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Agenti Immobiliari e Associazioni di Categoria
Il manifesto dell'associazionismo immobiliare italiano
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<blockquote data-quote="Ponz" data-source="post: 523616" data-attributes="member: 44631"><p>La mia esperienza è questa.</p><p></p><p>Io portavo un contributo che era "wrong timing" quindi non potevo avere alcun successo, gli argomenti che portavo erano visti come deliri di un folle, anche se oggi pare che tutti siano diventati folli, con 15 anni di ritardo.</p><p>Quindi ero l'uomo sbagliato al posto giusto, perchè se fossi stato l'uomo giusto avrei capito di esser l'uomo sbagliato e me ne stavo zitto o sarei riuscito a far capire a tutti che forse poteva accadere, per qualche stranissima combinazione universale, che succedessero quelle cose che dicevo...</p><p></p><p>Le associazioni sono lente, vetuste e dirette da gente che non ha alcuna visione di un futuro della categoria, ma spesso lavora solo far quadrare bilanci o creare fonti di reddito (spesso fallendo), il fatto stesso che uno come me ne sia diventato dirigente mostra quanto siano poco valide nella scelta della classe dirigente, anche se nel mio caso io mi sono reso conto di esser ridicolo e ho dato le dimissioni visto che mentre io dicevo che facevamo una cosa nel frattempo facevano altro, con risultato opposto.</p><p></p><p>Quindi puoi fare solo "ordinaria amministrazione e manutenzione", subendo tutto (è accaduto), senza pianificazione importante a lungo termine sulla categoria.</p><p></p><p>Hanno un ottimo impatto territoriale, a livello nazionale hanno peso zero e subiscono quasi tutto dalla politica, quindi a livello politico sono <strong>inutili</strong>, servono solo come interlocutori da invitare nei vari eventi o luoghi deputati a decidere o dove mostrare cose al pubblico, tanto per dire "c'erano anche i loro rappresentanti" [<em>di noi agenti </em><strong>nd-ponz</strong>].</p><p></p><p><span style="font-size: 18px"><strong>MA sono utili o no?</strong></span></p><p></p><p>DI fatto purtroppo non esiste nulla che non sia una "associazione" che possa svolgere le attività che servono alla categoria, quindi se mi chiedi "servono?" io rispondo sì.</p><p></p><p>Qual'è il probelma quindi?</p><p></p><p>Posso dire che a livello decisionale sui progetti associativi, pur avendo una struttura democratica (e pur lasciando al PN ampio potere decisionale, visto che per statuto ha tutte le responsabilità), sono ridicole: il voto dei vari progetti viene fatto da circa 200 persone (ora saranno meno), è un voto concertato prima non sui contenuti, ma sugli scambi di equilibri di "potere" (nel senso buono) e di accordi, senza entrare nello specifico del progetto in se e sopratutto senza verificare che sia o meno fatto.</p><p></p><p>Nel mio caso infatti il progetto è stato un susseguirsi di ridicole storielle che avrebbero fatto saltare la testa del responsabile e della dirigenza in 5 minuti fossimo stati una roba seria.</p><p></p><p>E l'altro problema è una base scomposta, che si associa(va) per l'assicurazione in maggioranza, alcuni per i corsettini (che spesso sono "corsi" introduttivi a corsi a pagamento) e altre amene cose, che non ha interesse alcuno in approfondire niente, quindi chiaramente la "dirigenza" spesso si scontra con un disinteresse che francamente demotiverebbe chiunque... e tutto si siede.</p><p></p><p>Quindi come qualcuno ha detto, una associazione riflette chi siamo.</p><p></p><p>Le associazioni che funzionano assomigliano ad aziende, quindi io (ecco la profezia-delirio ponz) vedo possibile la formazione di "associazioni" a zona che raccolgono un certo numero di agenti che cambiando modo di lavorare (magari collaborando) potrebbero portare aria nuova e "cambiare" in modo autonomo, per poi arrivare in un futuro a potersi riconoscere come entità "multiple" dentro una associazione, cosa che oggi sono i collegi provinciali, ma domani potrebbero assomigliare a reti o micro-reti locali, e coinvolgere un numero ristretto di noi.</p><p></p><p>Quindi l'associazione come esiste oggi non avrebbe senso di esistere e dovrebbe trasformarsi (ma non abbiate paura, quello che racconto non si avvera mai).</p><p></p><p>MA ho sprecato anche troppo tempo vostro e mio.</p><p></p><p>SAluti.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Ponz, post: 523616, member: 44631"] La mia esperienza è questa. Io portavo un contributo che era "wrong timing" quindi non potevo avere alcun successo, gli argomenti che portavo erano visti come deliri di un folle, anche se oggi pare che tutti siano diventati folli, con 15 anni di ritardo. Quindi ero l'uomo sbagliato al posto giusto, perchè se fossi stato l'uomo giusto avrei capito di esser l'uomo sbagliato e me ne stavo zitto o sarei riuscito a far capire a tutti che forse poteva accadere, per qualche stranissima combinazione universale, che succedessero quelle cose che dicevo... Le associazioni sono lente, vetuste e dirette da gente che non ha alcuna visione di un futuro della categoria, ma spesso lavora solo far quadrare bilanci o creare fonti di reddito (spesso fallendo), il fatto stesso che uno come me ne sia diventato dirigente mostra quanto siano poco valide nella scelta della classe dirigente, anche se nel mio caso io mi sono reso conto di esser ridicolo e ho dato le dimissioni visto che mentre io dicevo che facevamo una cosa nel frattempo facevano altro, con risultato opposto. Quindi puoi fare solo "ordinaria amministrazione e manutenzione", subendo tutto (è accaduto), senza pianificazione importante a lungo termine sulla categoria. Hanno un ottimo impatto territoriale, a livello nazionale hanno peso zero e subiscono quasi tutto dalla politica, quindi a livello politico sono [B]inutili[/B], servono solo come interlocutori da invitare nei vari eventi o luoghi deputati a decidere o dove mostrare cose al pubblico, tanto per dire "c'erano anche i loro rappresentanti" [[I]di noi agenti [/I][B]nd-ponz[/B]]. [SIZE=5][B]MA sono utili o no?[/B][/SIZE] DI fatto purtroppo non esiste nulla che non sia una "associazione" che possa svolgere le attività che servono alla categoria, quindi se mi chiedi "servono?" io rispondo sì. Qual'è il probelma quindi? Posso dire che a livello decisionale sui progetti associativi, pur avendo una struttura democratica (e pur lasciando al PN ampio potere decisionale, visto che per statuto ha tutte le responsabilità), sono ridicole: il voto dei vari progetti viene fatto da circa 200 persone (ora saranno meno), è un voto concertato prima non sui contenuti, ma sugli scambi di equilibri di "potere" (nel senso buono) e di accordi, senza entrare nello specifico del progetto in se e sopratutto senza verificare che sia o meno fatto. Nel mio caso infatti il progetto è stato un susseguirsi di ridicole storielle che avrebbero fatto saltare la testa del responsabile e della dirigenza in 5 minuti fossimo stati una roba seria. E l'altro problema è una base scomposta, che si associa(va) per l'assicurazione in maggioranza, alcuni per i corsettini (che spesso sono "corsi" introduttivi a corsi a pagamento) e altre amene cose, che non ha interesse alcuno in approfondire niente, quindi chiaramente la "dirigenza" spesso si scontra con un disinteresse che francamente demotiverebbe chiunque... e tutto si siede. Quindi come qualcuno ha detto, una associazione riflette chi siamo. Le associazioni che funzionano assomigliano ad aziende, quindi io (ecco la profezia-delirio ponz) vedo possibile la formazione di "associazioni" a zona che raccolgono un certo numero di agenti che cambiando modo di lavorare (magari collaborando) potrebbero portare aria nuova e "cambiare" in modo autonomo, per poi arrivare in un futuro a potersi riconoscere come entità "multiple" dentro una associazione, cosa che oggi sono i collegi provinciali, ma domani potrebbero assomigliare a reti o micro-reti locali, e coinvolgere un numero ristretto di noi. Quindi l'associazione come esiste oggi non avrebbe senso di esistere e dovrebbe trasformarsi (ma non abbiate paura, quello che racconto non si avvera mai). MA ho sprecato anche troppo tempo vostro e mio. SAluti. [/QUOTE]
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