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<blockquote data-quote="IV76" data-source="post: 159122" data-attributes="member: 37324"><p>Buongiorno, scrivo per avere un consiglio su come procedere all'interno di una questione abbastanza ingarbugliata e problematica.</p><p>Ho acquisito un bilocale in corte dove i proprietari e il titolare dell'agenzia Immobiliare mi hanno "spergiurato e spacciato" per edificio ante 1 settembre 1965 con perfetta conformità e regolarità urbanistica. Questo nonostante i dubbi da me sollevati a causa di un'altezza della zona giorno pari a 245 cm e una scala di accesso particolarmente ripida.</p><p>Da parte loro ho sempre ricevuto rassicurazioni e minimizzazioni a questi miei dubbi, nonostante la mia dichiarata ed espressa richiesta di informazioni; domanda posta un'ora prima del rogito e dove il titolare dell'agenzia immobiliare per rassicurarmi mi suggerisce di sottoscrivere una scrittura privata in cui la parte venditrice in caso di problematiche legate all'agibilità si sarebbe accollata ogni onere.</p><p>Due mesi dopo il rogito, ottenuto l'immobile sono andata in comune per avere delucidazioni in merito alla Dia da presentare e mi disegnano la mia UI asserendo che sull'UI non esistono pratiche in archivio e che si deve fare una ricerca per nome degli ex-proprietari.</p><p>La faccio breve: prima l'immobile risulta un fienile, poi spunta un condono che però è difforme dallo stato di fatto da me visto e compravenduto. </p><p>In più gli ex-proprietari si sono resi latitanti e poco partecipi al mio problema.</p><p>Il tecnico comunale mi pone come unica scappatoia la regolarizzazione rispetto alle normative vigenti oppure il ripristino rispetto il disegno di condono presentato, che risulta essere graficamente impreciso e assurdo: scala che rappresenta 11 gradini per colmare oltre 4 m di interpiano.</p><p></p><p>Cosa mi suggerite di procedere? </p><p>Quante possibilità di vincita di una causa ho in caso gli ex-proprietari non volessero giungere ad un accordo ( cosa molto probabile dato che dichiarano che non hanno soldi ed io è un anno che non sto godendo del bene e rischio di perdere tutte le agevolazioni prima casa)?</p><p>E' preferibile andare in causa chiedendo un deprezzamento del valore di acquisto o annullare l'atto?</p><p></p><p>Ultima domanda: l'agenzia che mi ha fornito il servizio e a cui ho esplicitamente richiesto di andare a controllare l'agibilità in comune che dista dal loro ufficio meno di 20 mt, ha un concorso di colpa in questa faccenda?</p><p></p><p>Mi sento un'ingenua nell'aver creduto alle parole dettemi e pagato profumatamente la professionalità di chi dovrebbe fare anche i miei interessi.</p><p></p><p>Ringraziando anticipatamente per l'attenzione,saluto.</p><p></p><p>Un persona "logorata"</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="IV76, post: 159122, member: 37324"] Buongiorno, scrivo per avere un consiglio su come procedere all'interno di una questione abbastanza ingarbugliata e problematica. Ho acquisito un bilocale in corte dove i proprietari e il titolare dell'agenzia Immobiliare mi hanno "spergiurato e spacciato" per edificio ante 1 settembre 1965 con perfetta conformità e regolarità urbanistica. Questo nonostante i dubbi da me sollevati a causa di un'altezza della zona giorno pari a 245 cm e una scala di accesso particolarmente ripida. Da parte loro ho sempre ricevuto rassicurazioni e minimizzazioni a questi miei dubbi, nonostante la mia dichiarata ed espressa richiesta di informazioni; domanda posta un'ora prima del rogito e dove il titolare dell'agenzia immobiliare per rassicurarmi mi suggerisce di sottoscrivere una scrittura privata in cui la parte venditrice in caso di problematiche legate all'agibilità si sarebbe accollata ogni onere. Due mesi dopo il rogito, ottenuto l'immobile sono andata in comune per avere delucidazioni in merito alla Dia da presentare e mi disegnano la mia UI asserendo che sull'UI non esistono pratiche in archivio e che si deve fare una ricerca per nome degli ex-proprietari. La faccio breve: prima l'immobile risulta un fienile, poi spunta un condono che però è difforme dallo stato di fatto da me visto e compravenduto. In più gli ex-proprietari si sono resi latitanti e poco partecipi al mio problema. Il tecnico comunale mi pone come unica scappatoia la regolarizzazione rispetto alle normative vigenti oppure il ripristino rispetto il disegno di condono presentato, che risulta essere graficamente impreciso e assurdo: scala che rappresenta 11 gradini per colmare oltre 4 m di interpiano. Cosa mi suggerite di procedere? Quante possibilità di vincita di una causa ho in caso gli ex-proprietari non volessero giungere ad un accordo ( cosa molto probabile dato che dichiarano che non hanno soldi ed io è un anno che non sto godendo del bene e rischio di perdere tutte le agevolazioni prima casa)? E' preferibile andare in causa chiedendo un deprezzamento del valore di acquisto o annullare l'atto? Ultima domanda: l'agenzia che mi ha fornito il servizio e a cui ho esplicitamente richiesto di andare a controllare l'agibilità in comune che dista dal loro ufficio meno di 20 mt, ha un concorso di colpa in questa faccenda? Mi sento un'ingenua nell'aver creduto alle parole dettemi e pagato profumatamente la professionalità di chi dovrebbe fare anche i miei interessi. Ringraziando anticipatamente per l'attenzione,saluto. Un persona "logorata" [/QUOTE]
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