tomasniki

Membro Attivo
Privato Cittadino
nella vendita di un immobile con planimetria non conforme allo stato dei luoghi (apertura di una porta), la parte acquirente (con mutuo INPDAP) ha richiesto che la planimetria catastale fosse ridisegnata, il tecnico della parte venditrice ha usato come strumento il C.I.L. non inserendo nello stesso la data di chiusura lavori.
il perito dell' INPDAP invece richiede per fare la perizia e sbloccare il mutuo la data di inizio e la data di fine dei lavori parlando però di D.I.A.
chi ha ragione? e soprattutto qual'è lo strumento più giusto che si doveva adoperare in questo caso?
:occhi_al_cielo:
 

Diego Antonello

Membro Attivo
Agente Immobiliare
la dia è ancora obbligatoria nel caso in cui, per esempio, l'alloggio sia sprovvisto di bagno interno...
nel caso di modifiche interne, come spostamento/abbattimento muri o altre opere che rispecchiano i requisiti di edilizia libera, non solo la dia non è richiesta, ma viene rigettata dal comune e può comportare la segnalazione all'ordine del tecnico...
altrettanto la legge richiede inizio e fine lavori ma non obbliga ad un momento preciso...la posso fare anche in un secondo tempo...
se ho una dichiarazione del mio tecnico che i lavori sono stati eseguiti in base alla l.73/2010, con relativo docfa e aggiornamento catastale, non mi possono essere imposti altri requisiti....
come al solito, alcuni farebbero meglio a restare a fare i casalinghi..magari tenendosi lontano da gas e fornelli...:risata::risata::risata::risata::risata:
 

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