paolozaff

Membro Attivo
Privato Cittadino
La verità è che sono stati fatti errori di valutazione da parte dei miei genitori a monte, ed ora io mi trovo a gestire la patata bollente cercando di mantenere la calma tra loro e quello che voglio io, cercando di portare a casa il massimo risultato senza “ferire” i sentimenti di nessuno. Perché penso che il problema tra un privato e un agente sia di comunicazione, l’agente ovvio che deve avere un atteggiamento asettico, mentre la persona che ha un legame affettivo (scommetto che avrete tutti sentito dire da qualche proprietario di avere fatto dei sacrifici per farsi una casa) non può far finta di star vendendo una caramella. La mia visione (sbagliata e distorta) di un agente è di un estraneo che vuole venire a casa tua a dirti cosa è giusto fare senza rispettare o per lo meno provare a interagire in maniera diversa. Perché in questi mi sono imbattuto io. Come le agenzie (non cercate da me) che organizzano visite con ipotetici clienti poi dimostratisi fittizi e in accordo con l’agente, per avere un contratto di esclusiva. E quindi per quello adesso come adesso mi risulta difficile distinguere una buona agenzia da una che usa mezzi che non mi piacciono.
 

Agenzia Castello

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
Il legame affettivo non ha un valore commerciale, l'agente può giustamente capirlo ma alla fine ha peso zero nella vendita.
Il cliente guarda se l'immobile ha le caratteristiche che cerca (sempre che esista ciò che cerca), se non trova quello che le ha tutte, si indirizza su quello più simile, che gli piace di più e che ha il prezzo minore.
Pure io vorrei una casa nuova classe A4 che costa 300.000 ma se vedo un usato anni 80 su un piano nella zona che cerco messo bene a 150.000 magari un pensiero in più lo faccio.
Tutto si vende, al prezzo giusto pure i ruderi senza tetto in mezzo al nulla.
 

specialist

Membro Storico
Privato Cittadino
La verità è che sono stati fatti errori di valutazione da parte dei miei genitori a monte, ed ora io mi trovo a gestire la patata bollente cercando di mantenere la calma tra loro e quello che voglio io, cercando di portare a casa il massimo risultato senza “ferire” i sentimenti di nessuno. Perché penso che il problema tra un privato e un agente sia di comunicazione, l’agente ovvio che deve avere un atteggiamento asettico, mentre la persona che ha un legame affettivo (scommetto che avrete tutti sentito dire da qualche proprietario di avere fatto dei sacrifici per farsi una casa) non può far finta di star vendendo una caramella. La mia visione (sbagliata e distorta) di un agente è di un estraneo che vuole venire a casa tua a dirti cosa è giusto fare senza rispettare o per lo meno provare a interagire in maniera diversa. Perché in questi mi sono imbattuto io. Come le agenzie (non cercate da me) che organizzano visite con ipotetici clienti poi dimostratisi fittizi e in accordo con l’agente, per avere un contratto di esclusiva. E quindi per quello adesso come adesso mi risulta difficile distinguere una buona agenzia da una che usa mezzi che non mi piacciono.
Il legame affettivo nelle compravendite immobiliari c'entra come i cavoli a merenda.
Le case sono solo oggetti un po' più costosi, ma pur sempre nient'altro che oggetti (talvolta zavorra di cui liberarsi il più in fretta possibile) e come tali vanno trattati e valutati.
 

Bagudi

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
La mia visione (sbagliata e distorta) di un agente è di un estraneo che vuole venire a casa tua a dirti cosa è giusto fare senza rispettare o per lo meno provare a interagire in maniera diversa.

Un "estraneo" (alias agente immobiliare) DEVE essere asettico - nei limiti - nel valutare un immobile, se no non ti farebbe giustizia.

Purtroppo, i valori affettivi e i sacrifici fatti per un immobile da vendere non hanno alcun valore.
Il mercato non si basa sui valori affettivi, ma su quello che un acquirente è disposto a spendere per acquistare una casa come la tua e riuscirai a vendere solo accettando le stime realistiche degli "estranei" che valuteranno casa tua...
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
La mia visione (sbagliata e distorta) di un agente è di un estraneo che vuole venire a casa tua a dirti cosa è giusto fare senza rispettare o per lo meno provare a interagire in maniera diversa.
Ribalta il punto di vista; l'agente è quello che ti dice in modo obiettivo qual'è l'unico modo per riuscire a vendere casa tua.
Non bisognerebbe restarci male, ma ringraziarlo.
Poi certamente c'è quello più empatico che riesce a interagire meglio, ma la sostanza non cambia; il valore affettivo non ha prezzo, anzi spesso è una zavorra di cui non si riesce a liberarsi mentalmente, e che quindi impedisce una vendita serena e possibilmente rapida.
 

Agenzia Castello

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
Quale potrebbe essere una maniera di interagire che ti sembrerebbe più idonea?
E quale quella sbagliata?
Forse un approccio più umano, meno asettico pensava, un agente che si prende a cuore la vendita non solo per i soldi.
A me è successo un caso, appartamento preso nel 2007 per investimento, venduto 5 anni fa, periodo diverso, prezzi più bassi, la proprietaria inizialmente non voleva abbassare, poi un invito a cena, qualche bacio romantico e abbiamo chiuso la trattativa col cliente scontando un 20% dal prezzo a cui l'aveva comperata.


Ah, si dimenticavo, la proprietaria era mia moglie, mi era sfuggito di menzionare questo particolare.
:^^:
 

specialist

Membro Storico
Privato Cittadino
Ma di che cosa stiamo parlando? I giudici quando emettono le sentenze e l'agenzia delle entrate quando ordina i pignoramenti adottano forse un approccio umano?
E sono spesso questioni molto più delicate rispetto alla vendita di un appartamento.
 

paolozaff

Membro Attivo
Privato Cittadino
Ma non sto dicendo che devono essermi amici o mi debbano fare le coccole o dirmi che ho ragione, sto solo dicendo che se in primis l’agente non cerca di sviluppare un rapporto di fiducia poi ovvio che sono restio a lavorare con lui. L’agenzia delle entrate o un giudice non c’entra proprio niente, perché si tratta di vendere una casa perché sono io che decido di vendere e nel caso affidarmi ad un professionista (che poi ricordiamoci che verrà da me pagato) non perché sono pieno di debiti, altrimenti sarebbe all’asta.
 

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