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Testo
<blockquote data-quote="Isabella Tafuro" data-source="post: 9332"><p>Ai tempi di Facebook, le indagini fanno uso anche dei social network per agguantare i colpevoli. È quello che è successo al commissariato di Gallarate, in provincia di Varese, dove sono riusciti a recuperare uno dei protagonisti di una aggressione brutale avvenuta la viglia di Natale scorso in un locale della cittadina vicino a Malpensa. Vittima un 25enne di Gallarate, pestato selvaggiamente nei bagni di un bar per motivi apparentemente futili: in due l'hanno riempito di calci e pugni spaccandogli il naso, mentre il terzo faceva il palo, assicurandosi che "finissero il lavoro".</p><p>Il ragazzo denuncia il fatto alla polizia: di due di loro fornisce nome e cognome, del terzo non sa nulla. Scattano le indagini e gli interrogatori dei testimoni, nel corso delle quali i poliziotti scoprono solo il nome di battesimo del complice e il fatto che suona in una band insieme con uno degli altri due. Ed è qui che Facebook si rivela una interessante banca dati per gli inquirenti: navigando fra gli iscritti, i poliziotti gallaratesi scoprono l'esistenza di un gruppo legato a quel bar e tra i frequentatori del gruppo trovano i sospettati e anche un tal tipo con quel nome di battesimo, che suona in una band insieme con il denunciato. Due più due quattro: trovata l'identità, scattata la denuncia. I tre sono stati così affidati alla procura di Busto Arsizio, che si occupa del caso, con l'accusa di lesioni personali aggravate in concorso.</p><p>(15 maggio 2009) da "La Repubblica Milano.it"</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Isabella Tafuro, post: 9332"] Ai tempi di Facebook, le indagini fanno uso anche dei social network per agguantare i colpevoli. È quello che è successo al commissariato di Gallarate, in provincia di Varese, dove sono riusciti a recuperare uno dei protagonisti di una aggressione brutale avvenuta la viglia di Natale scorso in un locale della cittadina vicino a Malpensa. Vittima un 25enne di Gallarate, pestato selvaggiamente nei bagni di un bar per motivi apparentemente futili: in due l'hanno riempito di calci e pugni spaccandogli il naso, mentre il terzo faceva il palo, assicurandosi che "finissero il lavoro". Il ragazzo denuncia il fatto alla polizia: di due di loro fornisce nome e cognome, del terzo non sa nulla. Scattano le indagini e gli interrogatori dei testimoni, nel corso delle quali i poliziotti scoprono solo il nome di battesimo del complice e il fatto che suona in una band insieme con uno degli altri due. Ed è qui che Facebook si rivela una interessante banca dati per gli inquirenti: navigando fra gli iscritti, i poliziotti gallaratesi scoprono l'esistenza di un gruppo legato a quel bar e tra i frequentatori del gruppo trovano i sospettati e anche un tal tipo con quel nome di battesimo, che suona in una band insieme con il denunciato. Due più due quattro: trovata l'identità, scattata la denuncia. I tre sono stati così affidati alla procura di Busto Arsizio, che si occupa del caso, con l'accusa di lesioni personali aggravate in concorso. (15 maggio 2009) da "La Repubblica Milano.it" [/QUOTE]
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