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<blockquote data-quote="Mil" data-source="post: 457024" data-attributes="member: 11414"><p>ale, ho l'impressione che stavolta ci capiamo poco.</p><p>Non si sta discutendo di giustezza o meno, è ovvio che sono d'accordo con te.</p><p>Però è un fatto che la crisi, la possibilità di delocalizzare etc. abbia messo spalle al muro entrambe le realtà, il nord e il sud.</p><p>Ma il colpo più duro in tempi di magra non lo subisce chi non aveva nulla o quasi da perdere e vive di sussistenza ed espedienti dal dopoguerra.</p><p>Il colpo duro lo paga e di brutto chi pensava di avere la garanzia di benessere costante e soprattutto diffuso.</p><p>Tornando al discorso immobili (che è quello che ci interessa) quello che si può constatare è che la bolla speculativa non ha inciso più di tanto al sud sia per la oggettiva minore appetibilità delle zone sia anche per un aspetto culturale che è la minore tendenza ad indebitarsi. Questi sono fatti.</p><p>Ma la risultante di questo incrocio di vettori piaccia o no è che ad oggi il cassintegrato emiliano, veneto o lombardo che aveva comprato a prezzi molto alti perchè "c'è il lavoro" indebitandosi in modo esagerato (se rapportato per di più a un tugurio a peso d'oro) sopporta il peso della crisi in misura tripla o quadrupla rispetto al collega del mezzogiorno d'Italia.</p><p>Quindi è un errore dire che al sud si sta male : certo, è vero, ma il vero confronto si deve fare con i tempi pre crisi. E al sud non si stava troppo bene neppure prima ed è il motivo per cui il costo della vita è un quarto. Anzi secondo me il sud ha solo margini di miglioramento come dopo le epidemie nel Seicento.</p><p>Il vero dramma lo si vede al nord, dove l'eccessiva confidenza in una situazione di prosperità unita alla speculazione sta facendo emergere la vera realtà.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Mil, post: 457024, member: 11414"] ale, ho l'impressione che stavolta ci capiamo poco. Non si sta discutendo di giustezza o meno, è ovvio che sono d'accordo con te. Però è un fatto che la crisi, la possibilità di delocalizzare etc. abbia messo spalle al muro entrambe le realtà, il nord e il sud. Ma il colpo più duro in tempi di magra non lo subisce chi non aveva nulla o quasi da perdere e vive di sussistenza ed espedienti dal dopoguerra. Il colpo duro lo paga e di brutto chi pensava di avere la garanzia di benessere costante e soprattutto diffuso. Tornando al discorso immobili (che è quello che ci interessa) quello che si può constatare è che la bolla speculativa non ha inciso più di tanto al sud sia per la oggettiva minore appetibilità delle zone sia anche per un aspetto culturale che è la minore tendenza ad indebitarsi. Questi sono fatti. Ma la risultante di questo incrocio di vettori piaccia o no è che ad oggi il cassintegrato emiliano, veneto o lombardo che aveva comprato a prezzi molto alti perchè "c'è il lavoro" indebitandosi in modo esagerato (se rapportato per di più a un tugurio a peso d'oro) sopporta il peso della crisi in misura tripla o quadrupla rispetto al collega del mezzogiorno d'Italia. Quindi è un errore dire che al sud si sta male : certo, è vero, ma il vero confronto si deve fare con i tempi pre crisi. E al sud non si stava troppo bene neppure prima ed è il motivo per cui il costo della vita è un quarto. Anzi secondo me il sud ha solo margini di miglioramento come dopo le epidemie nel Seicento. Il vero dramma lo si vede al nord, dove l'eccessiva confidenza in una situazione di prosperità unita alla speculazione sta facendo emergere la vera realtà. [/QUOTE]
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