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Il grande crollo del mercato immobiliare? Colpa del picco del petrolio
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Testo
<blockquote data-quote="il Custode" data-source="post: 5464" data-attributes="member: 2"><p>Il grande crollo del mercato immobiliare? Colpa del picco del petrolio</p><p><em>La grande crisi attuale probabilmente è stata scatenata dal grande picco del petrolio avvenuto nel corso del 2008. Un legame a prima vista non molto evidente, ma che in realtà nasconde molti perché della situazione dell’economia mondiale. Guidati da Ugo Bardi proviamo a scoprire il perché.</em></p><p></p><p><em><span style="font-style: normal;">Il grande crollo è cominciato col mercato immobiliare, con la crisi dei famosi "subprime" che poi si è propagata a catena in tutti i settori della finanza. I mutui "subprime" sono quei mutui considerati a rischio dagli istituti di credito. La storia è spiegata molto bene in un </span><a href="http://crisis.blogosfere.it/2009/02/la-crisi-del-credito-for-dummies.html" target="_blank"><span style="font-style: normal;">video linkato sul blog "crisis"in un post di Debora Billi</span></a><span style="font-style: normal;">. E' veramente illuminante, se appena masticate un po' di inglese, perdeteci 10 minuti per guardarlo. Dopo, capirete perché siamo in grossi guai.</span></em></p><p><em></em></p><p><em><span style="font-style: normal;">ASPO aveva previsto il crollo del sistema finanziario già da anni (per esempio, </span><a href="http://aspoitalia.blogspot.com/2009/02/colin-campbell-il-profeta.html" target="_blank"><span style="font-style: normal;">da parte di Colin Campbell</span></a><span style="font-style: normal;">).</span></em></p><p><em></em></p><p><em><span style="font-style: normal;">Ma quando questo è avvenuto, non tutti hanno colto </span><strong><span style="font-style: normal;">il legame con il picco del petrolio</span></strong><span style="font-style: normal;">. In effetti, il legame non è evidente: </span><strong><span style="font-style: normal;">cosa c'entrano i mutui subprime con il petrolio?</span></strong></em></p><p><em></em></p><p><em><span style="font-style: normal;">Seguendo questa linea di pensiero, molti hanno parlato di un </span><strong><span style="font-style: normal;">"economia reale"</span></strong><span style="font-style: normal;"> contrapposta all' </span><strong><span style="font-style: normal;">"economia finanziaria"</span></strong><span style="font-style: normal;">. La prima sarebbe sana, mentre la seconda sarebbe un covo di speculazione e corruzione. Da qui, si potrebbe concludere che la crisi riguarda soltanto questo mondo etereo di grandi pescecani della finanza, ma non questa mitica economia reale che continuerà comunque a produrre beni e servizi. Il picco del petrolio, secondo questa visione, in questa faccenda non c'entra proprio niente</span></em></p><p><em></em></p><p><em><span style="font-style: normal;">A mio parere, questo modo di vedere le cose è completamente sbagliato. </span><strong><span style="font-style: normal;">E' proprio l'economia reale a essere nei guai</span></strong><span style="font-style: normal;">; e in dei guai molto profondi. Purtroppo, la nostra tendenza a dare molta importanza alle vicende finanziarie, prezzi e mercati azionari, ci rende ciechi di fronte alle difficoltà reali di chi produce qualcosa. Ma non possiamo ignorare il profondo </span><strong><span style="font-style: normal;">effetto che la crisi delle materie prime ha avuto sulla produzione industriale negli ultimi anni</span></strong><span style="font-style: normal;">. Sebbene i prezzi siano andati in su e in giù, la media è rimasta molto alta e, in ogni caso, non è tanto questione di prezzi quanto di costi. </span><strong><span style="font-style: normal;">I costi di estrarre, trattare e distribuire le risorse minerali sono in continuo aumento</span></strong><span style="font-style: normal;">: è un effetto inevitabile del progressivo esaurimento delle risorse "facili", quelle che vengono estratte per prime.</span></em></p><p><em></em></p><p><em><span style="font-style: normal;">Ma non è solo una questione di costi delle materie prime. Le industrie (soprattutto nei paesi occidentali) si trovano a fronteggiare un vero tsunami di burocrazia regolatoria che fa aumentare sempre di più i costi di produzione. I burocrati di oggi sembrano appositamente pagati per mettere i bastoni fra le ruote a chi cerca di produrre qualcosa. Si sa che la burocrazia è in gran parte un'entità autoreferenziale che si nutre di se stessa, ma ci sono anche dei motivi oggettivi che portano a questo uragano regolatorio. </span><strong><span style="font-style: normal;">L'inquinamento ambientale è una realtà e i suoi costi qualcuno li deve pagare: sono costi di sistema.</span></strong></em></p><p><em></em></p><p><em><span style="font-style: normal;">Abbiamo pochi studi integrati che tengono conto di tutti questi fattori: uno è quello della serie "I Limiti dello Sviluppo". A partire dal primo studio, del 1972, fino a quello più recente, del 2005, il modello dinamico del sistema economico mondiale ci dice che la combinazione di costi crescenti delle materie prime e dell'effetto dell'inquinamento deve portare il sistema industriale mondiale a cessare di crescere e a cominciare a contrarsi.</span></em></p><p><em></em></p><p><em><span style="font-style: normal;">Sembrerebbe esattamente quello che sta succedendo: </span><strong><span style="font-style: normal;">il sistema produttivo mondiale sta cominciando a contrarsi</span></strong><span style="font-style: normal;">, iniziando una fase di declino che durerà decenni e che si potrà invertire soltanto quando (e se) saremo in grado di sviluppare nuove fonti energetiche e nuovi metodi produttivi a basso consumo di risorse e a basso inquinamento.</span></em></p><p><em></em></p><p><em><span style="font-style: normal;">Ma allora, se il guaio è nel sistema industriale, come mai abbiamo visto crollare per primi e così rovinosamente i mutui subprime e poi tutto il mercato immobiliare? In realtà, non ci dovremmo stupire di questo comportamento. Al momento in cui il sistema economico ha preso atto che non poteva più continuare a crescere come prima, chi ne ha fatto le spese è stata la frazione del sistema stesso che era più vulnerabile: il mercato immobiliare.</span></em></p><p><em></em></p><p><em><strong><span style="font-style: normal;">Il mercato immobiliare è un classico schema piramidale, o "schema di Ponzi".</span></strong><span style="font-style: normal;"> Questi sistemi piramidali sono basati sulla moltiplicazione delle risorse finanziarie con vari trucchi; possono esistere soltanto finché gli investitori non richiedono tutti insieme i loro capitali. A quel punto, crollano rovinosamente. Non importa che succeda niente di particolare per causare il crollo: è inevitabile a un certo punto. Ma il crollo può essere fatto scattare da un evento scatenante. Nel caso dell'attuale crisi, è probabile che questo evento scatenante sia stato il grande picco del prezzo del petrolio di metà 2008. </span><strong><span style="font-style: normal;">I prezzi altissimi hanno costretto le imprese e gli investitori a trasferire capitale nel settore petrolifero.</span></strong><span style="font-style: normal;"> Questo ha tolto al mercato immobiliare quel tanto di liquidità che è bastato per mettere a nudo lo schema di Ponzi che c'era dietro. A quel punto, il crollo era inevitabile: effetto valanga.</span></em></p><p><em></em></p><p><em><span style="font-style: normal;">Questo tipo di analisi è necessario per capire il comportamento di sistemi complessi come quello economico mondiale. </span><strong><span style="font-style: normal;">Non possiamo trovarci semplici legami di causa-effetto.</span></strong><span style="font-style: normal;"> Sarebbe sciocco dire che il mercato immobiliare è crollato a causa del picco del petrolio. Non è così, ma sarebbe altrettanto sciocco dire che il petrolio non c'entra niente con il crollo. Non ci sono molte certezze nell'evoluzione di un sistema complesso come l'economia mondiale, ma una è che la crisi è strutturale e durerà a lungo.</span></em></p><p><em></em></p><p><em>Articolo di Ugo Bardi tratto da <a href="http://www.aspoitalia.blogspot.com/" target="_blank">ASPO ITALIA</a></em></p><p><em></em></p><p><em>via <a href="http://www.terranauta.it/a905/energie/il_grande_crollo_del_mercato_immobiliare_colpa_del_picco_del_petrolio.html" target="_blank">http://www.terranauta.it/a905/energie/il_grande_crollo_del_mercato_immobiliare_colpa_del_picco_del_petrolio.html</a></em></p><p><em></em></p><p><em></em></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="il Custode, post: 5464, member: 2"] Il grande crollo del mercato immobiliare? Colpa del picco del petrolio [i]La grande crisi attuale probabilmente è stata scatenata dal grande picco del petrolio avvenuto nel corso del 2008. Un legame a prima vista non molto evidente, ma che in realtà nasconde molti perché della situazione dell’economia mondiale. Guidati da Ugo Bardi proviamo a scoprire il perché.[/i] [i]<span style="font-style: normal;">Il grande crollo è cominciato col mercato immobiliare, con la crisi dei famosi "subprime" che poi si è propagata a catena in tutti i settori della finanza. I mutui "subprime" sono quei mutui considerati a rischio dagli istituti di credito. La storia è spiegata molto bene in un </span>[url="http://crisis.blogosfere.it/2009/02/la-crisi-del-credito-for-dummies.html"]<span style="font-style: normal;">video linkato sul blog "crisis"in un post di Debora Billi</span>[/url]<span style="font-style: normal;">. E' veramente illuminante, se appena masticate un po' di inglese, perdeteci 10 minuti per guardarlo. Dopo, capirete perché siamo in grossi guai.</span> <span style="font-style: normal;">ASPO aveva previsto il crollo del sistema finanziario già da anni (per esempio, </span>[url="http://aspoitalia.blogspot.com/2009/02/colin-campbell-il-profeta.html"]<span style="font-style: normal;">da parte di Colin Campbell</span>[/url]<span style="font-style: normal;">).</span> <span style="font-style: normal;">Ma quando questo è avvenuto, non tutti hanno colto </span>[b]<span style="font-style: normal;">il legame con il picco del petrolio</span>[/b]<span style="font-style: normal;">. In effetti, il legame non è evidente: </span>[b]<span style="font-style: normal;">cosa c'entrano i mutui subprime con il petrolio?</span>[/b] <span style="font-style: normal;">Seguendo questa linea di pensiero, molti hanno parlato di un </span>[b]<span style="font-style: normal;">"economia reale"</span>[/b]<span style="font-style: normal;"> contrapposta all' </span>[b]<span style="font-style: normal;">"economia finanziaria"</span>[/b]<span style="font-style: normal;">. La prima sarebbe sana, mentre la seconda sarebbe un covo di speculazione e corruzione. Da qui, si potrebbe concludere che la crisi riguarda soltanto questo mondo etereo di grandi pescecani della finanza, ma non questa mitica economia reale che continuerà comunque a produrre beni e servizi. Il picco del petrolio, secondo questa visione, in questa faccenda non c'entra proprio niente</span> <span style="font-style: normal;">A mio parere, questo modo di vedere le cose è completamente sbagliato. </span>[b]<span style="font-style: normal;">E' proprio l'economia reale a essere nei guai</span>[/b]<span style="font-style: normal;">; e in dei guai molto profondi. Purtroppo, la nostra tendenza a dare molta importanza alle vicende finanziarie, prezzi e mercati azionari, ci rende ciechi di fronte alle difficoltà reali di chi produce qualcosa. Ma non possiamo ignorare il profondo </span>[b]<span style="font-style: normal;">effetto che la crisi delle materie prime ha avuto sulla produzione industriale negli ultimi anni</span>[/b]<span style="font-style: normal;">. Sebbene i prezzi siano andati in su e in giù, la media è rimasta molto alta e, in ogni caso, non è tanto questione di prezzi quanto di costi. </span>[b]<span style="font-style: normal;">I costi di estrarre, trattare e distribuire le risorse minerali sono in continuo aumento</span>[/b]<span style="font-style: normal;">: è un effetto inevitabile del progressivo esaurimento delle risorse "facili", quelle che vengono estratte per prime.</span> <span style="font-style: normal;">Ma non è solo una questione di costi delle materie prime. Le industrie (soprattutto nei paesi occidentali) si trovano a fronteggiare un vero tsunami di burocrazia regolatoria che fa aumentare sempre di più i costi di produzione. I burocrati di oggi sembrano appositamente pagati per mettere i bastoni fra le ruote a chi cerca di produrre qualcosa. Si sa che la burocrazia è in gran parte un'entità autoreferenziale che si nutre di se stessa, ma ci sono anche dei motivi oggettivi che portano a questo uragano regolatorio. </span>[b]<span style="font-style: normal;">L'inquinamento ambientale è una realtà e i suoi costi qualcuno li deve pagare: sono costi di sistema.</span>[/b] <span style="font-style: normal;">Abbiamo pochi studi integrati che tengono conto di tutti questi fattori: uno è quello della serie "I Limiti dello Sviluppo". A partire dal primo studio, del 1972, fino a quello più recente, del 2005, il modello dinamico del sistema economico mondiale ci dice che la combinazione di costi crescenti delle materie prime e dell'effetto dell'inquinamento deve portare il sistema industriale mondiale a cessare di crescere e a cominciare a contrarsi.</span> <span style="font-style: normal;">Sembrerebbe esattamente quello che sta succedendo: </span>[b]<span style="font-style: normal;">il sistema produttivo mondiale sta cominciando a contrarsi</span>[/b]<span style="font-style: normal;">, iniziando una fase di declino che durerà decenni e che si potrà invertire soltanto quando (e se) saremo in grado di sviluppare nuove fonti energetiche e nuovi metodi produttivi a basso consumo di risorse e a basso inquinamento.</span> <span style="font-style: normal;">Ma allora, se il guaio è nel sistema industriale, come mai abbiamo visto crollare per primi e così rovinosamente i mutui subprime e poi tutto il mercato immobiliare? In realtà, non ci dovremmo stupire di questo comportamento. Al momento in cui il sistema economico ha preso atto che non poteva più continuare a crescere come prima, chi ne ha fatto le spese è stata la frazione del sistema stesso che era più vulnerabile: il mercato immobiliare.</span> [b]<span style="font-style: normal;">Il mercato immobiliare è un classico schema piramidale, o "schema di Ponzi".</span>[/b]<span style="font-style: normal;"> Questi sistemi piramidali sono basati sulla moltiplicazione delle risorse finanziarie con vari trucchi; possono esistere soltanto finché gli investitori non richiedono tutti insieme i loro capitali. A quel punto, crollano rovinosamente. Non importa che succeda niente di particolare per causare il crollo: è inevitabile a un certo punto. Ma il crollo può essere fatto scattare da un evento scatenante. Nel caso dell'attuale crisi, è probabile che questo evento scatenante sia stato il grande picco del prezzo del petrolio di metà 2008. </span>[b]<span style="font-style: normal;">I prezzi altissimi hanno costretto le imprese e gli investitori a trasferire capitale nel settore petrolifero.</span>[/b]<span style="font-style: normal;"> Questo ha tolto al mercato immobiliare quel tanto di liquidità che è bastato per mettere a nudo lo schema di Ponzi che c'era dietro. A quel punto, il crollo era inevitabile: effetto valanga.</span> <span style="font-style: normal;">Questo tipo di analisi è necessario per capire il comportamento di sistemi complessi come quello economico mondiale. </span>[b]<span style="font-style: normal;">Non possiamo trovarci semplici legami di causa-effetto.</span>[/b]<span style="font-style: normal;"> Sarebbe sciocco dire che il mercato immobiliare è crollato a causa del picco del petrolio. Non è così, ma sarebbe altrettanto sciocco dire che il petrolio non c'entra niente con il crollo. Non ci sono molte certezze nell'evoluzione di un sistema complesso come l'economia mondiale, ma una è che la crisi è strutturale e durerà a lungo.</span> Articolo di Ugo Bardi tratto da [url="http://www.aspoitalia.blogspot.com/"]ASPO ITALIA[/url] via [url]http://www.terranauta.it/a905/energie/il_grande_crollo_del_mercato_immobiliare_colpa_del_picco_del_petrolio.html[/url] [/i] [/QUOTE]
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