francesco62

Membro Attivo
Professionista
Ribadisco una soluzione che ha già funzionato in altri casi data l'indivisibilità del bene. Un comproprietario sta utilizzando la casa come se fosse l'unico proprietario. I sette eredi chiedono con lettera ar a colui che lo utilizza di:
-a) Acquistare le sette quote dei comproprietari
-b) Permettere la vendita dell'intero immobile impegnandosi anche tramite mandato firmato ad agenzia
-c) Nel caso non aderisca alle prime due soluzioni (come presumo) si invia una richiesta danni anche con cifre superiori al reale valore dell'intero immobile (valore immobile + danni derivati dall'uso e dalla mancata disponibilità del bene per i sette comproprietari). A fronte di un rischio di una sentenza di condanna a pagare cifre ben piu' alte del valore del bene stesso vedrete che che il personaggio sarà piu' disponibile a trovare un accordo.
 

Kurt

Membro Attivo
Professionista
il fatto che abbia funzionato perché non sono andati in Tribunale non significa che funzioni in senso giuridico. In Tribunale le cose sono differenti bisogna avere ragione ma sopratutto devono darla.

Inoltre, deve essere sempre tenuto presente che esiste una norma che punisce la lite temeraria e chiedere un risarcimento danni superiore al valore stesso dell'immobile è azione che crea i presupposti per una simile richiesta di condanna.

Senza conoscere alcunché della questione se non le poche righe scritte dal nostro collega, viene prospettata quale sicura soluzione la richiesta di danni derivanti dal mancato uso dell'immobile da parte dei comproprietari.
A parte che i danni devono essere dimostrati, l'incontestabile elemento di fatto che uno dei comproprietari utilizzi il bene in maniera esclusiva non è causa diretta di danni agli altri comproprietari. Basti considerare che per contrastare una simile richiesta potrebbe opporre la manutenzione ordinaria che esegue a sue spese sull'immobile, la custodia del bene, l'usucapione del bene, oppure l'esistenza di un contratto verbale di comodato (quindi indimostrabile se non per comportamenti concludenti) oltre che chiedere i conteggi di come si sia generato il danno.

Prima di chiedere i danni devono essere fatte delle azioni per giustificare questa richiesta. P.es. azioni petitorie quali lettere con cui si chiede la restituzione del bene, ecc. Ma sono azioni che devono essere fatte bene, con tutti i documenti disponibili e meglio se curate dal legale che poi segue i clienti nelle azioni dinnanzi al Tribunale competente per luogo.

Si aggiunga che solo un legale del luogo conosce i Giudici che esamineranno il caso e le possibili evoluzioni della causa. Tutto questo però a un costo e bisogna capire se alla fine seguire una strada costi di più che seguirne un'altra, tempi inclusi.

Non si tratta di ricondurre a più miti consigli nessuno. Le ragioni per cui non vuole vendere possono essere molteplici e ugualmente tutelabili. Formato dalla mia professione non sposo nessuna tesi di parte ma cerco di capire cosa sia possibile fare da un punto di vista legale non dimenticando mai che abbiamo poche righe e non la documentazione completa.
Kurt
 

francesco62

Membro Attivo
Professionista
il fatto che abbia funzionato perché non sono andati in Tribunale non significa che funzioni in senso giuridico. In Tribunale le cose sono differenti bisogna avere ragione ma sopratutto devono darla.
Se dobbiamo dare dei consigli diamo per scontato che chi li chiede sappia cio' che fa' (se ci fosse stato un contratto d'affitto o di comodato non chiederebbe sicuramente nulla anche perchè l'uso sarebbe giustificato da contratto stesso).
Se ognuno deve fare il professore bisogna premettere che è ovvio che pima di intraprendere qualsiasi azione legale bisognerà essere supportati con uno studio piu' approfondito della questione e quindi qualsiasi quesito potrebbe avere una risposta come la tua che praticamente non è una risposta. Il mio è solo un suggerimento che già in piu' di un'occasione è funzionato, perché davanti ad una richiesta danni, motivata, ed in questo caso, lo puo' essere, chiunque , anche con il ragionevole dubbio di una possibile condanna ( ed in questo caso di motivazioni ce n'è piu' d'una) è piu' disponibile a trovare una accordo
 

topcasa

Membro Storico
il fatto che abbia funzionato perché non sono andati in Tribunale non significa che funzioni in senso giuridico. In Tribunale le cose sono differenti bisogna avere ragione ma sopratutto devono darla.

Inoltre, deve essere sempre tenuto presente che esiste una norma che punisce la lite temeraria e chiedere un risarcimento danni superiore al valore stesso dell'immobile è azione che crea i presupposti per una simile richiesta di condanna.

Senza conoscere alcunché della questione se non le poche righe scritte dal nostro collega, viene prospettata quale sicura soluzione la richiesta di danni derivanti dal mancato uso dell'immobile da parte dei comproprietari.
A parte che i danni devono essere dimostrati, l'incontestabile elemento di fatto che uno dei comproprietari utilizzi il bene in maniera esclusiva non è causa diretta di danni agli altri comproprietari. Basti considerare che per contrastare una simile richiesta potrebbe opporre la manutenzione ordinaria che esegue a sue spese sull'immobile, la custodia del bene, l'usucapione del bene, oppure l'esistenza di un contratto verbale di comodato (quindi indimostrabile se non per comportamenti concludenti) oltre che chiedere i conteggi di come si sia generato il danno.

Prima di chiedere i danni devono essere fatte delle azioni per giustificare questa richiesta. P.es. azioni petitorie quali lettere con cui si chiede la restituzione del bene, ecc. Ma sono azioni che devono essere fatte bene, con tutti i documenti disponibili e meglio se curate dal legale che poi segue i clienti nelle azioni dinnanzi al Tribunale competente per luogo.

Si aggiunga che solo un legale del luogo conosce i Giudici che esamineranno il caso e le possibili evoluzioni della causa. Tutto questo però a un costo e bisogna capire se alla fine seguire una strada costi di più che seguirne un'altra, tempi inclusi.

Non si tratta di ricondurre a più miti consigli nessuno. Le ragioni per cui non vuole vendere possono essere molteplici e ugualmente tutelabili. Formato dalla mia professione non sposo nessuna tesi di parte ma cerco di capire cosa sia possibile fare da un punto di vista legale non dimenticando mai che abbiamo poche righe e non la documentazione completa.
Kurt
Io penso che provare non nuoce.
 

Kurt

Membro Attivo
Professionista
Concordo ma applicando proprio il principio 'tentar non nuoce', cioe' si prova e se va bene, bene, in caso contrario e' stato un tentativo
 

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