Buongiorno a tutti,
sono nuova del forum, quindi spero che mi perdonerete eventuali imprecisioni.
Ho messo in vendita l'appartamento in cui abito e ho trovato un possibile acquirente che ha versato una caparra dopo aver abilmente trattato al ribasso sul prezzo. Sapendo che il mio appartamento non è in condizioni ottimali, e che non dispongo della certificazione per gli impianti elettrici e sanitario, ho deciso di accettare l'offerta con un ribasso di 12.000 euro sul prezzo iniziale, cifra per me non indifferente.
L'acquirente da subito ha richiesto le certificazioni di legge, ma mi sono informata e risulta che per i vecchi stabili questa documentazione non è necessaria. Ho quindi risposto di no, pensando di aver chiuso la faccenda, tanto più che l'acquirente si prepara a una ristrutturazione e che quindi gli impianti verranno modificati di conseguenza.
Abbiamo firmato il compromesso e, in attesa dell'uscita del perito della banca per il mutuo, ho sistemato al catasto un problema relativo al bagno, allargato dal proprietario precedente e mai sanato. La pratica è andata a buon fine.
Ora, alla vigilia del rogito vero e proprio, l'acquirente mi dice che ha seguito di questa 'ristrutturazione', cioè della modifica presentata al catasto relativa al bagno allargato, sono obbligata a presentare le certificazioni perché il mio appartamento non risulta più vecchio, ma ristrutturato, anche se in realtà l'unico cambiamento è stato lo spostamento di un tavolato interno tra il bagno e la camera da letto.
Morale: ho abbassato notevolmente il prezzo di vendita e ora mi ritrovo a dover sistemare gli impianti o comunque a provvedere alle certificazioni a mio carico... Già col prezzo a cui avevo pensato di vendere la casa avevo fatto fatica a trovare altro, ma ora dovendo ulteriormente decurtare il mio misero capitale l'orizzonte si prospetta proprio nero
Per rifarmi in parte di queste ulteriori spese avevo pensato di portarmi via la caldaia, praticamente nuova, e di installarla nella nuova casa che vorrei acquistare, recuperando così almeno questa spesa.
La domanda per gli esperti è: sono obbligata a lasciare la caldaia, che era installata al momento della visita dell'appartamento, della proposta di acquisto, della certificazione energetica e del prossimo rilascio delle certificazioni? O posso portarmela via senza problemi?
Grazie per l'aiuto che vorrete darmi!
Maria Teresa
sono nuova del forum, quindi spero che mi perdonerete eventuali imprecisioni.
Ho messo in vendita l'appartamento in cui abito e ho trovato un possibile acquirente che ha versato una caparra dopo aver abilmente trattato al ribasso sul prezzo. Sapendo che il mio appartamento non è in condizioni ottimali, e che non dispongo della certificazione per gli impianti elettrici e sanitario, ho deciso di accettare l'offerta con un ribasso di 12.000 euro sul prezzo iniziale, cifra per me non indifferente.
L'acquirente da subito ha richiesto le certificazioni di legge, ma mi sono informata e risulta che per i vecchi stabili questa documentazione non è necessaria. Ho quindi risposto di no, pensando di aver chiuso la faccenda, tanto più che l'acquirente si prepara a una ristrutturazione e che quindi gli impianti verranno modificati di conseguenza.
Abbiamo firmato il compromesso e, in attesa dell'uscita del perito della banca per il mutuo, ho sistemato al catasto un problema relativo al bagno, allargato dal proprietario precedente e mai sanato. La pratica è andata a buon fine.
Ora, alla vigilia del rogito vero e proprio, l'acquirente mi dice che ha seguito di questa 'ristrutturazione', cioè della modifica presentata al catasto relativa al bagno allargato, sono obbligata a presentare le certificazioni perché il mio appartamento non risulta più vecchio, ma ristrutturato, anche se in realtà l'unico cambiamento è stato lo spostamento di un tavolato interno tra il bagno e la camera da letto.
Morale: ho abbassato notevolmente il prezzo di vendita e ora mi ritrovo a dover sistemare gli impianti o comunque a provvedere alle certificazioni a mio carico... Già col prezzo a cui avevo pensato di vendere la casa avevo fatto fatica a trovare altro, ma ora dovendo ulteriormente decurtare il mio misero capitale l'orizzonte si prospetta proprio nero
Per rifarmi in parte di queste ulteriori spese avevo pensato di portarmi via la caldaia, praticamente nuova, e di installarla nella nuova casa che vorrei acquistare, recuperando così almeno questa spesa.
La domanda per gli esperti è: sono obbligata a lasciare la caldaia, che era installata al momento della visita dell'appartamento, della proposta di acquisto, della certificazione energetica e del prossimo rilascio delle certificazioni? O posso portarmela via senza problemi?
Grazie per l'aiuto che vorrete darmi!
Maria Teresa