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<blockquote data-quote="mariano iuliano" data-source="post: 594332" data-attributes="member: 75968"><p>La mia non è una sorta di diffidenza o altresì, forme comportamentali che hanno all'interno una struttura puramente paranoide. Il mio desiderio era che la spartizione fosse delineata per quote. Ti assicuro, che per quanto mi riguarda, non amo possedere nel senso materiale del termine. Piuttosto, tutto ciò che mi fa soffrire, sono il non poter accedere in una casa che ha fatto parte della mia vita. Amavo molto mio padre. Li ho trascorso la mia infanzia. Non poter dimorare in un luogo dove papà ha vissuto parte della sua vita,dove la sua presenza è sempre tangibile, inoltre è il posto che ha in sé il mio cuore. I ricordi meravigliosi della mia infanzia, l'adolescenza,insomma una storia bellissima che non posso mai dimenticare.Provo amarezza e sconforto, non per invidia o antipatia, nel vedere mio cognato, perfetto estraneo, che ha libero accesso alla struttura realizzata dal mio papino, da vero padrone, mentre io suo "dulcis in fundo", come soleva chiamarmi, sono fuori dal cancello con il divieto di ingresso, perche proprietà privata. Lui, sicuramente, non avrebbe approvato tale situazione.Ci considerava prole unita, dove eventuali interessi materiali, beceri e fuorvianti, che creano divisioni ridicole e vergognose, non avrebbero mai ragion d'essere. Tutto qua'. Purtroppo il mio caro fratello,tra l'altro molto ricco, non mi considera tale. Per lui anteporre il podere, come lo descriveva Verga nel suo "I malavoglia "viene prima di tutto.Sarei,con i miei problemi mentali, un peso ingombrante.Il soggetto preferisce circondarsi dello stuolo numeroso di amici che lui è il di lei compagna ospitano ogni estate, tra belle serate che si caratterizzano per le abbondanti libagioni, gran divertimemto, tante risate e alttettanta spensieratezza.Io invece, essendo un povero disabile mentale di cui vergognarsi, è più saggio relegarlo in un luogo che sa di puro isolamento.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="mariano iuliano, post: 594332, member: 75968"] La mia non è una sorta di diffidenza o altresì, forme comportamentali che hanno all'interno una struttura puramente paranoide. Il mio desiderio era che la spartizione fosse delineata per quote. Ti assicuro, che per quanto mi riguarda, non amo possedere nel senso materiale del termine. Piuttosto, tutto ciò che mi fa soffrire, sono il non poter accedere in una casa che ha fatto parte della mia vita. Amavo molto mio padre. Li ho trascorso la mia infanzia. Non poter dimorare in un luogo dove papà ha vissuto parte della sua vita,dove la sua presenza è sempre tangibile, inoltre è il posto che ha in sé il mio cuore. I ricordi meravigliosi della mia infanzia, l'adolescenza,insomma una storia bellissima che non posso mai dimenticare.Provo amarezza e sconforto, non per invidia o antipatia, nel vedere mio cognato, perfetto estraneo, che ha libero accesso alla struttura realizzata dal mio papino, da vero padrone, mentre io suo "dulcis in fundo", come soleva chiamarmi, sono fuori dal cancello con il divieto di ingresso, perche proprietà privata. Lui, sicuramente, non avrebbe approvato tale situazione.Ci considerava prole unita, dove eventuali interessi materiali, beceri e fuorvianti, che creano divisioni ridicole e vergognose, non avrebbero mai ragion d'essere. Tutto qua'. Purtroppo il mio caro fratello,tra l'altro molto ricco, non mi considera tale. Per lui anteporre il podere, come lo descriveva Verga nel suo "I malavoglia "viene prima di tutto.Sarei,con i miei problemi mentali, un peso ingombrante.Il soggetto preferisce circondarsi dello stuolo numeroso di amici che lui è il di lei compagna ospitano ogni estate, tra belle serate che si caratterizzano per le abbondanti libagioni, gran divertimemto, tante risate e alttettanta spensieratezza.Io invece, essendo un povero disabile mentale di cui vergognarsi, è più saggio relegarlo in un luogo che sa di puro isolamento. [/QUOTE]
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