Forum
Nuovi Messaggi
Cerca...
Servizi
Nuova Discussione
Novità
Nuovi Messaggi
Nuovi Messaggi Profilo
Ultime Attività
Iscritti
Visitatori online
Nuovi Messaggi Profilo
Cerca tra i Messaggi Profilo
? Aiuto
Chi siamo
Faccine
Codici BB
Traguardi
Utilizzo dei Cookie
Termini e Condizioni d'uso del sito
Accedi
Registrati
Novità
Cerca
Cerca
Cerca solo tra i titoli
Da:
Nuovi Messaggi
Cerca...
Menu
Accedi
Registrati
Installa l'app
Installa
Mondo Immobiliare
Mercato Immobiliare
Per professionisti: previsioni e dati durante la pandemia
JavaScript è disabilitato. Per una migliore esperienza di navigazione attivalo nel tuo programma o nella tua app per navigare prima di procedere.
Stai usando un browser molto obsoleto. Puoi incorrere in problemi di visualizzazione di questo e altri siti oltre che in problemi di sicurezza. .
Dovresti aggiornarlo oppure usare
usarne uno alternativo, moderno e sicuro
.
Rispondi alla discussione
Registrati in 30 Secondi
Registrarsi è gratis ed elimina la pubblicità
Testo
<blockquote data-quote="akaihp" data-source="post: 654557" data-attributes="member: 9790"><p>Ok, Ammettiamo tranquillamente che non abbiamo dati sufficienti e che ci troviamo attualmente nella crisi e non ne siamo fuori.</p><p>Non ho ancora trovato analisi serie che prevedano<strong> scenari </strong>più che previsioni. </p><p>Le previsioni in mancanza di dati sono una attività che si addice di più ai maghi e fattucchieri che a consulenti. </p><p>Da consulenti mi aspetto scenari elaborati e possibili conseguenze.</p><p>Non sono un epidemiologo, posso però lo stesso sommariamente immaginare tre scenari:</p><p>1- dopo un periodo x <strong>breve </strong>si torna alla "normalità" (cioè vita di prima)</p><p>2- dopo un periodo x <strong>lungo </strong>si torna alla "normalità" (cioè vita di prima)</p><p>3- dopo un periodo x lungo <strong>NON </strong>si torna alla "normalità" ma ad uno stato di allerta permanente.</p><p></p><p>Non ho considerato la quarta scelta perché secondo me prima di renderci conto (o di dichiarare) che non si possa tornare alla vita di prima, avremo bisogno di un periodo lungo di adattamento.</p><p></p><p>Ovviamente non conosco il valore di x, nè sono in grado di immaginare quanto sia da considerare x lungo o breve. Diciamo che per attività commerciali con forte contatto con pubblico e relative agli assembramenti, già questo fermo è un periodo lungo. Un periodo superiore all'anno potrebbe decretarne una forte modificazione anche nel caso di "ritorno alla normalità". </p><p>Come consulente - se mi occupassi di cinema e teatri - forse mi starei molto preoccupando del "poi" - in ogni tipo di scenario.</p><p>Invece <strong>mi occupo di residenza e uffici </strong>e anche qui l'approccio è differenziato.</p><p>Ammettiamo un <u>x breve per minore o uguale a 1 anno e lungo per minore o uguale a 3 anni.</u></p><p><strong>Per la residenza</strong> - <strong>nuove costruzioni</strong> - nei casi 1 e 2 non vedo molte varianti. Mi sono già arrivate richieste di revisione degli spazi all'aperto per i nuovi appartamenti, ma noi abbiamo sempre progettato così. Infatti <u>non progettiamo per l'emergenza</u> ma in modo tale che i nostri edifici possano <u>funzionare bene <strong>anche </strong>in situazione di emergenza. </u></p><p>Ma la maggior parte dei nostri edifici sono di fascia media e medio-alta in centro a Milano, con dotazioni di standard di fascia alta.</p><p>A Milano centro ad oggi, hanno meno appetibilità sul breve periodo i tagli piccoli, dedicati agli affitti brevi, in favore di tagli grandi e confortevoli per le classi medio-alte.</p><p>Vi sarà da fare molte considerazioni per tutti quegli interventi di edilizia economica popolare in cui - per risparmiare - sono stati eliminati gli spazi esterni privati in favore di spazi comuni. Nei casi 1 e 2 vi è un problema momentaneo da affrontare con soluzioni alternative alla progettazione che includa approcci "laterali" all'uso degli spazi. In questi casi si potrebbero implementare a scopo organizzativo delle applicazioni che già si usano per gli uffici evoluti (smart). </p><p>Dal momento però che queste grandi aggregazioni in genere sono organizzate e manutenute da strutture pubbliche che non hanno dimostrato in passato particolare flessibilità, ho qualche dubbio sulla prontezza nella risposta.</p><p>Per Milano spero nei nuovi interventi a seguito dei bandi "Abitare" e negli uffici dell'Assesorato.</p><p></p><p>Le visioni future di Boeri e Fuksas (e altri) che auspicano un bucolico ritorno alle campagne e ai piccoli borghi li riserverei solo per le fasi 2 e 3 e quindi premature nella loro formulazione. </p><p>Differenzierei questo motore che tende alla deurbanizzazione tra lo spostamento dalle città ai sobborghi e ai borghi rurali.</p><p>Ci sarebbe anche qui da approfondire ma adesso devo lavorare un po' anche io. A presto.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="akaihp, post: 654557, member: 9790"] Ok, Ammettiamo tranquillamente che non abbiamo dati sufficienti e che ci troviamo attualmente nella crisi e non ne siamo fuori. Non ho ancora trovato analisi serie che prevedano[B] scenari [/B]più che previsioni. Le previsioni in mancanza di dati sono una attività che si addice di più ai maghi e fattucchieri che a consulenti. Da consulenti mi aspetto scenari elaborati[B] [/B]e possibili conseguenze. Non sono un epidemiologo, posso però lo stesso sommariamente immaginare tre scenari: 1- dopo un periodo x [B]breve [/B]si torna alla "normalità" (cioè vita di prima) 2- dopo un periodo x [B]lungo [/B]si torna alla "normalità" (cioè vita di prima) 3- dopo un periodo x lungo [B]NON [/B]si torna alla "normalità" ma ad uno stato di allerta permanente. Non ho considerato la quarta scelta perché secondo me prima di renderci conto (o di dichiarare) che non si possa tornare alla vita di prima, avremo bisogno di un periodo lungo di adattamento. Ovviamente non conosco il valore di x, nè sono in grado di immaginare quanto sia da considerare x lungo o breve. Diciamo che per attività commerciali con forte contatto con pubblico e relative agli assembramenti, già questo fermo è un periodo lungo. Un periodo superiore all'anno potrebbe decretarne una forte modificazione anche nel caso di "ritorno alla normalità". Come consulente - se mi occupassi di cinema e teatri - forse mi starei molto preoccupando del "poi" - in ogni tipo di scenario. Invece [B]mi occupo di residenza e uffici [/B]e anche qui l'approccio è differenziato. Ammettiamo un [U]x breve per minore o uguale a 1 anno e lungo per minore o uguale a 3 anni.[/U] [B]Per la residenza[/B] - [B]nuove costruzioni[/B] - nei casi 1 e 2 non vedo molte varianti. Mi sono già arrivate richieste di revisione degli spazi all'aperto per i nuovi appartamenti, ma noi abbiamo sempre progettato così. Infatti [U]non progettiamo per l'emergenza[/U] ma in modo tale che i nostri edifici possano [U]funzionare bene [B]anche [/B]in situazione di emergenza. [/U] Ma la maggior parte dei nostri edifici sono di fascia media e medio-alta in centro a Milano, con dotazioni di standard di fascia alta. A Milano centro ad oggi, hanno meno appetibilità sul breve periodo i tagli piccoli, dedicati agli affitti brevi, in favore di tagli grandi e confortevoli per le classi medio-alte. Vi sarà da fare molte considerazioni per tutti quegli interventi di edilizia economica popolare in cui - per risparmiare - sono stati eliminati gli spazi esterni privati in favore di spazi comuni. Nei casi 1 e 2 vi è un problema momentaneo da affrontare con soluzioni alternative alla progettazione che includa approcci "laterali" all'uso degli spazi. In questi casi si potrebbero implementare a scopo organizzativo delle applicazioni che già si usano per gli uffici evoluti (smart). Dal momento però che queste grandi aggregazioni in genere sono organizzate e manutenute da strutture pubbliche che non hanno dimostrato in passato particolare flessibilità, ho qualche dubbio sulla prontezza nella risposta. Per Milano spero nei nuovi interventi a seguito dei bandi "Abitare" e negli uffici dell'Assesorato. Le visioni future di Boeri e Fuksas (e altri) che auspicano un bucolico ritorno alle campagne e ai piccoli borghi li riserverei solo per le fasi 2 e 3 e quindi premature nella loro formulazione. Differenzierei questo motore che tende alla deurbanizzazione tra lo spostamento dalle città ai sobborghi e ai borghi rurali. Ci sarebbe anche qui da approfondire ma adesso devo lavorare un po' anche io. A presto. [/QUOTE]
Riporta citazioni…
Verifica Anti SPAM
Invia risposta
Mondo Immobiliare
Mercato Immobiliare
Per professionisti: previsioni e dati durante la pandemia
Alto