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Mercato immobiliare italiano 2016: informazione ufficiale e realtà
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<blockquote data-quote="Mil" data-source="post: 521008" data-attributes="member: 11414"><p>il bollone c'è stato ovunque in misura proporzionale a parte il sud, abituato dall'unità d'Italia alla desertificazione migratoria e industriale e con popolazioni poco avvezze a comprare casa indebitandosi a strozzo: lì la bolla non poteva gonfiarsi e infatti è stata a macchia di leopardo, mantenendo per assurdo più sano il tessuto.</p><p>Chi ha investito e investe ancora oggi nei capoluoghi o grandi città del centro nord va incontro a rischi perdite maggiori perchè non aveva calcolato la crisi generalizzata e la sproporzione stridente con quotazioni che sarebbero state fantasiose anche in clima di debito pubblico zero e crescita 8%. Questo sia chi ha acquistato per investimento sia in misura più drammatica chi ha comprato come abitazione.</p><p></p><p>ma sai, facendo un ragionamento di più ampio respiro quello che è cambiato è anche il cervello medio delle persone, il vero motore che consente a qualunque trovata speculativa di attecchire.</p><p>A Milano con 600 milioni prendevi un bell'immobile perchè la generazione che ci ha vissuto era in grado di fare delle valutazioni sensate sia sul tipo di immobili sia sulla durata dell'indebitamento molto più degli acquirenti attuali.</p><p>Oggi che la parte intelligente del Paese emigra (+100 mila connazionali all'estero tra ingegneri, ricercatori etc. e un boom di frontalieri) rimangono extracomunitari e scarti di dna.</p><p>Tutte persone disposte ad indebitarsi per un trilocale i primi perchè non hanno nulla da perdere e al momento opportuno spariscono con i debiti o vanno a sfruttare welfare di Paesi più avanzati (Germania, paesi scandinavi etc.), i secondi perchè se fossero intelligenti capirebbero che c'è un problema e non comprerebbero.</p><p>Invece vengono sul forum a chiedere se due precari possono spararsi un mutuo di trent'anni per prendere un bilocale a peso d'oro, concentrando l'attenzione più sulla fattibilità della cosa che sull'irragionevolezza di ciò che stanno comprando e come.</p><p></p><p>Ora la crisi, il precariato etc. hanno comunque abbattuto di molto questo fenomeno (motivo per cui è inevitabile che non ci sia incontro domanda offerta, le difficoltà reali rendono più scaltre anche le masse che una volta protestavano oggi si limitano a bloccare i consumi ragion per cui anche chi deve investire ci pensa molto bene). Rimane il fatto che a ben guardare le bolle speculative sull'immobile attecchiscono (a meno di trovarsi in un paradiso fiscale) laddove le popolazioni stesse sono piuttosto stupide e dove soprattutto l'economia reale va peggio. Il contrario esatto di ciò che avviene per mercati molto più concorrenziali come l'auto, ad esempio.</p><p>In tutto questo io penso comunque che sia tempo di allinearsi e non confidare eccessivamente sulla stupidità umana, il tutto prima del tracollo inevitabile dell'intero comparto. Da qui le mie riflessioni su modifiche radicali nell'offerta, specie delle nuove costruzioni (ma andrei o.t.)</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Mil, post: 521008, member: 11414"] il bollone c'è stato ovunque in misura proporzionale a parte il sud, abituato dall'unità d'Italia alla desertificazione migratoria e industriale e con popolazioni poco avvezze a comprare casa indebitandosi a strozzo: lì la bolla non poteva gonfiarsi e infatti è stata a macchia di leopardo, mantenendo per assurdo più sano il tessuto. Chi ha investito e investe ancora oggi nei capoluoghi o grandi città del centro nord va incontro a rischi perdite maggiori perchè non aveva calcolato la crisi generalizzata e la sproporzione stridente con quotazioni che sarebbero state fantasiose anche in clima di debito pubblico zero e crescita 8%. Questo sia chi ha acquistato per investimento sia in misura più drammatica chi ha comprato come abitazione. ma sai, facendo un ragionamento di più ampio respiro quello che è cambiato è anche il cervello medio delle persone, il vero motore che consente a qualunque trovata speculativa di attecchire. A Milano con 600 milioni prendevi un bell'immobile perchè la generazione che ci ha vissuto era in grado di fare delle valutazioni sensate sia sul tipo di immobili sia sulla durata dell'indebitamento molto più degli acquirenti attuali. Oggi che la parte intelligente del Paese emigra (+100 mila connazionali all'estero tra ingegneri, ricercatori etc. e un boom di frontalieri) rimangono extracomunitari e scarti di dna. Tutte persone disposte ad indebitarsi per un trilocale i primi perchè non hanno nulla da perdere e al momento opportuno spariscono con i debiti o vanno a sfruttare welfare di Paesi più avanzati (Germania, paesi scandinavi etc.), i secondi perchè se fossero intelligenti capirebbero che c'è un problema e non comprerebbero. Invece vengono sul forum a chiedere se due precari possono spararsi un mutuo di trent'anni per prendere un bilocale a peso d'oro, concentrando l'attenzione più sulla fattibilità della cosa che sull'irragionevolezza di ciò che stanno comprando e come. Ora la crisi, il precariato etc. hanno comunque abbattuto di molto questo fenomeno (motivo per cui è inevitabile che non ci sia incontro domanda offerta, le difficoltà reali rendono più scaltre anche le masse che una volta protestavano oggi si limitano a bloccare i consumi ragion per cui anche chi deve investire ci pensa molto bene). Rimane il fatto che a ben guardare le bolle speculative sull'immobile attecchiscono (a meno di trovarsi in un paradiso fiscale) laddove le popolazioni stesse sono piuttosto stupide e dove soprattutto l'economia reale va peggio. Il contrario esatto di ciò che avviene per mercati molto più concorrenziali come l'auto, ad esempio. In tutto questo io penso comunque che sia tempo di allinearsi e non confidare eccessivamente sulla stupidità umana, il tutto prima del tracollo inevitabile dell'intero comparto. Da qui le mie riflessioni su modifiche radicali nell'offerta, specie delle nuove costruzioni (ma andrei o.t.) [/QUOTE]
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