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Testo
<blockquote data-quote="PyerSilvio" data-source="post: 439604" data-attributes="member: 55799"><p>Buongiorno Elisa.</p><p></p><p>Posto che mi è capitata la stessa situazione nel passato e che la collaborazione non ha sortito il successo previsto e sperato.</p><p></p><p>Ciascuno ha le proprie metodologie e non sempre queste trovano la giusta corrispondenza tra gli attori.</p><p></p><p>Detto ciò non è detto che tutte le "miscelazioni" possano risultare malvagie.</p><p></p><p>Se mi trovassi con lo stesso tuo dilemma, io manterrei il collaboratore ad operare per nome e per conto dell'insegna, ciò per non creare stravolgimenti, se e quando la collaborazione tra le parti dovesse giungere ad un tuo ripristino delle impostazioni iniziali.</p><p>Ovvero che le strade dei due colleghi si dividano.</p><p></p><p>Se la collega poi è in possesso dei requisti semplice sarà, attraverso l'emissione di fatture, regolare i compensi.</p><p></p><p>Su questa scorta io (sempre) ritengo che lasciare ben divise le parti dello svolgimento dell 'attività sia fondamentale.</p><p></p><p>Quindi:</p><p></p><p>L'acquisizione è una cosa.</p><p>La vendita è altra.</p><p></p><p>I due "binari" che sostengono il convoglio per arrivare in "località ricavo", proseguono sì in parallelo, ma sono "appoggiati" su basi diverse.</p><p></p><p>La vendita è l'ultima ruota del carro.</p><p></p><p>La domanda e quindi la "banca dati" di clienti che cercano, ha un deterioramento rapido.</p><p>Su dieci nominativi oggi presenti in data base, tre domani comprano..? ed ecco la banca dati diminuire di valore in 24 ore..</p><p></p><p>Inoltre la disponibilità di buone case potrebbe far pervenire nel tuo studio gli stessi clienti "detenuti" della collega che sono in cerca di acquisto.</p><p></p><p>In questo caso questi clienti quindi, ti pervengono in forza delle spese che sostieni per mandare avanti l'agenzia.</p><p>Inutile rischiare di pagare due volte lo stesso "prodotto".</p><p></p><p>La vendita fine a sè stessa "vale poco".</p><p>Da pagare massimo al 10% al collaboratore.</p><p></p><p>Al contrario l'acquisizione, oltre ad essere binario di raccordo per giungere alla vendita, è il vero carburante che alimenta e regola la potenza e la velocità del motore/agenzia.</p><p></p><p>Più l'acquisizione è assidua e di qualità, maggiori saranno le opportunità e il numero delle vendite.</p><p></p><p>Le notizie di acquisizione e i prodotti da porre in vendita già acquisiti, oltre ad avere minore deterioramento, portano clientela in studio.</p><p></p><p>Curala l'acquisizione!</p><p></p><p>Con molta probabilità la collega ha dovuto chiudere la propria agenzia proprio per la mancanza di acquisizione.</p><p></p><p>Esposto quanto sopra:</p><p></p><p>Paga al collaboratore l'acquisizione al 20% 25%.</p><p>Da modulare in più o meno se siete in assenza di accordo rimborso spese.</p><p></p><p>La vendita invece al 5% 10%</p><p></p><p>Se il collaboratore scaturisce l'acquisizione e pure la vendita le due percentuali si sommano.</p><p></p><p>Se invece il suo intervento ed il merito del compenso è limitato a una o all'altra attività percepirà solo la percentuale prevista.</p><p></p><p>Cura l'acquisizione.</p><p></p><p>La vendita è figlia di questa.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="PyerSilvio, post: 439604, member: 55799"] Buongiorno Elisa. Posto che mi è capitata la stessa situazione nel passato e che la collaborazione non ha sortito il successo previsto e sperato. Ciascuno ha le proprie metodologie e non sempre queste trovano la giusta corrispondenza tra gli attori. Detto ciò non è detto che tutte le "miscelazioni" possano risultare malvagie. Se mi trovassi con lo stesso tuo dilemma, io manterrei il collaboratore ad operare per nome e per conto dell'insegna, ciò per non creare stravolgimenti, se e quando la collaborazione tra le parti dovesse giungere ad un tuo ripristino delle impostazioni iniziali. Ovvero che le strade dei due colleghi si dividano. Se la collega poi è in possesso dei requisti semplice sarà, attraverso l'emissione di fatture, regolare i compensi. Su questa scorta io (sempre) ritengo che lasciare ben divise le parti dello svolgimento dell 'attività sia fondamentale. Quindi: L'acquisizione è una cosa. La vendita è altra. I due "binari" che sostengono il convoglio per arrivare in "località ricavo", proseguono sì in parallelo, ma sono "appoggiati" su basi diverse. La vendita è l'ultima ruota del carro. La domanda e quindi la "banca dati" di clienti che cercano, ha un deterioramento rapido. Su dieci nominativi oggi presenti in data base, tre domani comprano..? ed ecco la banca dati diminuire di valore in 24 ore.. Inoltre la disponibilità di buone case potrebbe far pervenire nel tuo studio gli stessi clienti "detenuti" della collega che sono in cerca di acquisto. In questo caso questi clienti quindi, ti pervengono in forza delle spese che sostieni per mandare avanti l'agenzia. Inutile rischiare di pagare due volte lo stesso "prodotto". La vendita fine a sè stessa "vale poco". Da pagare massimo al 10% al collaboratore. Al contrario l'acquisizione, oltre ad essere binario di raccordo per giungere alla vendita, è il vero carburante che alimenta e regola la potenza e la velocità del motore/agenzia. Più l'acquisizione è assidua e di qualità, maggiori saranno le opportunità e il numero delle vendite. Le notizie di acquisizione e i prodotti da porre in vendita già acquisiti, oltre ad avere minore deterioramento, portano clientela in studio. Curala l'acquisizione! Con molta probabilità la collega ha dovuto chiudere la propria agenzia proprio per la mancanza di acquisizione. Esposto quanto sopra: Paga al collaboratore l'acquisizione al 20% 25%. Da modulare in più o meno se siete in assenza di accordo rimborso spese. La vendita invece al 5% 10% Se il collaboratore scaturisce l'acquisizione e pure la vendita le due percentuali si sommano. Se invece il suo intervento ed il merito del compenso è limitato a una o all'altra attività percepirà solo la percentuale prevista. Cura l'acquisizione. La vendita è figlia di questa. [/QUOTE]
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