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<blockquote data-quote="Bastimento" data-source="post: 71214" data-attributes="member: 6214"><p>geomanera ha esemplificato bene la situazione generale: vorrei aggiungere un commento per marpia.</p><p></p><p>L'idea della nonna di lasciare parti uguali a figlia e nipoti, è solo casualmente compatibile con le disposizioni di legge.</p><p>Se per esempio ci fosse un terzo nipote, figlio del defunto figlio, non potrebbe più adottare la stesso criterio, ciòe 1/4 ciascuno. Alla figlia spetta comunque un minimo di 1/3 del patrimonio ereditario.</p><p></p><p>Circa invece le riserve sulla donazione fatta in vita citate in fondo da smoker, significano, tra l'altro, che al momento dell'apertura della successione, se i diritti di Marpia fossero stati lesi (non eredita nulla o meno di 1/3), questa può chiedere la "collazione" dei beni donati in vita dalla madre, che vanno figurativamente restituiti e ridivisi secondo la legge.</p><p></p><p>In sostanza, a meno di sotterfugi (=finta vendita non dimostrabile), non ci si può sottrarre alle quote minime stabilite per legge, nè attraverso un testamento nè con donazione. </p><p></p><p>Salvo il fatto che in vita ciascuno può fare ciò che vuole di ciò che possiede ( = vendere) . Rintracciare il contante eventualmente ricavato dalla vendita è più difficile. Se però l'acquirente è un potenziale erede, questi potrà essere chiamato a mostrare di aver erogato il corrispettivo (equo) dichiarato.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Bastimento, post: 71214, member: 6214"] geomanera ha esemplificato bene la situazione generale: vorrei aggiungere un commento per marpia. L'idea della nonna di lasciare parti uguali a figlia e nipoti, è solo casualmente compatibile con le disposizioni di legge. Se per esempio ci fosse un terzo nipote, figlio del defunto figlio, non potrebbe più adottare la stesso criterio, ciòe 1/4 ciascuno. Alla figlia spetta comunque un minimo di 1/3 del patrimonio ereditario. Circa invece le riserve sulla donazione fatta in vita citate in fondo da smoker, significano, tra l'altro, che al momento dell'apertura della successione, se i diritti di Marpia fossero stati lesi (non eredita nulla o meno di 1/3), questa può chiedere la "collazione" dei beni donati in vita dalla madre, che vanno figurativamente restituiti e ridivisi secondo la legge. In sostanza, a meno di sotterfugi (=finta vendita non dimostrabile), non ci si può sottrarre alle quote minime stabilite per legge, nè attraverso un testamento nè con donazione. Salvo il fatto che in vita ciascuno può fare ciò che vuole di ciò che possiede ( = vendere) . Rintracciare il contante eventualmente ricavato dalla vendita è più difficile. Se però l'acquirente è un potenziale erede, questi potrà essere chiamato a mostrare di aver erogato il corrispettivo (equo) dichiarato. [/QUOTE]
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