:roberta:

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Privato Cittadino
Buonasera a tutti,
Vorrei porvi un quesito circa la responsabilità del mediatore in merito ad una controversia su un immobile in vendita proveniente da testamento olografo.

Mi spiego meglio:
Il venditore si rivolge ad un agente immobiliare per la vendita di un immobile ereditato con testamento pubblicato circa un anno prima.

Dopo qualche mese parenti del de cuius non menzionati nel testamento fanno richiesta all'agenzia di conoscere il nominativo del venditore tramite lettera di un legale.

L'agenzia informa il venditore e risponde al legale indicando gli estremi del testamento.

Il legale richiede di sospendere in parola la vendita al l'agenzia tramite lettera raccomandata perché i suoi assistiti presumono che il testamento sia falso.

Il venditore pretende l'esecuzione dell'incarico ed avvia una mediazione tramite il suo legale per rispondere alle pretese che gli sono pervenute.


Nel frattempo L'immobile viene venduto.

L'acquirente viene informato telefonicamente dal legale dei pretendenti circa la situazione ma, anche se il Notaio rogitante rassicura circa la validità dell'atto, l'acquirente pretende un risarcimento dall'agenzia e la restituzione della provvigione (adducendo la ragione che avrebbe concluso ad un prezzo molto più basso se fosse stato informato).

Dopo poco tempo in effetti viene dimostrata la validità del testamento con perizia calligrafica e quant'altro.

Come avrebbe dovuto comportarsi l'agenzia?

Avrebbe dovuto informare l'acquirente -e tutti i potenziali acquirenti- della controversia in atto (non risultante presso alcun registro) incorrendo nell'ipotesi di causare un danno al venditore?
 

Bagudi

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Non sono un avvocato, ma se
il Notaio rogitante rassicura circa la validità dell'atto,

non mi preoccuperei.

l'acquirente pretende un risarcimento dall'agenzia e la restituzione della provvigione (adducendo la ragione che avrebbe concluso ad un prezzo molto più basso se fosse stato informato).

Che pretenda pure. Sulle ipotesi non si fanno fatti.
 

:roberta:

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Grazie mille Bagudi!

Il dubbio infatti non è sulla validità, quanto al diritto dell'acquirente di essere informato dall'agenzia sulla controversia.

Secondo il legale dell'acquirente rientrerebbe nell'obbligo di informare sulle circostanze note che potrebbero influire sulla conclusione dell'affare...

L'avvocato del venditore intimava invece che questa informazione avrebbe creato irresponsabilmente un pregiudizio alla vendita...

Quale è l'interpretazione corretta?

Tu che avresti fatto (oltre alle normali ispezioni ipotecarie)?
Avresti informato gli acquirenti sulla controversia pregiudicando la vendita, come poi si è visto, ingiustamente?
 

StLegaleDeValeriRoma

Membro Assiduo
Professionista
eventuali responsabilità delle parti e/o del mediatore vanno valutate per tabulas il che non è possibile in questa sede solo leggendo quello che riferisce.
Sulla responsabilità dell'agente immobiliare potrà leggere un mio precedente commento pubblicato su immobilio.it di recente: la responsabilità del mediatore verso il cliente ex art. 1759 codice civile.
 
Ultima modifica:

:roberta:

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
eventuali responsabilità delle parti e/o del mediatore vanno valutate per tabulas il che non è possibile in questa sede solo leggendo quello che riferisce.
Sulla responsabilità dell'agente immobiliare potrà leggere un mio precedente commento pubblicato su immobilio.it di recente: la responsabilità del mediatore verso il cliente ex art. 1759 codice civile.

Ho letto il suo articolo e comprendo che su un blog, senza esame dei documenti, è difficile valutare un caso.

Consideri che l'agenzia ha fatto tutti i controlli urbanistici e ipotecari, che poi ha ripetuto il notaio.

Da nessuna parte c'era evidenza del pretenzioso in atto, mosso da parenti del de cuius evidentemente insoddisfatti.

Le uniche due comunicazioni sono:

1) una prima raccomandata all'agenzia dove viene richiesto il nome del venditore e il titolo di provenienza, alla quale l'agenzia risponde con massima collaborazione.

2) una seconda raccomandata dove il legale scrive "vogliate sospendere in parola la vendita" giunta 5 mesi prima della conclusione della vendita stessa, nella quale viene espresso un dubbio circa l'autenticità del testamento.

L'agenzia era tenuta a informare tutti i potenziali acquirenti, inevitabilmente screditando l'affare, rallentando e ostacolando la vendita?

Nelle sedi opportune si sarebbe poi dimostrato autentico il testamento.
Avrebbe avuto ragione poi il venditore a rifarsi sul mediatore?

Pare che l'agenzia potesse solo scegliere quale dei due errori commettere....
 

Miciogatto

Membro Senior
Privato Cittadino
Non so risponderti su quale possa essere il comportamento corretto dell'agenzia.

Ma da quello che appare, molto probabilmente, ha di fatto contribuito a un acquisto sicuro da parte dell'acquirente.

Se anche il testamento si fosse successivamente rivelato ufficialmente farlocco o comunque contestabile, anche in questo caso, grazie alla buona fede del suo acquisto, nulla avrebbe avuto da temere. (Diverso il caso quando ci sono di mezzo donazioni e non successioni)
 

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