Salve cari colleghi, voglio condividere con voi questa prima brutta esperienza dopo 13 anni di lavoro come AI andati sempre lisci con rispetto reciproco tra me e i clienti. Invece questa volta sono inciampata su gente disonesta, succede sono i rischi del nostro mestiere.
A novembre dell'anno scorso un venditore cui era scaduto l'incarico mi dice verbalmente e per strada di continuare la vendita del suo immobile. Sinceramente in quel periodo ero un po' stressata anche perchè stavo concludendo la separazione da mio marito perciò non badai a dirgli di venire in agenzia e firmare il nuovo incarico, ci stringiamo la mano e via.
Dopo qualche giorno un potenziale acquirente visita la villetta di proprietà del venditore, la casa gli piace e perciò sottoscrive una proposta di acquisto a 170.000 euro che sottopongo al venditore il quale mi dice che il prezzo è basso secondo lui e vorrebbe almeno altri 30.000 euro.
L'acquirente non ne vuole sapere di mettere la cifra in più e tutto finisce lì in un nulla di fatto.
Poco prima di Natale il venditore viene in agenzia e mi dice di lasciare perdere per la vendita della villa perchè ha deciso di non vendere più. Anche in questo caso gli restituisco le chiavi e con una stretta di mano amici come prima.
Una settimana fa scopro che la villetta è stata acquistata a fine agosto dall'acquirente che firmò la proposta, ha comprato a 190.000 euro mettendo 20.000 in più.
Invio una lettera serena ad entrambe le parti e il venditore viene in agenzia riconoscendomi la provvigione, non fa problemi e mi stacca l'assegno. L'acquirente invece mi telefona e mi dice che non pagherà perchè secondo lui la proposta era scaduta perchè durava solo 15 giorni (sic!) ed è passato molto tempo (ma io so che il contatto era avvenuto dopo qualche mese dal Natale per dichiarazione dello stesso proprietario e a luglio hanno firmato un compromesso per fare l'atto dieci giorni fa.
Sono andata per vie legali, la mia avvocata mi ha già detto che ci sono moltissime sentenze che danno ragione a noi AI in situazioni analoghe e che la proposta d'acquisto firmata dall'acquirente lo vincola a riconoscere la provvigione.
Sono molto amareggiata, queste cose ti sfiniscono ma io voglio ciò che mi spetta perchè non ho fatto nulla per non meritarmelo, ho accompagnato l'acquirente, gli ho dato tutte le informazioni, le planimetrie, e ho mantenuto in piedi una trattativa per diversi giorni per farlo chiudere a 170.000, poi lui ha detto che finiva lì.
A novembre dell'anno scorso un venditore cui era scaduto l'incarico mi dice verbalmente e per strada di continuare la vendita del suo immobile. Sinceramente in quel periodo ero un po' stressata anche perchè stavo concludendo la separazione da mio marito perciò non badai a dirgli di venire in agenzia e firmare il nuovo incarico, ci stringiamo la mano e via.
Dopo qualche giorno un potenziale acquirente visita la villetta di proprietà del venditore, la casa gli piace e perciò sottoscrive una proposta di acquisto a 170.000 euro che sottopongo al venditore il quale mi dice che il prezzo è basso secondo lui e vorrebbe almeno altri 30.000 euro.
L'acquirente non ne vuole sapere di mettere la cifra in più e tutto finisce lì in un nulla di fatto.
Poco prima di Natale il venditore viene in agenzia e mi dice di lasciare perdere per la vendita della villa perchè ha deciso di non vendere più. Anche in questo caso gli restituisco le chiavi e con una stretta di mano amici come prima.
Una settimana fa scopro che la villetta è stata acquistata a fine agosto dall'acquirente che firmò la proposta, ha comprato a 190.000 euro mettendo 20.000 in più.
Invio una lettera serena ad entrambe le parti e il venditore viene in agenzia riconoscendomi la provvigione, non fa problemi e mi stacca l'assegno. L'acquirente invece mi telefona e mi dice che non pagherà perchè secondo lui la proposta era scaduta perchè durava solo 15 giorni (sic!) ed è passato molto tempo (ma io so che il contatto era avvenuto dopo qualche mese dal Natale per dichiarazione dello stesso proprietario e a luglio hanno firmato un compromesso per fare l'atto dieci giorni fa.
Sono andata per vie legali, la mia avvocata mi ha già detto che ci sono moltissime sentenze che danno ragione a noi AI in situazioni analoghe e che la proposta d'acquisto firmata dall'acquirente lo vincola a riconoscere la provvigione.
Sono molto amareggiata, queste cose ti sfiniscono ma io voglio ciò che mi spetta perchè non ho fatto nulla per non meritarmelo, ho accompagnato l'acquirente, gli ho dato tutte le informazioni, le planimetrie, e ho mantenuto in piedi una trattativa per diversi giorni per farlo chiudere a 170.000, poi lui ha detto che finiva lì.