Graf

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Privato Cittadino
(Replica di una discussione, con alcune modifiche, postata da me qualche tempo fa su Immobilio)

In un piccolo paese della piccola e profonda provincia italiana, a metà tra il Nord e Sud ma lontano abbastanza dal Centro, composto di dieci piccole casettine con un piccolo verde praticello e con un piccolo ed esiguo ruscello, viveva un piccolo agente immobiliare chiamato Pipino Bertonsicini nato da una piccola ma onesta famiglia. Era piccolo in tutto: piccolo di statura, aveva una piccola testa ampia come un piccolo melone, piccole gambe, piccole mani e di piedi calzava il numero 36. Possedeva un piccolo studio immobiliare con poche e piccole case da mostrare, era piccolo il suo giro d’affari e piccolo il suo guadagno. Persino il suo nome era piccolo: Pipino. Il suo piccolo ufficio era posto in una piccola strada che terminava in un piccola piazza che al centro era provvisto di una piccola ma gorgogliante fontana.
Pipino Bertonsicini aveva solo una piccola ambizione: quella di iniettare una piccola dose di felicità nel piccolo cuore dei suoi clienti. Però, per lui, i suoi clienti erano grandi ed importanti e, quando entravano nella sua piccola agenzia immobiliare, apparivano come giganti; erano dei piccoli - grandi uomini che bisognava servire - pensava il nostro piccolo eroe - nel modo migliore, facendosi piccolo piccolo. Lui si considerava, nel suo piccolo, un piccolo servitore dei suoi grandi clienti.
Un piccolo ed intimo arcano egli divideva con i suoi piccoli-grandi clienti che lui considerava far parte della sua piccola famiglia. Quando lui concludeva un piccolo affare immobiliare e stringeva, con piccola ma solidale energia, la sua piccola mano tra quelle grandi e nodose dei suoi grandi clienti, due piccole lacrime sgorgavano prepotenti suoi piccoli occhi azzurrini; sentiva un piccolo ma commosso intenerimento per aver avuto la possibilità di favorire, con la sua piccola azione di mediazione, che costava una piccola cifra, un piccolo ma intenso incontro fra due esseri umani al piccolo scopo di vendere e comprare una piccola casa. Che piccola, ma bella e buona azione, aveva compiuto!
In quel momento, anche Pipino Bertonsicini si sentiva, nel suo piccolo, un grande uomo.
I suoi clienti, dopo che concludevano, per mezzo di lui, dei piccoli affari immobiliari, lo vedevano piangere e singhiozzare per la contentezza. Il piccolo agente immobiliare Pipino Bertonsicini si scioglieva completamente. Per lui accontentare i clienti che si affidavano ai suoi piccoli servizi era la sua piccola-grande felicità, la sua piccola ragione di vita.
La cosa destava più di una piccola sorpresa: il nostro piccolo eroe non aveva mai, dico mai, fallito una trattativa immobiliare per piccina ed insignificante che fosse stata.
Tutti, ma proprio tutti quelli che si erano rivolti alla sua piccola opera, ne erano sempre usciti grandemente soddisfatti. Pipino Bertonsicini non falliva una trattativa, piccola e di scarso valore che fosse.
Pare che il piccolo mediatore Pipino Bertonsicini avesse un piccolo, ma assolutamente occulto, segreto.
In 35 anni di una carriera, in quel piccolo e accantonato paesino ai confini della realtà, si era compiuto un piccolo miracolo, era stato battuto un piccolo, ma assolutamente leggendario, record: Pipino Bertonsicini, nel suo piccolo, aveva vendute, tutte le piccole e grandi case che aveva preso in acquisizione; quando dico tutte voglio dire proprio tutte, nessuna esclusa. I venditori e gli acquirenti erano semplicemente soggiogati dalla piccola ma raffinatissima tecnica negoziatrice di Pipino: diceva sempre la verità. Non aveva mai nascosto un segreto, piccolo ed insignificante che fosse, alle parti ma era sempre stato il piccolo e confidenziale amico di tutti. Tutti i clienti lo sentivano un fratello, un familiare, uno di casa, il piccolo e saggio zio a cui tutti ricorrevano per un consiglio, per un opinione, per un piccolo suggerimento. Oltre che per la vendita.
Tutti vendevano e compravano casa da lui, in tutta sicurezza; mai un piccolo intoppo, un imbroglio, un pasticcio, un garbuglio; mai un ricorso ad un esperto, ad un legale o un consulente esterno; tutti i clienti si erano trovati bene e tutti erano stati soddisfatti nei loro piccoli e grandi bisogni ed esigenze.
Il piccolo Pipino Bertonsicini, in questi 35 anni, aveva pianto con tutti, democraticamente, a tutti aveva elargito, con trasporto generoso e con tanta piccola gaiezza, almeno una lacrimuccia, un piccolo singhiozzo, un piccolo vagito; ad ogni stretta di mano, tra i contraenti che concludevano un affare immobiliare, argentee lacrime cominciavano a solcare il suo piccolo ma angelico viso e le rigavano le sue piccole gote che arrossivano come piccole mele per l’emozione che in quel momento provava. Erano pianti di gioia di un anima candida, pulita e serafica, non il frutto amaro di un dolore, ma l’esito di una piccola grande felicità che lui, attraverso le lacrime, donava ai suoi clienti, che uscivano leggeri e rinfrancati, quasi camminando sopra una nuvoletta, dal suo piccolo studio immobiliare, non prima di aver corrisposto, con grande convinzione, una piccola percentuale di mediazione.
Ma perché il nostro piccolo eroe donava sempre tanta gioia ai suoi clienti, perché i suoi piccoli pianti facevano felici tutti? Perché riusciva a concludere sempre i suoi piccoli- grandi affari immobiliari anche quelli che si presentavano molto ostici e ardui?
Quale era il suo piccolo - grande segreto che egli tiene celato come un tesoro in uno scrigno?
Per lungo tempo se ne era parlato, nel piccolo paese posto tra Nord e Sud d’Italia ma anche lontano dal Centro; se ne era discusso nella piccola piazzetta del paese, accanto alla piccola fontana, nel minuscolo mercato della frutta; tante piccole chiacchiere e tanti piccoli pettegolezzi, su questo argomento, erano usciti dalla bocca dei compaesani dentro bar e, soprattutto, nella barberia del paese che fungeva anche da parrucchiera pour dame; ma tutte le voci rimanevano sottotraccia, il piccolo cicaleccio era sempre smorzato nel tono, a causa del profondo rispetto che i compaesani portavano per il piccolo Pipino Bertonsicini; la discrezione e il riserbo, alla fine, vinsero su tutto il resto e del misterioso e piccolo segreto del nostro eroe, ad un certo punto, nessuno parlò più.
Intanto, il nostro piccolo-grande agente immobiliare continuava a mietere piccoli successi professionali su piccoli successi professionali e i suoi piccoli dotti lacrimali erano sempre in attività, tanto da apparire delle piccole fontanelle, finché un giorno, nel piccolo paese, arrivò un piccolo cronista di un grande giornalone nazionale, di quelli, sapete, che vendono centinaia di migliaia di copie al giorno.
Il piccolo giornalista aveva un compito preciso: quello di far sputare al piccolo Pipino Bertonsicini il segreto del suo piccolo-grande successo professionale che non aveva pari al mondo: era l’unico agente immobiliare del pianeta terrestre ad avere venduto tutte le case che aveva avuto in acquisizione; non aveva mai fallito una vendita. Un’autentica roba da Guinness dei primati! Non una piccola cosa! Grandi gruppi immobiliari e potenti società di franchising si interrogavano su questo piccolo-grande enigma ma non sapevano darsi nessuna risposta plausibile piccola o grande che fosse.
Erano verdi per la collera!
Era previsto un piccolo articolo di costume in ventesima pagina ma, per il giornalista, riuscire a estirpare dalla piccola lingua del piccolo Pipino Bertonsicini il piccolo segreto della suo lungo e costante successo professionale, era quasi una questione di vita e di morte: era in ballo la sua promozione a redattore capo. Il piccolo giornalista era pronto a ricorrere a mille e una gherminella del suo mestiere per ottenere il suo scopo.

Ma quale è, finalmente, il piccolo ma celatissimo segreto che permetteva, al piccolo mediatore Pipino Bertonsicini, piccolo in tutto, ma grande nel suo lavoro, di non fallire un colpo, piccolo o grande che fosse, nel settore della mediazione immobiliare?

Scommetto che ve lo state chiedendo anche voi, operatori grandi e piccoli di Immobilio.
Erano passati tre giorni dal suo arrivo nel piccolo paese, posto tra Nord e Sud dell' Italia ma lontano dal Centro, e Bartolo Masteghin da Chioggia, il piccolo giornalista del giornalone nazionale che pensava di saperla lunga in materia di uomini e di interviste, si ritrovava, tra le mani, poco più che un piccolo pugno di mosche sul conto del piccolo grande uomo Pipino Bertonsicini; aveva saputo che era vegetariano, che non fumava e che beveva pochissimo, che coltivava zucchine, pomodori e cetrioli nel suo piccolo orto biologico, che era celibe e che in paese lo chiamavano il “fottuto piccolo genio della casa”, quello che non sbagliava mai una vendita immobiliare.
Un po’ poco per un piccolo giornalista professionista che aspirava a diventare un grande redattore capo; con queste notizie raccattate, alla bell’ e meglio, tra i cittadini più loquaci del paese, non ci poteva scrivere nemmeno un piccolo trafiletto, altro che grande articolo di costume che prometteva di svelare il piccolo segreto professionale del mediatore più infallibile della storia dell’intermediazione immobiliare! Certo, sapeva anche che l’agente immobiliare era basso, piccolo, mingherlino, dal fare inappuntabile, dai modi schietti ma cortesi, dall’eloquio affascinante e convincente…ma insomma, quanti piccoli – grandi uomini sul nostro pianeta hanno tali caratteristiche, tali qualità, senza, per questo, essere assolutamente sicuri e precisi nel loro lavoro!
E poi, queste piccole cose, sapute e risapute, erano delle non-notizie.
Quale, dunque, il piccolo ma intimissimo segreto che nascondeva questo benedetto piccolo - grande uomo, questo benedetto piccolo-grande agente immobiliare?
Molti abitanti del piccolo paese giuravano che Pipino Bertonsicini avesse, una casa piccina picciò, con un cucinino, un salottino e un bagnetto dotato giusto dei sanitari essenziali. Certo il piccolo giornalista Bartolo Masteghin poteva, con una scusa qualsiasi, cercare di entrare nella piccola casa del nostro eroe e perlustrarla, ma poi… era una casetta normale, piccola in tutto, non mi pare che dimorare in una piccola casa fosse così strano, per Pipino Bertonsicini, tanto da suscitare domande e dubbi. Un grande agente immobiliare che abita in una piccola ed insignificante casa… quasi una contraddizione, però. Ma niente di così bizzarro.

“Ma io cosa ci scrivo sull’articolo? Domani devo pure rientrare in città, in redazione; i soldi della trasferta terminano stasera…Boh, dovrò lavorare di fantasia, qualcosa mi inventerò; riporterò una qualche teoria sotto forma di ipotesi, di congettura.
Dirò che, forse, il piccolo segreto del successo del piccolo –grande uomo Pipino Bertonsicini si cela….Sì, va bene, ma dove si cela?”

“Dunque vediamo: qui in paese si vocifera che Bertonsicini, gelosissimo della sua privacy, non apra la casa quasi a nessuno, che praticamente viva sempre da solo, senza amicizie intime e senza neppure la consolazione sentimentale di una donna. Non ha neanche cameriere o badanti che vadano a sbrigare le faccende domestiche.
Ma questo cosa vorrà dire? Che nasconde in casa un qualche terribile segreto che non vuole svelare a nessuno?
Ma chissà quante persone vivono sole nel mondo! Chissà quanti hanno scelto volontariamente di farsi compagnia da se stesse!”

“Poi si vocifera in paese che non abbia camera da letto in casa...Già questo particolare è più strano ed insolito.
E questo vuol soprattutto dire che ha un divano letto nel salottino, non ci sono dubbi, su questo. Ma perché un uomo deve dormire, a casa sua, nel salotto e non in camera da letto? Perché negarsi questa comodità?
Ma che vado a pensare? Un tipo piccolo e di bassa statura come Pipino Bertonsicini può benissimo accontentarsi di un piccolo divano-letto nel salotto; se ne vendono di comodissimi, oggigiorno”.

“Ma allora? Siamo al punto di partenza”.

“Sai che vi dico, cari lettori? Andremo alle corte!
Questa sera, appena esce dal suo piccolo ufficio, lo affronto a brutto muso e gli domando quello che gli devo domandare; punto e basta! E sarà quel che sarà!”

E così come pensò, il giornalista Bartolo Masteghin fece.
Incrociò nella piazza del paese il piccolo Pipino Bertonsicini, raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo, e gli chiese a bruciapelo, chiudendo quasi gli occhi: " Egregio signore, ci può dire, a noi profani, qual'e il segreto del suo strepitoso successo come agente immobiliare?"
" Certo che glielo dico, così domani lo scriverà sul giornalone e lo saprà tutto il mondo, il grande segreto del piccolo Pipino Bertonsicini"
Il giornalista era rimasto a bocca aperta. Senza parole, completamente basito.
"Il mio segreto è che posso girare sempre a testa alta e fissare negli occhi tutti perché non ho rimorsi, tormenti, pendenze, conti in sospeso, segreti.. Come faccio?
Semplice: DORMO SEMPRE NELL’ARMADIO di casa mia e così controllo sempre che non ci siano SCHELETRI.
Facile no?"

Da qual giorno, Pipino Bertonsicini divenne, universalmente, l’agente immobiliare che viveva in un armadio senza scheletri.

Chi voglia intendere, intenda.
 

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