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Fusione 2 immobili non contigui, sforamento dei 240mq
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<blockquote data-quote="thesaggio" data-source="post: 638168" data-attributes="member: 79266"><p>Grazie a tutti per le gentili informazioni.</p><p></p><p>Per la casa, sono in trattiva, ad oggi non è stato messo nulla "nero su bianco".</p><p>E' sito nello stesso Comune dove già risiedo in affitto e diventerebbe la prima casa di me e mia moglie (in comunione dei beni) </p><p></p><p>Il dubbio sui 240mq, per adesso, è "ipotetico", visto che non è stata ancora effettuata una misurazione precisa e dettagliata della metratura che risulterebbe dalla fusione.</p><p>In ogni caso, visto anche che potrebbero sorgere dispute su quali locali debbano essere ricompresi in tale calcolo, sentite anche le Vostre risposte, per non avere nessun tipo di sorpresa, sono orientato per far effettuare tale pratica prima dell'eventuale rogito (a meno che questa non sia una scelta, ma un obbligo a cui adempiere in ogni caso preventivamente al rogito)</p><p></p><p>E a tal proposito, approfitto ancora della Vostra gentilezza: visto che è mio interesse unificare i due appartamenti per usufruire delle agevolazioni "prima casa" (l'immobile A è da subito abitabile, ma comunque necessita di qualche ristrutturazione), secondo Voi è "giusto" che tale pratica sia economicamente a carico mio (considerando che nell'annuncio il venditore parlava di un'unica casa, poi non rilevatasi tale consultando la relativa documentazione)? Venditore, titolare dell'agenzia immobiliare che ha pubblicato l'annuncio della vendita, co-proprietario dell'immobile stesso (motivo per cui ho avanzato dubbi anche sul pagamento in toto delle relative commissioni all'Agenzia, pur avendo il venditore già rinunciato alla sua quota. Concordate?).</p><p></p><p>Per quanto riguarda l'immobile B (tra l'altro, anch'esso, sulla carta non un unico immobile) visto il prezzo molto basso, nell'immediato lo comprerei esclusivamente per una questione di privacy e riservatezza (che penso sia evidente dallo "schizzo" proposto) pur non sottovalutando un enorme potenziale (più che altro, sfruttabile un domani dai mie figli). Non ci metterei mano, quindi, per renderlo abitale almeno per i prossimi 10 anni. </p><p>Cercavo di capire se in qualche modo B (considerato anche lo stato attuale) non si potesse, come detto da [USER=29304]SALVES[/USER], considerarlo accessorio all'immobile A.</p><p>Capisco che è tirata per i capelli e non a caso mi sono già messo il cuore in pace in merito al fatto di riuscire a farlo considerare prima casa (visto che non servirebbe neppure intestare a me l'immobile A e a mia moglie l'immobile B)</p><p>In merito al pagamento dell'IMU per B, ho anche dubbi per poter ottenere la riduzione della base imponibile per fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati (tra l'altro, mi è parso di capire che, qualora la richiesta di riduzione riguardi fabbricati che dal certificato catastale risultino rurali la condizione di non utilizzo rende incompatibile l'attributo della ruralità al fabbricato stesso, pertanto il soggetto che vanta diritti reali sull'immobile è tenuto, alla presentazione dell'istanza o del Docfa semplificato attraverso i quali si chiede la cancellazione dell'annotazione di ruralità ovvero la variazione di categoria catastale).</p><p></p><p>Grazie ancora per i vostri preziosi interventi</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="thesaggio, post: 638168, member: 79266"] Grazie a tutti per le gentili informazioni. Per la casa, sono in trattiva, ad oggi non è stato messo nulla "nero su bianco". E' sito nello stesso Comune dove già risiedo in affitto e diventerebbe la prima casa di me e mia moglie (in comunione dei beni) Il dubbio sui 240mq, per adesso, è "ipotetico", visto che non è stata ancora effettuata una misurazione precisa e dettagliata della metratura che risulterebbe dalla fusione. In ogni caso, visto anche che potrebbero sorgere dispute su quali locali debbano essere ricompresi in tale calcolo, sentite anche le Vostre risposte, per non avere nessun tipo di sorpresa, sono orientato per far effettuare tale pratica prima dell'eventuale rogito (a meno che questa non sia una scelta, ma un obbligo a cui adempiere in ogni caso preventivamente al rogito) E a tal proposito, approfitto ancora della Vostra gentilezza: visto che è mio interesse unificare i due appartamenti per usufruire delle agevolazioni "prima casa" (l'immobile A è da subito abitabile, ma comunque necessita di qualche ristrutturazione), secondo Voi è "giusto" che tale pratica sia economicamente a carico mio (considerando che nell'annuncio il venditore parlava di un'unica casa, poi non rilevatasi tale consultando la relativa documentazione)? Venditore, titolare dell'agenzia immobiliare che ha pubblicato l'annuncio della vendita, co-proprietario dell'immobile stesso (motivo per cui ho avanzato dubbi anche sul pagamento in toto delle relative commissioni all'Agenzia, pur avendo il venditore già rinunciato alla sua quota. Concordate?). Per quanto riguarda l'immobile B (tra l'altro, anch'esso, sulla carta non un unico immobile) visto il prezzo molto basso, nell'immediato lo comprerei esclusivamente per una questione di privacy e riservatezza (che penso sia evidente dallo "schizzo" proposto) pur non sottovalutando un enorme potenziale (più che altro, sfruttabile un domani dai mie figli). Non ci metterei mano, quindi, per renderlo abitale almeno per i prossimi 10 anni. Cercavo di capire se in qualche modo B (considerato anche lo stato attuale) non si potesse, come detto da [USER=29304]SALVES[/USER], considerarlo accessorio all'immobile A. Capisco che è tirata per i capelli e non a caso mi sono già messo il cuore in pace in merito al fatto di riuscire a farlo considerare prima casa (visto che non servirebbe neppure intestare a me l'immobile A e a mia moglie l'immobile B) In merito al pagamento dell'IMU per B, ho anche dubbi per poter ottenere la riduzione della base imponibile per fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati (tra l'altro, mi è parso di capire che, qualora la richiesta di riduzione riguardi fabbricati che dal certificato catastale risultino rurali la condizione di non utilizzo rende incompatibile l'attributo della ruralità al fabbricato stesso, pertanto il soggetto che vanta diritti reali sull'immobile è tenuto, alla presentazione dell'istanza o del Docfa semplificato attraverso i quali si chiede la cancellazione dell'annotazione di ruralità ovvero la variazione di categoria catastale). Grazie ancora per i vostri preziosi interventi [/QUOTE]
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