente uguale per tutti)
Per l'impianto idrico io ho rifatto il bagno nel 92, ma per tutte le altre tubature come si fa a garantire ?

E per quanto riguarda la dichiarazione di conformità redatta dall'amministratore ? Credo dovrebbe essere riferita alla caldaia, all'antenna TV, all'ascensore, all'impianto elettrico condominiale ecc.
 

Bagudi

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Per vendere, non è obbligatorio avere gli impianti a norma, basta dichiarare che non lo sono.

Per quello che riguarda il palazzo, devi farti fare la dichiarazione dall'amministratore.

Silvana
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Ho fatto visionare l’appartamento a 2 diversi agenti immobiliari
Il primo mi ha detto di fare la DIRI per l’impianto elettrico e di richiedere all’amministratore la dichiarazione di conformità degli impianti.
Il secondo invece di dichiarare nel rogito che l’ impianto elettrico non è a norme, perché basta che il
nuovo acquirente sposti una presa che il documento diverrebbe carta straccia, mentre per gli altri impiantinon mi ha detto nulla.

Premesso che presentare l'u.i. con tutte le certificazioni in ordine è indice di serietà e qualità, credo si debbano alcune considerazioni aggiuntive.

1) l'obbligo di consegnare le certificazioni impianti interni all'atto del trasferimento di proprietà, citate all'art. 13 del DM 37/2008 e stato abrogato DAL D.L. 25 GIUGNO 2008, N. 112, CONVERTITO,
CON MODIFICAZIONI, DALLA L. 6 AGOSTO 2008, N. 133.

2) La certificazione degli impianti condominiali, rientra tra le resonsabilità dell'amministratore, che deve provvedere a mantenere a norma i suddetti: verificare che questo avvenga è compito dei condomini non tanto in sede di compravendita, ma durante la gestione ordinaria.

3) una osservazione: il nuovo decreto DM 37/2008 art. 7 c. 6 che istituisce la DIRI, non indica a quale norma deve essere riispondente l'impianto per il quale viene emessa la DIRI. Se l'impianto è stato rifatto dopo il 1990, la DIRI dovrà dichiarare che l'impianto è "certificabile" e sostituirà in sostanza la DICO.

4) Da ultimo bisogna ricordare che le società di erogazione servizi elettricità e gas, richiedono e trattengono da tempo le certificazioni degli impianti per i nuovi contratti di fornitura: non li richiedono se viene comunicato un subentro contestuale al distacco del vecchio conduttore. di cui sono già in possesso della certificazione.
 

pinafra

Membro Attivo
Privato Cittadino
Grazie mi è tutto più chiaro e mi avete tranquillizzata.
L'importante è informare dettagliatamente il compratore e mettere tutto per iscritto nel compromesso.
 

Bagudi

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Premesso che presentare l'u.i. con tutte le certificazioni in ordine è indice di serietà e qualità, credo si debbano alcune considerazioni aggiuntive.


Bastimento, questa nota è giusta per un appartamento recente, ma mettere a norma un appartamento datato, che poi sarà con tutta probabilità ristrutturato, è perfettamente inutile.

Silvana
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Bastimento, questa nota è giusta per un appartamento recente, ma mettere a norma un appartamento datato, che poi sarà con tutta probabilità ristrutturato, è perfettamente inutile.

Non ho alcun dubbio e ne convengo in pieno: del resto pretendere che la Bardot settantenne sia attraente come la ventenne Brigitte è una pia illusione.

Il mio incipit era solo un modo per mettere le mani avanti verso alcuni "teorici" (presenti anche in questo forum). Ho solo premesso che se avesse conservato o disponesse delle pregresse certificazioni dimostrerebbe di aver fatto del suo meglio....
Ma a questa lapalissiana affermazione ho fatto seguire alcune note più attinenti al caso. Infatti non ho detto di "mettere" a norma l'appartamento datato, ma ricordato che può benissimo vendere allo stato di fatto: e non credo che il prezzo spuntabile sia particolarmente legato all'esistenza delle certificazioni.
Conta credo lo stato generale dell'u.i., degli infissi e degli impianti: se l'immobile è stato ristrutturato completamente di recente si presenterà meglio di un alloggio usato e goduto da 50 anni senza radicali interventi. Dopodichè aggiungerei anche che l'età non ha solo difetti. Un alloggio in piazza San Petronio in un edificio d'epoca ha un valore intrinseco, indipendente da certi dettagli. :stretta_di_mano:
 

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