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Gli italiani pensano ad una sola cosa: la casa
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Testo
<blockquote data-quote="Tommaso Badano" data-source="post: 311028" data-attributes="member: 31499"><p>Interessantissimo questo dibattito.</p><p>Premetto di vivere in un'area montana il cui mercato prevalente è dato dalle seconde case.</p><p>La mia analisi locale è, dando per buone - quale più quale meno - tutte le motivazioni di Graf:</p><p>- propensione al risparmio e alla sicurezza familiare tutt'ora ben radicata ma limitata alla prima casa;</p><p>- seconda casa a suo tempo considerata con analoghe motivazioni, ora in calo verticale.</p><p>Fattori limitanti che non mi fanno vedere né a breve né a lungo periodo il classico recupero ciclico del mercato della seconda casa (e in minor parte anche della prima) sono secondo me:</p><p>- edilizia vissuta storicamente, in tutti i paesi citati, sia come investimento per la vita ma anche come investimento finanziario (con la filosofia che tanto prima o poi i prezzi tornano a crescere);</p><p>- prodotto "casa" considerato come bene durevole plurigenerazionale e fisicamente "eterno" a differenza dei paesi nordici dove la casa è un bene di consumo prevalentemente monogenerazionale (poi si distrugge e si ricostruisce);</p><p>- recente "bolla" che ha trasformato la casa in molte zone da prodotto economico in prodotto finanziario senza avere un reale mercato;</p><p>- eccesso di edificazioni negli anni 50-60-70, ovvero di immobili che si avvicinano alla necessità di ristrutturazioni importanti;</p><p>- fine del boom demografico di quegli anni;</p><p>- aumento spropositato del costo del lavoro che porta ad aumentare a dismisura anche i costi di manutenzione e ristrutturazione delle case;</p><p>- inizio di una sensibilità energetica che imporrà pian piano requisiti che la gran parte del patrimonio edilizio non ha (con i relativi costi);</p><p>- burocrazia eccessiva e costosissima anche per piccolisimi interventi;</p><p>- fisco esoso e iniquo (tassa patrimoniale sulla casa ma non su altri beni patrimoniali).</p><p>Con queste premesse arrivo alla mia conclusione: gli italiani continuano a pensare alla PRIMA casa. Le altre, se andiamo avanti su questa strada, sono destinate a ridursi drasticamente (qui da me su 1800 abitanti abbiamo oltre 4mila unità immobiliari) con morte civile di agenzie, impresari, muratori e settori annessi.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Tommaso Badano, post: 311028, member: 31499"] Interessantissimo questo dibattito. Premetto di vivere in un'area montana il cui mercato prevalente è dato dalle seconde case. La mia analisi locale è, dando per buone - quale più quale meno - tutte le motivazioni di Graf: - propensione al risparmio e alla sicurezza familiare tutt'ora ben radicata ma limitata alla prima casa; - seconda casa a suo tempo considerata con analoghe motivazioni, ora in calo verticale. Fattori limitanti che non mi fanno vedere né a breve né a lungo periodo il classico recupero ciclico del mercato della seconda casa (e in minor parte anche della prima) sono secondo me: - edilizia vissuta storicamente, in tutti i paesi citati, sia come investimento per la vita ma anche come investimento finanziario (con la filosofia che tanto prima o poi i prezzi tornano a crescere); - prodotto "casa" considerato come bene durevole plurigenerazionale e fisicamente "eterno" a differenza dei paesi nordici dove la casa è un bene di consumo prevalentemente monogenerazionale (poi si distrugge e si ricostruisce); - recente "bolla" che ha trasformato la casa in molte zone da prodotto economico in prodotto finanziario senza avere un reale mercato; - eccesso di edificazioni negli anni 50-60-70, ovvero di immobili che si avvicinano alla necessità di ristrutturazioni importanti; - fine del boom demografico di quegli anni; - aumento spropositato del costo del lavoro che porta ad aumentare a dismisura anche i costi di manutenzione e ristrutturazione delle case; - inizio di una sensibilità energetica che imporrà pian piano requisiti che la gran parte del patrimonio edilizio non ha (con i relativi costi); - burocrazia eccessiva e costosissima anche per piccolisimi interventi; - fisco esoso e iniquo (tassa patrimoniale sulla casa ma non su altri beni patrimoniali). Con queste premesse arrivo alla mia conclusione: gli italiani continuano a pensare alla PRIMA casa. Le altre, se andiamo avanti su questa strada, sono destinate a ridursi drasticamente (qui da me su 1800 abitanti abbiamo oltre 4mila unità immobiliari) con morte civile di agenzie, impresari, muratori e settori annessi. [/QUOTE]
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