Graf

Nominato ad Honorem
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Prima tesi:

L’Agenti Immobiliari è tuttora, formalmente, un ausiliario del commercio;
ha, da qualche anno, perso il “ruolo” anche se ha conservato un “registro”; insomma è stato giuridicamente “declassato”.
Perché obbligare un “commerciante” ( detto con rispetto) a dei corsi di formazione professionalizzanti a carattere coercitivo? Il salumiere, il barista, l’esercente del cinema, l’edicolante, il mediatore marittimo non hanno questa incombenza, perché lo deve avere solo il mediatore di case? Perché questa discriminazione?
Non bastano il diploma superiore, il corso di formazione regionale e il relativo e selettivo esame di idoneità presso la Camera di Commercio?
Non sono sufficienti l’esperienza sul campo, le suole consumate sulle strade d’Italia?
Non bastano, l’impegno e la dedizione quotidiana al servizio dei clienti? La passione e l’abnegazione verso questo lavoro?
La preparazione di tipo tecnico, giuridico, fiscale, economico-stimativo, e persino di tipo psicologico, che permettono all’agente immobiliare di rimanere sul mercato, combattendo la quotidiano battaglia “del mercato”?
Non basta, infine, l‘adamantina onestà fiscale verso lo Stato che si concretizza nel “confessare” i propri guadagni davanti al Notaio? Confessione di piena “fede pubblica?
Perché tormentare ancora questi poveri “ausiliari del commercio”.
Quasi perseguitarli?
E lasciamoli per una volta in pace, perdindirindina!
Il mediatore è “medio” in tutto, non gli si può pretendere una conoscenza e una padronanza delle materie, che tratta quotidianamente, allo stesso livello di un Geometra, Architetto, Avvocato, Commercialista o Notaio. E un “ausiliario del commercio” nei diritti ma anche nei doveri. Sarebbe paradossale se non fosse così, oltre che iniquo. Lasciamoli liberi gli A. I., sono maggiorenni dopotutto.
Chi vuol frequentare i corsi formativi li frequenti e poi lo faccia sapere al cliente, sotto forma di un qualche attestato da incorniciare ed appendere su una parete della propria agenzia,
si chiama operazione di marketing mi pare; chi non vuole frequentarli non li frequenti. E punto. E non se ne faccia un dramma o uno sciocco puntiglio.


Seconda tesi:

Il mercato immobiliare ormai ha raggiunto un tale carattere di complessità e di difficoltà, la problematicità nelle compravendite, l’astrusità delle leggi, la causidica complicazione della giurisprudenza, l’incomprensibilità della norma amministrativa e urbanistica in materia immobiliare, che spesso giunge fino all’astruseria, da buona tradizione burocratica italica; la delicatezza oggettiva della mediazione di case, che non è la stessa cosa che vendere un paio di scarpe, e che richiede prudenza e diligenza bel oltre quella media del buon padre di famiglia, la ridondanze dell’attività legislativa con la relativa profusione di norme, comma e postille, note aggiunte, circolari ed interpretazioni autentiche, le quali che si accumulano e si stratificano senza un minimo di sistematicità;
la problematicità e le incertezze dei clienti che bombardano l’agente di mille domande che esigono a loro volta, dallo stesso, mille risposte, le questioni dell’antiriciclaggio, della responsabilità in solido di tipo contrattuale, le altre mille abilità richieste all’agente, tipo psicologia della vendita, marketing, computer, internet, tour virtuali, fotografie, riprese con telecamera digitale…
beh tutto questo, onestamente, presuppone il lavoro di un vero professionista con i controfiocchi. Inutile negarlo o contraddire.
L’agente immobiliare è un vero professionista, un esperto, un conoscitore dell’ Immobile a trecentosessanta gradi e su questo non ci piove.
Gli hanno tolto un “ruolo” ma non il “ruolo” che riveste dentro la collettività, nel consorzio sociale, dove può camminare a testa alta.
Con orgoglio e dignità.
Fare onore al suo ruolo professionale, alla funzione di imprescindibile intermediario economico significa, d'altronde, mostrare un curriculum con i fiocchi e con le nappe, una preparazione sempre fresca ed aggiornata fino agli ultimi problemi, significa saper tagliere la testa a quesiti, dubbi e dilemmi, significa presentarsi, in modo sicuro, come l’alleato del venditore e del compratore, significa saper incastrare i “pezzi” dell’uno con le “parti”dell’altro….
Quindi aggiornarsi si deve. Assolutamente. L’Agente Immobiliare è sempre creditore verso la conoscenza: ad apprendere, ad acquisire nozioni non si termina mai; gli ESAMI non finiscono mai!
Ergo, i crediti formativi sono necessari, devono essere obbligatori per ogni A.I, tutti i mediatori devono ogni anno dedicare una parte del proprio tempo all’elevazione della propria professionalità e, di conseguenza, dare il contributo all’elevazione di quella di tutti.
Insieme si vince, uno per tutti, tutti per uno.
La coscienza collettiva della propria professione deve prevalere sull’individualismo e sul personalismo.
Gli italiani sono un po’ anarchici, fanno ciccia per se e per la propria famiglia, i mediatori non sono da meno.
Obbligarli a fare qualcosa di comune, potrebbe tornare utile per dare loro una consapevolezza collegiale, un sentimento unitario, un forma di rispetto per i colleghi. Così da porre un freno alla possibilità di coltivazione del proprio orticello , del proprio “particulare”.

E voi, stimati operatori dell’immobile di Immobilio, quale di queste due tesi sposate?
 

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