Mobil

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La questione dell'abbattimento facoltativo fino al 50% è una dimostrazione lampante di come i legislatori difettano della padronanza della lingua italiana, e su questa lacuna poi si aprono le interpretazioni più fantasiose, sia della giurisprudenza che delle amministrazioni.
Come ho gia fatto notare post addietro, il citato comma 48, nel modo in cui è scritto, non lascerebbe dubbi sul fatto che l'abattimento si riferisca al valore venale, il che comporterebbe che tale abbattimento si sommi alla misura di riduzione al 60%, stabilita per legge, da riferire invece al calcolo del corrispettivo in relazione al valore venale.
La Corte dei Conti, pur avendo anche il compito istituzionale di dare la giusta interpretazione delle norme, a mio parere e in questo caso, si e presa l'arbitro di far diventare una cosa bianca nera, stabilendo che l'ulteriore abbattimento facoltativo, in barba all'analisi logica della lingua italiana, va riferito al corrispettivo e quindi va interpretato nel senso che nel calcolo del corrispettivo riferito in misura al 60% del valore venale può arrivare a discrezione del comune al 50%.
Secondo me l'articolo è senza dubbi scritto male, ma andrebbe cambiato da chi ne ha il potere, ossia dal legislatore, non dalla Corte dei Conti.
Riguardo al questa nuova del 25% non sapevo nulla, comunque qui non si finisce mai ... e inizio a pensare che senza un intervento legislativo organico che metta mano a tutta la materia non se ne uscirà vivi.
 

Santi60

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Vorrei condividere le modalita' messe in atto per la trasformazione in diritto di proprieta' del diritto di superfice dal Comune di Cascina (vedere Trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà ) che, ad un primo sguardo, conferma tutto quello che stiamo sostenendo in questa discussione. In particolare lo schema riepilogativo in fondo alla pagina web mi sembra perfetto.
Non posso esimermi dal giudizio di lode dei funzionari di un comune sicuramente piu' piccolo di Roma e, quindi, presumibilmente retribuiti con stipendi inferiori a quelli dei Dirigenti in posizioni analoghe nel Comune di Roma, che sono riusciti a fare chiarezza su questo tema complesso in modo cosi' puntuale e trasparente con una pubblicazione su Internet come quella che allego.
Suggerirei all'assessore Berdini una trasferta in questa bella cittadina per scambiare quattro chiacchere con il suo collega del posto (il 24 Agosto c'e' la Festa del Patrono, quindi potrebbe unire l'utile al dilettevole gustando un po' di crescentine con il pesto di maiale ed altre bonta' del posto :) ...), forse capirrebbe che i 180 giorni che gli sono stati "suggeriti" dai suoi funzionari sono quantomeno esagerati e, per giunta, senza risolvere il problema nella sua totalita' ...

Rettifico: le Crescentine si trovano da altre parti, comunque da quelle parti ci sono molte altre cose buone da gustare da quanto mi ricordo dall'ultima volta che sono stato in quella zon a :) ...
 

Bir

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Secondo voi i primi conteggi per l'affrancazione arriveranno fra 6 mesi o già da Settembre?
Sarebbe interessante saperlo. Io credo che a settembre arriveranno le prime lettere. Anche perchè se i 180 giorni li considerano dall'approvazione della delibera attuativa... sarebbe davvero da s*****i
 

giannelmo

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Santi60

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La questione dell'abbattimento facoltativo fino al 50% è una dimostrazione lampante di come i legislatori difettano della padronanza della lingua italiana, e su questa lacuna poi si aprono le interpretazioni più fantasiose, sia della giurisprudenza che delle amministrazioni.
Come ho gia fatto notare post addietro, il citato comma 48, nel modo in cui è scritto, non lascerebbe dubbi sul fatto che l'abattimento si riferisca al valore venale, il che comporterebbe che tale abbattimento si sommi alla misura di riduzione al 60%, stabilita per legge, da riferire invece al calcolo del corrispettivo in relazione al valore venale.
La Corte dei Conti, pur avendo anche il compito istituzionale di dare la giusta interpretazione delle norme, a mio parere e in questo caso, si e presa l'arbitro di far diventare una cosa bianca nera, stabilendo che l'ulteriore abbattimento facoltativo, in barba all'analisi logica della lingua italiana, va riferito al corrispettivo e quindi va interpretato nel senso che nel calcolo del corrispettivo riferito in misura al 60% del valore venale può arrivare a discrezione del comune al 50%.
Secondo me l'articolo è senza dubbi scritto male, ma andrebbe cambiato da chi ne ha il potere, ossia dal legislatore, non dalla Corte dei Conti.
Riguardo al questa nuova del 25% non sapevo nulla, comunque qui non si finisce mai ... e inizio a pensare che senza un intervento legislativo organico che metta mano a tutta la materia non se ne uscirà vivi.
Concordo con @Mobil sulla scarsa padronanza della lingua Italiana da parte di chi scrive le leggi. Purtroppo infatti tutta la legislazione è farcita di "ovvero" con duplice significato e di virgole buttate li a casaccio tanto da giustificare il famoso detto "fatta la Legge trovato l'inganno" ...
 

giannelmo

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ma le leggi non sono nazionali ?
Certo, ma sono i casi che variano da una città all'altra. Per esempio a Roma prima si vendeva a prezzo di mercato senza convenzione di affrancamento, a Paterno Dugnano è stato fatto lo stesso? Lì mi pare che non ci sia alcun affrancamento, ma che la diatriba verta solo sul prezzo chiesto dal comune per entrare nel pieno possesso del terreno (d'altra parte l'associazione si chiama "La Mia Terra").
 

Santi60

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La questione dell'abbattimento facoltativo fino al 50% è una dimostrazione lampante di come i legislatori difettano della padronanza della lingua italiana, e su questa lacuna poi si aprono le interpretazioni più fantasiose, sia della giurisprudenza che delle amministrazioni.
Come ho gia fatto notare post addietro, il citato comma 48, nel modo in cui è scritto, non lascerebbe dubbi sul fatto che l'abattimento si riferisca al valore venale, il che comporterebbe che tale abbattimento si sommi alla misura di riduzione al 60%, stabilita per legge, da riferire invece al calcolo del corrispettivo in relazione al valore venale.
La Corte dei Conti, pur avendo anche il compito istituzionale di dare la giusta interpretazione delle norme, a mio parere e in questo caso, si e presa l'arbitro di far diventare una cosa bianca nera, stabilendo che l'ulteriore abbattimento facoltativo, in barba all'analisi logica della lingua italiana, va riferito al corrispettivo e quindi va interpretato nel senso che nel calcolo del corrispettivo riferito in misura al 60% del valore venale può arrivare a discrezione del comune al 50%.
Secondo me l'articolo è senza dubbi scritto male, ma andrebbe cambiato da chi ne ha il potere, ossia dal legislatore, non dalla Corte dei Conti.
Riguardo al questa nuova del 25% non sapevo nulla, comunque qui non si finisce mai ... e inizio a pensare che senza un intervento legislativo organico che metta mano a tutta la materia non se ne uscirà vivi.
@Mobil la riduzione del 25% e' quella indicata dell’art 37 comma 1 D.P.R. 327 del 2001 riguardo alla nuova modalità di calcolo dell’indennità di esproprio (su cui dovrebbe basarsi la stima del valore venale), in quanto riferito ad interventi di riforma economico sociale.
Ho gia' citato questa riduzione nelle considerazioni della mia "Richiesta di parere" riferendomi a quanto suggerito, come procedura di stima del valore venale, dal documento dal titolo “Cessione in proprietà di Aree Peep/Pip concesse in diritto di superficie e in diritto di proprietà vincolata e rimozione dei vincoli gravanti su tali aree”, scaricabile da Internet all’indirizzo web http://www.formez.it/sites/default/files/aree_peep_e_pip.pdf, per inciso, tale procedura e' quella seguita dal Comune di Cascina che ho gia' condiviso (quest'ultimo ha utilizzato, come percentuale di incedenza del suolo, il 20%, che e' il massimo consentito dal comma 2 dell’art. 18 del DPR 380/2001 , invece del 15% suggerito dal documento preparato da FormezPA).
La mancanza di questa riduzione del 25% e' un'ulteriore problema dei valori venali stimati con la Deliberazione 40/2016 del Commissario Tronca che, come si dice, "fa acqua da tutte le parti". Il problema e' che tutta quest'acqua rischia di far annegare tante famigle romane!
 
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Santi60

Membro Attivo
Professionista
Certo, ma sono i casi che variano da una città all'altra. Per esempio a Roma prima si vendeva a prezzo di mercato senza convenzione di affrancamento, a Paterno Dugnano è stato fatto lo stesso? Lì mi pare che non ci sia alcun affrancamento, ma che la diatriba verta solo sul prezzo chiesto dal comune per entrare nel pieno possesso del terreno (d'altra parte l'associazione si chiama "La Mia Terra").
@giannelmo anche se i casi variano da una citta' all'altra, questo non giustifica che le Amministrazioni Comunali facciano carta straccia delle Leggi a carattere nazionale. Se c'e' una riduzione del 25% da applicare secondo una Legge Nazionale mai abrogata nessuna Amministrazione Comunale puo' far finta di dimenticarla!
In ogni caso l'applicazione della riduzione del 25% nella stima del valore venale che, a sua volta, deve scaturire dal valore di esproprio del suolo, e' legato al fatto che l’ultima frase del comma 48 dell’art. 31 della Legge 448/1998 dispone: “Comunque il costo dell'area così determinato non può essere maggiore di quello stabilito dal comune per le aree cedute direttamente in diritto di proprietà al momento della trasformazione di cui al comma 47”, e tale costo non e' proprio quello di esproprio che, a sua volta, secondo dell’art 37 comma 1 D.P.R. 327 del 2001, va ridotto del 25% ?
In ogni caso, da qualsiasi parte le si giri, le stime del valore venale della Deliberazione 40/2016 sono assolutamente FUORI LEGGE. Possibile che l'Assessore Berdini non si accorga che sta avallando dei valori indifendibili che sicuramente produrranno una valanga di azioni legali?
Alla fine, c'e' da prevedere le somme che il Comune di Roma spera di racimolare con questi metodi molti discutibili, andranno tutte in spese legali aggravando ancora di piu' il malmesso bilancio del Comune di Roma.
Il suggerimento che mi sento di dare all'Assessore Berdini e' quello di riprendere in mano la questione a partire dalla Deliberazione 40/2016 verificarne tutti i punti discutibili e rifare anche l'ultima delibera di approvazione di una procedura che sotto molti aspetti non sembra proprio un esempio di efficienza!
Infatti, tale ultima Deliberazione e' un caso piu' unico che raro di esternalizzazione di attivita', in questo caso alla societa' partecipata RpR, in cui, invece di ridurre i compiti dell'Amministrazione, li va ad aumentare poiche' l'intervento di RpR, oltre che ad essere fatto a "quattro mani", dato che nelle fasi in cui e' coinvolta RpR c'e' anche il coinvolgimento diretto di personale del Comune di Roma, necessita di attivita' propedeutiche e successive a cura del personale del Comune di Roma, triplicando l'impiego di risorse e dei tempi di esecuzione del procedimento.
In altre parole, se si deve proprio coinvolgere una Societa' esterna (anche se partecipata dal Comune di Roma), le attivita' del personale del comune di Roma, per una semplice questione di efficienza, dovrebbero essere ridotte alle minime indispensabili quali accettazione delle domande con immediato trasferimento dei documenti a RpR (senza verifiche di sorta) ed invio delle lettere finali con il corrispettivo richiesto ai richiedenti. Tutto il resto di attivita' dovrebbe essere fatto da RpR che, ricavandone un corrispettivo, dovrebbe prendersi tutte le responsabilita' delle verifiche da fare, delle richieste ai richiedenti di completamento della documentazione mancante, delle ricerche negli archivi del Comune di Roma delle Convenzioni e dei pagamenti effettuati dai concessionari (cosa che, per inciso, RpR dovrebbe aver gia' fatto in passato almeno per i 14 PdZ di cui ha gestito le Trasformazioni da diritto di superficie a diritto di proprieta') ed, infine, di esecuzione dei calcoli con la preparazione delle lettere finali da inviare ai richiedenti. Altrimenti, RpR si troverebbe nell'invidiabile posizione di una Societa' di consulenza senza alcuna responsabilita' dato che il 90% delle attivita' che ne implicano qualcuna sarebbero svolte dal personale del Comune di Roma.
 

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