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Accettazione della proposta di acquisto non comunicata con raccomandata? Non sempre fa saltare le pr
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<blockquote data-quote="stefanonobili" data-source="post: 195896" data-attributes="member: 5461"><p>Cari colleghi, a me è accaduto un altro caso, in terminni di accettazione della proposta d'acquisto:</p><p>Ho comunicato l'avvenuta accettazione alla proponente tramite telegramma, inviato alle 20,30 dell'ultimo giorno di validità della proposta e ricevuto alla 8.00 del mattino seguente. Soo stato costretto a detta comunicazione, in quanto la forma prevista era il fax, che la proponente di propria volontà mi staccava per impedire l'invio.</p><p>Come previsto dalla proposta alla firma dell'accettazione e ricezione del telegramma, ho consegnato al venditore la somma di €.5.000,00</p><p>Ebbene, dopo qualche giorno mi si richiede dalla parte proponente nuovo sopralluogo, per verifiare l'immobile con il figlio, che era l'interessato all'acquisto, dopo la visita mi arriva telegramma, con proposta di ridurre il prezzo pattuito per problemi legati al terrazzo da rifare. Ovviamente precisando che il terrazzo era stato già oggetto di discussione prima della proposta, e che il condominio aveva già deliberato in tal senso, per cui le spese erano a carico del venditore, inivitavo la proponente ad adempiere all'acquisto.</p><p>Immediatamente dopo mi arriva R.R. del suo legale, che mi intima di riconsegnare l'assegno in quanto l'accettazione della proposta d'acquisto è un atto ricettizio, e pertanto essendo la sua cliente venuta a conoscenza dell'accettazione dopo la scadenza ( 8 ore), della proposta aveva diritto alla restituzione dell'assegno.</p><p>Ovviamente siamo andati in giudizio, ove ho fatto presente la malafede dell'acquirente che prima mi impediva l'invio del fax, poi formulava una nuova offerta a condizioni diverse, adducendo scuse non veritiere, e solo successivamente dopo circa 10 gg. intendeva avvalersi della caratteristica ricettizia della comunicazione.</p><p>Ebben il giudice ha condannato in solido il sottoscritto ed il venditore, alla restituzione delle somme ed al pagamento delle spese, che nella fattispecie, ho dovuto sostenere io per intero, compresa la restituzione dei 5.000 euro che aveva incassato il venditore, in quanto non avendo lui adempiouto alla restituzione, in forza della solidarietà della condonna, l'Avv. della parte acquirente, aveva iniziato la procedura di recupero mediante pignoramento a danno del sottoscritto.</p><p>Ora dovrei fare causa al venditore per la rivalsa sul 50% di quanto pagato, e dovrei ricorrere in appello contro l'acquirente , ma ho paura nel sostenere tale giudizio in quanto non vorrei soccomebere per la seconda volta.</p><p>Io sostengo che un cliente che intende avvalersi della formula ricettizia della comunicazione dell'accettazione, lo debba fare tempestivamente, e non nelle modalità in cui se ne avvalsa l'acquirente, che dapprima formula una nuova offerta, e solo dopo dieci giorni, intende avvalersi della tardiva comunicazione. che comunque era sta inviata nie termini della validità della proposta, ed inviata a mezzo telegramma in quanto la fomra scelta del fax, di fatto mi era resa impossibile in quanto la cleinte di volontà staccava la linea al momento in cui prativa la ricezione.</p><p>Qualcuno ha sentenze in meirto o similari, in mio supporto??</p><p>Grazie</p><p>Stefano Nobili<img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/disappointed.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":disappunto:" title="Disappunto :disappunto:" data-shortname=":disappunto:" /></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="stefanonobili, post: 195896, member: 5461"] Cari colleghi, a me è accaduto un altro caso, in terminni di accettazione della proposta d'acquisto: Ho comunicato l'avvenuta accettazione alla proponente tramite telegramma, inviato alle 20,30 dell'ultimo giorno di validità della proposta e ricevuto alla 8.00 del mattino seguente. Soo stato costretto a detta comunicazione, in quanto la forma prevista era il fax, che la proponente di propria volontà mi staccava per impedire l'invio. Come previsto dalla proposta alla firma dell'accettazione e ricezione del telegramma, ho consegnato al venditore la somma di €.5.000,00 Ebbene, dopo qualche giorno mi si richiede dalla parte proponente nuovo sopralluogo, per verifiare l'immobile con il figlio, che era l'interessato all'acquisto, dopo la visita mi arriva telegramma, con proposta di ridurre il prezzo pattuito per problemi legati al terrazzo da rifare. Ovviamente precisando che il terrazzo era stato già oggetto di discussione prima della proposta, e che il condominio aveva già deliberato in tal senso, per cui le spese erano a carico del venditore, inivitavo la proponente ad adempiere all'acquisto. Immediatamente dopo mi arriva R.R. del suo legale, che mi intima di riconsegnare l'assegno in quanto l'accettazione della proposta d'acquisto è un atto ricettizio, e pertanto essendo la sua cliente venuta a conoscenza dell'accettazione dopo la scadenza ( 8 ore), della proposta aveva diritto alla restituzione dell'assegno. Ovviamente siamo andati in giudizio, ove ho fatto presente la malafede dell'acquirente che prima mi impediva l'invio del fax, poi formulava una nuova offerta a condizioni diverse, adducendo scuse non veritiere, e solo successivamente dopo circa 10 gg. intendeva avvalersi della caratteristica ricettizia della comunicazione. Ebben il giudice ha condannato in solido il sottoscritto ed il venditore, alla restituzione delle somme ed al pagamento delle spese, che nella fattispecie, ho dovuto sostenere io per intero, compresa la restituzione dei 5.000 euro che aveva incassato il venditore, in quanto non avendo lui adempiouto alla restituzione, in forza della solidarietà della condonna, l'Avv. della parte acquirente, aveva iniziato la procedura di recupero mediante pignoramento a danno del sottoscritto. Ora dovrei fare causa al venditore per la rivalsa sul 50% di quanto pagato, e dovrei ricorrere in appello contro l'acquirente , ma ho paura nel sostenere tale giudizio in quanto non vorrei soccomebere per la seconda volta. Io sostengo che un cliente che intende avvalersi della formula ricettizia della comunicazione dell'accettazione, lo debba fare tempestivamente, e non nelle modalità in cui se ne avvalsa l'acquirente, che dapprima formula una nuova offerta, e solo dopo dieci giorni, intende avvalersi della tardiva comunicazione. che comunque era sta inviata nie termini della validità della proposta, ed inviata a mezzo telegramma in quanto la fomra scelta del fax, di fatto mi era resa impossibile in quanto la cleinte di volontà staccava la linea al momento in cui prativa la ricezione. Qualcuno ha sentenze in meirto o similari, in mio supporto?? Grazie Stefano Nobili:wall: [/QUOTE]
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