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l'Agente Immobiliare e le Nuove Normative
Anche l' ANCE (Associazione Nazionale Costruttori) comincia a scalpitare nei confronti del governo..
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Testo
<blockquote data-quote="Bagudi" data-source="post: 83676" data-attributes="member: 3943"><p></p><p> </p><p></p><p></p><p>Antonio, hai perfettamente ragione, però, a quanto pare, adesso i nodi stanno arrivando al pettine, tanto è vero che oggi mi è arrivato questo articolo su una newsletter, che condivido in ogni virgola...</p><p></p><p>Silvana</p><p></p><p>[FONT=Georgia,Times New Roman,Times,serif]<span style="font-size: 15px"><span style="color: #000000"><strong>Case invendute, imprese in crisi e banche bloccate: nessuno si muove per la ripresa del mercato residenziale?</strong></span></span>[/FONT]</p><p>[FONT=Georgia,Times New Roman,Times,serif]<span style="font-size: 12px"><span style="color: #000000"><em>Italia</em></span></span>[/FONT]</p><p>[FONT=Georgia,Times New Roman,Times,serif]<span style="font-size: 12px"><span style="color: #000000">Nella calma piatta che il ciclo immobiliare attraversa quello che colpisce di più è l<strong>’assoluta mancanza di idee prospettiche per trovare una soluzione alla situazione di stallo che pervade il mercato</strong>. Ci riferiamo, in particolare, al mercato residenziale che rappresenta oltre il 70 per cento del totale del volume d’affare del settore. In questo perimetro di business sono comprese varie categorie della vasta filiera immobiliare come i costruttori, gli intermediari, le banche che erogano i mutui e, soprattutto, le famiglie interessate all’acquisto di una casa.</span></span></p><p><span style="font-size: 12px"><span style="color: #000000">E’ abbastanza visibile agli occhi di tutti che la situazione è pesante: le compravendite sono stazionarie, i prezzi stabili con tendenza a scendere, molte fasce sociali sono escluse dall’accesso ad un finanziamento per le nuove regole del sistema bancario e non trovano soddisfazione nel mercato degli affitti sempre più opaco, le imprese soffrono l’alto tasso di invenduto del nuovo e i conseguenti oneri bancari. L’edilizia pubblica non decolla e se si devono attendere i risultati del piano casa nella migliore delle ipotesi occorre aspettare una paio d’anni; molti progetti di edilizia privati sono fermi e altri in programma non partono per le oggettive difficoltà delle società di costruzione di trovare finanziamenti e acquirenti. Dietro la calma apparente abbiamo fondate ragioni di ritenere che molti operatori immobiliari si ano al limite delle proprie risorse e che le posizioni difficili del sistema bancario verso le imprese siano ad un livello molto alto.</span></span>[/FONT]</p><p> [FONT=Georgia,Times New Roman,Times,serif]<span style="font-size: 12px"><span style="color: #000000"></span></span></p><p><span style="font-size: 12px"><span style="color: #000000"><strong>Ci chiediamo come sia possibile che di fronte ad una domanda di case (vera), ad un’offerta di case ( reale), ad una tensione finanziaria causata dall’invenduto nessuno, a livello istituzionale o associativo, prenda il toro per le corna e faccia delle proposte. Qui prodest?</strong></span></span></p><p><span style="font-size: 12px"><span style="color: #000000">A chi giova questo stato di immobilità perniciosa e foriera di precipitare da un momento all’altro?</span></span></p><p><span style="font-size: 12px"><span style="color: #000000">Questa fascia di mercato ( per intenderci che arriva fino ai 250 mila euro) è bloccata e rappresenta il nocciolo duro delle compravendite. Chiedere alle banche di fare un passo avanti è illusorio e velleitario, sappiamo quanta paura aleggi nei piani alti verso il mattone e più in generale all’assunzione di rischi derivanti da mutui. I nuovi vincoli internazionali rappresentano un ulteriore deterrente ad aumentare le esposizioni verso la clientela.</span></span></p><p><span style="font-size: 12px"><span style="color: #000000">Sul fronte delle imprese è difficile chiedere a chi è già in difficoltà, causa l’ingente prodotto invenduto che si trova in casa, di cantare e portare la croce, in altre parole di studiare agevolazioni e accorgimenti in una congiuntura di grave difficoltà a sostenere il passo delle rate di rimborso sui prestiti ricevuto dal sistema bancario. Le famiglie poi sono ancora più impotenti di fronte ad una improvvisa ( e forse fuori luogo) rigidità delle banche che hanno alzato notevolmente i paletti della bancabilità: Famiglie peraltro che non sono nell’indigenza o nella fascia più bassa ma semplicemente godono di un reddito medio non più giudicato congruo dal sistema bancario per sostenere un mutuo.</span></span></p><p><span style="font-size: 12px"><span style="color: #000000">La strada dell’housing sociale per quanto n obile e coraggiosa non sarà certo la soluzione in grado di risolvere tutti questi problemi e non procederà neppure così speditamente; in ogni caso non utilizzare quel patrimonio consistente di immobili ormai già realizzati e pronti da vendere.</span></span></p><p><span style="font-size: 12px"><span style="color: #000000"><strong>Possibile, ci domandiamo, che nessuno riesca a introdurre un meccanismo in grado di superare queste barriere? È così aleatorio immaginare delle soluzioni condivise tra sistema bancario, imprese di costruzioni? Noi pensiamo di no! Certo non spetta a noi fare delle proposte o trovare delle soluzioni ma pungolare il sistema del real estate , quello sì!</strong></span></span>[/FONT]</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Bagudi, post: 83676, member: 3943"] [I][/I] Antonio, hai perfettamente ragione, però, a quanto pare, adesso i nodi stanno arrivando al pettine, tanto è vero che oggi mi è arrivato questo articolo su una newsletter, che condivido in ogni virgola... Silvana [FONT=Georgia,Times New Roman,Times,serif][SIZE=4][COLOR=#000000][B]Case invendute, imprese in crisi e banche bloccate: nessuno si muove per la ripresa del mercato residenziale?[/B][/COLOR][/SIZE][/FONT] [FONT=Georgia,Times New Roman,Times,serif][SIZE=3][COLOR=#000000][I]Italia[/I][/COLOR][/SIZE][/FONT] [FONT=Georgia,Times New Roman,Times,serif][SIZE=3][COLOR=#000000]Nella calma piatta che il ciclo immobiliare attraversa quello che colpisce di più è l[B]’assoluta mancanza di idee prospettiche per trovare una soluzione alla situazione di stallo che pervade il mercato[/B]. Ci riferiamo, in particolare, al mercato residenziale che rappresenta oltre il 70 per cento del totale del volume d’affare del settore. In questo perimetro di business sono comprese varie categorie della vasta filiera immobiliare come i costruttori, gli intermediari, le banche che erogano i mutui e, soprattutto, le famiglie interessate all’acquisto di una casa. E’ abbastanza visibile agli occhi di tutti che la situazione è pesante: le compravendite sono stazionarie, i prezzi stabili con tendenza a scendere, molte fasce sociali sono escluse dall’accesso ad un finanziamento per le nuove regole del sistema bancario e non trovano soddisfazione nel mercato degli affitti sempre più opaco, le imprese soffrono l’alto tasso di invenduto del nuovo e i conseguenti oneri bancari. L’edilizia pubblica non decolla e se si devono attendere i risultati del piano casa nella migliore delle ipotesi occorre aspettare una paio d’anni; molti progetti di edilizia privati sono fermi e altri in programma non partono per le oggettive difficoltà delle società di costruzione di trovare finanziamenti e acquirenti. Dietro la calma apparente abbiamo fondate ragioni di ritenere che molti operatori immobiliari si ano al limite delle proprie risorse e che le posizioni difficili del sistema bancario verso le imprese siano ad un livello molto alto.[/COLOR][/SIZE][/FONT] [FONT=Georgia,Times New Roman,Times,serif][SIZE=3][COLOR=#000000] [B]Ci chiediamo come sia possibile che di fronte ad una domanda di case (vera), ad un’offerta di case ( reale), ad una tensione finanziaria causata dall’invenduto nessuno, a livello istituzionale o associativo, prenda il toro per le corna e faccia delle proposte. Qui prodest?[/B] A chi giova questo stato di immobilità perniciosa e foriera di precipitare da un momento all’altro? Questa fascia di mercato ( per intenderci che arriva fino ai 250 mila euro) è bloccata e rappresenta il nocciolo duro delle compravendite. Chiedere alle banche di fare un passo avanti è illusorio e velleitario, sappiamo quanta paura aleggi nei piani alti verso il mattone e più in generale all’assunzione di rischi derivanti da mutui. I nuovi vincoli internazionali rappresentano un ulteriore deterrente ad aumentare le esposizioni verso la clientela. Sul fronte delle imprese è difficile chiedere a chi è già in difficoltà, causa l’ingente prodotto invenduto che si trova in casa, di cantare e portare la croce, in altre parole di studiare agevolazioni e accorgimenti in una congiuntura di grave difficoltà a sostenere il passo delle rate di rimborso sui prestiti ricevuto dal sistema bancario. Le famiglie poi sono ancora più impotenti di fronte ad una improvvisa ( e forse fuori luogo) rigidità delle banche che hanno alzato notevolmente i paletti della bancabilità: Famiglie peraltro che non sono nell’indigenza o nella fascia più bassa ma semplicemente godono di un reddito medio non più giudicato congruo dal sistema bancario per sostenere un mutuo. La strada dell’housing sociale per quanto n obile e coraggiosa non sarà certo la soluzione in grado di risolvere tutti questi problemi e non procederà neppure così speditamente; in ogni caso non utilizzare quel patrimonio consistente di immobili ormai già realizzati e pronti da vendere. [B]Possibile, ci domandiamo, che nessuno riesca a introdurre un meccanismo in grado di superare queste barriere? È così aleatorio immaginare delle soluzioni condivise tra sistema bancario, imprese di costruzioni? Noi pensiamo di no! Certo non spetta a noi fare delle proposte o trovare delle soluzioni ma pungolare il sistema del real estate , quello sì![/B][/COLOR][/SIZE][/FONT] [/QUOTE]
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