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<blockquote data-quote="davideboschi" data-source="post: 525532" data-attributes="member: 63284"><p>E comunque faccio una previsione di cosa succederebbe se vincesse il no: quale che sia il governo che ne uscirà, sarà composo dalle solite cariatidi della politica. Questi politucoli ammuffiti faranno un tavolo delle riforme solo perché hanno promesso una riforma condivisa e una legge elettorale altrettanto condivisa, ma poi non si metteranno mai d'accordo: uno vorrà dimezzare i parlamentari, uno ridurli del 30%, un altro vorrà eliminare il Senato, un altro ridurre a 50 membri, uno a 60 e uno a 62, uno farà il nostalgico del bicameralismo perfetto come grande esempio di democrazia. Uno vorrà eliminare le provincie, uno trasformarle, un altro ridurne i poteri e un altro conservarle, uno magari aumentarle per illoro valore di rappresentanza periferica. Uno non vorrà il premio di maggioranza, uno lo vorrà al 25%, uno al 22%, uno al 19% e via così. Dopo un paio d'anni di discussione assisteremo al solito teatrino in cui uno dà all'altro la colpa del fallimento, l'altro lo accusa di voler uccidere la democrazia, e un altro cerca di mandare sotto processo gli altri due perché fanno sesso con chissacchi. E così mentre loro si azzufferanno come galline stipendiati da noi, il Paese sarà trombato un'altra volta. Déja vu...</p><p></p><p>Qualcuno di voi vede uno scenario diverso?</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="davideboschi, post: 525532, member: 63284"] E comunque faccio una previsione di cosa succederebbe se vincesse il no: quale che sia il governo che ne uscirà, sarà composo dalle solite cariatidi della politica. Questi politucoli ammuffiti faranno un tavolo delle riforme solo perché hanno promesso una riforma condivisa e una legge elettorale altrettanto condivisa, ma poi non si metteranno mai d'accordo: uno vorrà dimezzare i parlamentari, uno ridurli del 30%, un altro vorrà eliminare il Senato, un altro ridurre a 50 membri, uno a 60 e uno a 62, uno farà il nostalgico del bicameralismo perfetto come grande esempio di democrazia. Uno vorrà eliminare le provincie, uno trasformarle, un altro ridurne i poteri e un altro conservarle, uno magari aumentarle per illoro valore di rappresentanza periferica. Uno non vorrà il premio di maggioranza, uno lo vorrà al 25%, uno al 22%, uno al 19% e via così. Dopo un paio d'anni di discussione assisteremo al solito teatrino in cui uno dà all'altro la colpa del fallimento, l'altro lo accusa di voler uccidere la democrazia, e un altro cerca di mandare sotto processo gli altri due perché fanno sesso con chissacchi. E così mentre loro si azzufferanno come galline stipendiati da noi, il Paese sarà trombato un'altra volta. Déja vu... Qualcuno di voi vede uno scenario diverso? [/QUOTE]
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