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<blockquote data-quote="todo todo" data-source="post: 173245" data-attributes="member: 39205"><p>Buongiorno,</p><p>sto acquistando un immobile, è stata fatta la proposta di acquisto vincolata al buon esito del mutuo e accettata dalla parte venditrice. E' stato effettuato il compromesso con il relativo versamento della caparra confirmatoria e stabilita la data del rogito da effettuarsi entro il 28.02.2012. L'immobile non è abitato, tanto che è stata staccata anche la luce in quanto disdetto il contratto.</p><p>Nel frattempo ho ricevuto una comnicazione da parte della banca erogante il mutuo che mi informava circa la variazione dei termini contrattuali, vista la situazione politica del nostro paese. Ho avuto un innalzamento della rata, e la banca non esclude che da gennaio possa essercene un'altro. E' questa seconda ipotesi a preoccuparmi in quanto potrebbe innalzarsi la rata in modo tale che la banca non mi conceda più la somma da me richiesta.</p><p>Ho provveduto a convocare il rogito entro la fine di dicembre, mandando comunicazione scritta alla parte venditrice mezzo a/r, specificando appunto la problematica legata alla banca, in virtù del fatto che l'erogazione del mutuo è condizione essenziale per la stipula.</p><p>In questa casa ci sono alcuni mobili, tra cui una cucina, che la parte venditrice non ha ancora provveduto a togliere, ma soprattutto, mi sta ricattando di acquistarla se si vuole procedere con il rogito a fine dicembre. Mi chiede 2000 euro per un angolo cottura usato, ovvero il prezzo di una nuova.</p><p>Consapevole della problematica legata ai mobili, nella mia lettera di convocazione al rogito ho specificato che mi rendevo disponibile a concordare altro termine entro il 28.02.2012 entro il quale l'immobile doveva essere lasciato libero da cose, ovviamente da inserire in atto al momento della stipula, ma la parte</p><p>venditrice dice di non "fidarsi" e non vorrebbe presentarsi al rogito.</p><p>In sostanza mi sta ricattando di acquistare la cucina a 2000 euro, che è l'importo che ha scalato dal prezzo di vendita dell'immobile.</p><p> Come posso tutelarmi? Posso dichiararla insolvente se non si presenta al rogito? Quali giustificazioni deve dare per non presentarsi? Temo anche che nn stia curando il ritiro delle comunicazioni inoltrate da me, posso impugnare questo atteggiamento?</p><p>Ovviamente la compravendita è curata da un'agenzia immobiliare che può testimoniare il tutto.</p><p>Grazie.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="todo todo, post: 173245, member: 39205"] Buongiorno, sto acquistando un immobile, è stata fatta la proposta di acquisto vincolata al buon esito del mutuo e accettata dalla parte venditrice. E' stato effettuato il compromesso con il relativo versamento della caparra confirmatoria e stabilita la data del rogito da effettuarsi entro il 28.02.2012. L'immobile non è abitato, tanto che è stata staccata anche la luce in quanto disdetto il contratto. Nel frattempo ho ricevuto una comnicazione da parte della banca erogante il mutuo che mi informava circa la variazione dei termini contrattuali, vista la situazione politica del nostro paese. Ho avuto un innalzamento della rata, e la banca non esclude che da gennaio possa essercene un'altro. E' questa seconda ipotesi a preoccuparmi in quanto potrebbe innalzarsi la rata in modo tale che la banca non mi conceda più la somma da me richiesta. Ho provveduto a convocare il rogito entro la fine di dicembre, mandando comunicazione scritta alla parte venditrice mezzo a/r, specificando appunto la problematica legata alla banca, in virtù del fatto che l'erogazione del mutuo è condizione essenziale per la stipula. In questa casa ci sono alcuni mobili, tra cui una cucina, che la parte venditrice non ha ancora provveduto a togliere, ma soprattutto, mi sta ricattando di acquistarla se si vuole procedere con il rogito a fine dicembre. Mi chiede 2000 euro per un angolo cottura usato, ovvero il prezzo di una nuova. Consapevole della problematica legata ai mobili, nella mia lettera di convocazione al rogito ho specificato che mi rendevo disponibile a concordare altro termine entro il 28.02.2012 entro il quale l'immobile doveva essere lasciato libero da cose, ovviamente da inserire in atto al momento della stipula, ma la parte venditrice dice di non "fidarsi" e non vorrebbe presentarsi al rogito. In sostanza mi sta ricattando di acquistare la cucina a 2000 euro, che è l'importo che ha scalato dal prezzo di vendita dell'immobile. Come posso tutelarmi? Posso dichiararla insolvente se non si presenta al rogito? Quali giustificazioni deve dare per non presentarsi? Temo anche che nn stia curando il ritiro delle comunicazioni inoltrate da me, posso impugnare questo atteggiamento? Ovviamente la compravendita è curata da un'agenzia immobiliare che può testimoniare il tutto. Grazie. [/QUOTE]
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