Sergio Caruso

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Agente Immobiliare
Lettera a Riviera 24

Area 24: Dopo gli sfratti, la vendita all’asta
- "Temo che i ferrovieri che hanno intentato causa non abbiano potuto far valere i loro diritti. Da parecchio tempo le stazioni dismesse anzidette hanno apparentemente l’aspetto di non essere più abitate"

Sabato 13 giugno scorso si leggeva sul quotidiano Il Secolo XIX che Area 24 S.p.A. vende le stazioni ferroviarie dismesse nei Comuni di San Lorenzo al Mare, Santo Stefano al Mare, Ospedaletti e Taggia. La società Area 24 gestisce il riutilizzo delle aree ferroviarie dismesse ed è proprietaria delle stesse. Sul giornale si legge che ha preso questa decisione per reperire soldi e rimborsare i propri debiti con le banche, stimati dai 5 a 6 milioni di euro.
Le stazioni dismesse saranno messe all’asta e una volta vendute saranno trasformate in piccoli alberghi e bed and breakfast. “La discussione è stata assai accesa – si legge sul Secolo – perché dai Comuni erano arrivati appelli ad Area 24 a privilegiare la proprietà pubblica”. Anche l’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Rita Berruti, ha chiesto ad Area 24 a non vendere “i gioielli di famiglia” (così chiamati dall’assessore) riferendosi alle ex stazioni ferroviarie, i cui edifici sono stati posti sotto tutela dai Beni Architettonici. L’assessore Berruti ha chiesto pure l’intervento del Presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando.
Nell’Accordo-Quadro per l’acquisizione delle aree del sedime ferroviario dismesso fra Ospedaletti e San Lorenzo al Mare, stipulato fra la Regione Liguria, il Comune di Sanremo e la Società Area 24, si legge che la Società ha come soci promotori la Regione Liguria, attraverso la FI.L.S.E. S.p.A. (la finanziaria della Regione n.d.r.), ed il Comune di Sanremo che hanno sottoscritto ciascuno il 43% del capitale sociale. Il restante 14% è stato sottoscritto dalla Banca Carige S.p.A.
Penso che se la Regione Liguria volesse impedire la vendita delle stazioni dismesse lo potrebbe fare. In quanto, oltre lo Stato e l’Unione europea, anche la Regione Liguria eroga contributi alla società Area 24.
La vendita delle stazioni dismesse non è una novità. Quattro anni fa, precisamente in data 25 marzo 2005, si leggeva sul Secolo XIX che otto dipendenti delle ferrovie, alloggiati in otto appartamenti ricavati nelle stazioni anzidette, citavano in giudizio la Regione Liguria, il Comune di Sanremo, le Ferrovie dello Stato e la società Area 24, quest’ultima li voleva sfrattare. I ricorrenti rivendicavano il diritto di prelazione sugli alloggi da loro locati. Si legge sul giornale (si veda galleria fotografica) che non si trattava di abitazioni di servizio, ma di immobili di edilizia residenziale “pubblica”, che le Ferrovie delle Stato avevano dato in locazione ai “loro dipendenti, ex dipendenti o congiunti di dipendenti”. Il quotidiano recita che i legali dei ferrovieri, sostenevano che le normative di legge stabiliscono che gli assegnatari di quelle abitazioni hanno titolo di priorità nell’acquisizione di tali immobili rispetto a qualsiasi altro soggetto, pubblico o privato che sia.
Recentemente ho trovato su Internet un comunicato stampa diffuso da “Liguria Business Journal” riguardo il patrimonio delle Ferrovie, nel quale si legge: “Per gli alloggi occupati, la maggior parte da ferrovieri, si applicano la legge 560/93 e gli accordi sindacali, che prevedono la vendita ai ferrovieri ed ex ferrovieri, che occupano l’immobile, con uno sconto del 28% sul valore catastale”.
Temo che i ferrovieri che hanno intentato causa non abbiano potuto far valere i loro diritti. Da parecchio tempo le stazioni dismesse anzidette hanno apparentemente l’aspetto di non essere più abitate. Nel nostro paese non è necessario essere dalla parte della ragione per vincere, ciò che conta essere dalla parte dei più forti. Anche il Museo Ferroviario Ligure – Onlus, presso l’ex stazione di Arma di Taggia, è stato chiuso da parecchi mesi, nonostante sia riconosciuto e pubblicizzato “tutt’oggi” sul sito Internet della Regione denominato: ”Il Portale della Cultura in Liguria”.

Claudio Mazza
 

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