Il Dottor Sergio Marchionne è sicuramente un bravo manager che ha contribuito a tirar fuori dalle secche la Fiat con politiche lungimiranti ed anche un pò spericolate. Il problema è che lui è "globale" per cui vorrebbe applicate le regole del Paese più a lui convenienti, al Paese più "tutelato". Dimentica, volutamente, un paio di aspetti come la differenza salariale netta per i lavoratori e la realtà del mercato del lavoro.
Per la prima deve prendersela (e non intendersela) con lo Stato che grava di imposte tutti i lavoratori rendendogli pochi e malfunzionanti servizi; per la seconda il confronto è con un intero continente che non offre concrete alternative. E pensare che gli italiani si sono sempre spostati dove c'era il lavoro (sud-nord, Belgio, Francia, Germania, Americhe, Australia) e solo ora si scoprono i "bamboccioni" che non vogliono essere pagati come gli indiani avendo i costi degli italiani.
Ma la cosa più importante che il Dottor Marchionne dimentica è l'assenza di prodotti nuovi che stimolino gli acquisti di prodotti del marchio. Lui ha intravisto l'interscambio tra prodotti americani ed italiani e ci si è buttato. Ha fatto bene al contrario dei tedeschi di Mercedes che volevano imporre i loro derivati in USA, ma questa è una politica che può dare effetti immediati che possono diventare duraturi solo se sostenuti da nuovi prodotti e motivando (e non mortificando) i lavoratori anche in Italia.