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<blockquote data-quote="wrestlergirl" data-source="post: 572754" data-attributes="member: 74571"><p>Buongiorno, </p><p></p><p>scrivo in merito a una questione relativa all'acquisto di un immobile per il quale ho già sottoscritto in dicembre 2017 un contratto preliminare presso l'agenzia immobiliare.</p><p></p><p>La compravendita riguarda un immobile situato in una zona sprovvista di allaccio fognario. Dopo vari sopralluoghi, decisi di acquistare l'immobile in quanto soddisfaceva le mie esigenze. Avvalendomi di un tecnico, prima della firma del contratto preliminare, chiesi al venditore di eliminare un bagno abusivo (cosa che è stata fatta) in modo tale da avere la casa in condizioni ottimali dal punto di vista catastale e urbanistico. Dai venditori e dall'agenzia mi fu assicurato che fosse tutto in regola e funzionante. Nel contratto preliminare ho accettato di ricevere l'immobile senza certificato di agibilità in quanto lo avrei comunque dovuto richiedere successivamente in seguito ai lavori di ristrutturazione edilizia necessari alla casa (comunicazione da me fornita in via confidenziale) e dal momento che non avrei richiesto un mutuo per acquistarla. </p><p></p><p>Ora, in seguito al sopralluogo di un geologo, sono venuto a conoscenza del fatto che la casa sia sprovvista di allaccio fognario e che quindi non sia autorizzata allo scarico dal momento che fu costruita prima del 1967. Durante il nostro primo incontro, mi fu detto dal venditore che fosse tutto in regola per lo scarico delle acque reflue domestiche. Dunque, vi è la necessità, perchè la casa sia abitabile e che io non incorra in sanzioni di tipo penale, che venga costruito un depuratore per le acque reflue domestiche secondo le norme vigenti con relative autorizzazioni ARPA e della regione/provincia. La casa mi è stata venduta senza agibilità e io ho sottoscritto di prenderla in tali condizioni, ma ad uso abitativo. E' possibile che queste due caratteristiche possano coesistere all'interno di un contratto di vendita immobiliare? Non sarebbe come una vendita aliud pro alio? La casa è stata venduta senza agibilità ma descritta come un immobile con "tutto funzionante" e oltretutto con "destinazione ad uso abitativo", ma di fatto, non potendo io scaricare le acque reflue su suolo pubblico, non ci potrei abitare fino a quando questa situazione non venga sanata. </p><p></p><p>Non sono intenzionato a rinunciare all'immobile, ma non voglio accollarmi i costi di costruzione di un'installazione che doveva essere fatta prima di mettere in vendita una casa, alle condizioni di oggi, non abitabile. Le spese relative alla costruzione di quest'impianto su chi dovrebbero ricadere? </p><p></p><p>Ritengo inoltre di non essere stato informato adeguatamente nè dai venditori nè dagli agenti immobiliari relativamente al problema dello scarico delle acque domestiche, e non so se sia stato fatto per ignoranza del problema o per malafede. </p><p></p><p>Attendo un Vostro consiglio. Grazie.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="wrestlergirl, post: 572754, member: 74571"] Buongiorno, scrivo in merito a una questione relativa all'acquisto di un immobile per il quale ho già sottoscritto in dicembre 2017 un contratto preliminare presso l'agenzia immobiliare. La compravendita riguarda un immobile situato in una zona sprovvista di allaccio fognario. Dopo vari sopralluoghi, decisi di acquistare l'immobile in quanto soddisfaceva le mie esigenze. Avvalendomi di un tecnico, prima della firma del contratto preliminare, chiesi al venditore di eliminare un bagno abusivo (cosa che è stata fatta) in modo tale da avere la casa in condizioni ottimali dal punto di vista catastale e urbanistico. Dai venditori e dall'agenzia mi fu assicurato che fosse tutto in regola e funzionante. Nel contratto preliminare ho accettato di ricevere l'immobile senza certificato di agibilità in quanto lo avrei comunque dovuto richiedere successivamente in seguito ai lavori di ristrutturazione edilizia necessari alla casa (comunicazione da me fornita in via confidenziale) e dal momento che non avrei richiesto un mutuo per acquistarla. Ora, in seguito al sopralluogo di un geologo, sono venuto a conoscenza del fatto che la casa sia sprovvista di allaccio fognario e che quindi non sia autorizzata allo scarico dal momento che fu costruita prima del 1967. Durante il nostro primo incontro, mi fu detto dal venditore che fosse tutto in regola per lo scarico delle acque reflue domestiche. Dunque, vi è la necessità, perchè la casa sia abitabile e che io non incorra in sanzioni di tipo penale, che venga costruito un depuratore per le acque reflue domestiche secondo le norme vigenti con relative autorizzazioni ARPA e della regione/provincia. La casa mi è stata venduta senza agibilità e io ho sottoscritto di prenderla in tali condizioni, ma ad uso abitativo. E' possibile che queste due caratteristiche possano coesistere all'interno di un contratto di vendita immobiliare? Non sarebbe come una vendita aliud pro alio? La casa è stata venduta senza agibilità ma descritta come un immobile con "tutto funzionante" e oltretutto con "destinazione ad uso abitativo", ma di fatto, non potendo io scaricare le acque reflue su suolo pubblico, non ci potrei abitare fino a quando questa situazione non venga sanata. Non sono intenzionato a rinunciare all'immobile, ma non voglio accollarmi i costi di costruzione di un'installazione che doveva essere fatta prima di mettere in vendita una casa, alle condizioni di oggi, non abitabile. Le spese relative alla costruzione di quest'impianto su chi dovrebbero ricadere? Ritengo inoltre di non essere stato informato adeguatamente nè dai venditori nè dagli agenti immobiliari relativamente al problema dello scarico delle acque domestiche, e non so se sia stato fatto per ignoranza del problema o per malafede. Attendo un Vostro consiglio. Grazie. [/QUOTE]
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