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Possibile crisi di governo e problemi a ricaduta sul mercato immobiliare
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<blockquote data-quote="Bagudi" data-source="post: 262142" data-attributes="member: 3943"><p><span style="font-size: 15px"><strong>Vi propongo un editoriale di Pelliccioli che condivido al mille per mille, ma tanto a Berlusconi che gliene importa del paese ?</strong></span></p><p></p><p> </p><p></p><p><span style="font-size: 15px"><strong>Crisi di governo e real estate</strong></span></p><p></p><p><em>L'Editoriale di Guglielmo Pelliccioli</em></p><p></p><p>La situazione è grave ma non è seria. Frase vecchiotta, pronunciata dallo scrittore Ennio Flaiano almeno 40 anni fa, ma del tutto attuale.</p><p> </p><p>Ci riferiamo ovviamente all'attuale situazione politica con la concreta possibilità che finisca il governo Monti. Non intendiamo ripetere i mille ragionamenti e le elucubrazioni che in queste ora stanno facendo un po’ tutti: partiti, istituzioni, giornali, associazioni, semplici cittadini.</p><p> </p><p><strong>Limitiamo lo sguardo al settore immobiliare. Cosa succederebbe se cadesse l’esecutivo all’industria del real estate? Visto il momento di estrema debolezza, verrebbe spontaneo rispondere: “niente, tanto peggio di così!”.</strong></p><p><strong> In realtà peggio di così si può.</strong></p><p> </p><p>Un’eventuale caduta del governo Monti, non legata ad una consultazione elettorale ma ad una crisi al buio, determinerebbe un immediato irrigidimento delle posizioni sull’Italia degli investitori stranieri proprio nel momento in cui cominciavano ad affacciarsi all’Italia (chiedere a Claudio Albertini di Igd Siiq).</p><p> </p><p>Ci sarebbe una rapida risalita dello spread con conseguente aumento del costo del denaro e ulteriore rarefazione del credito.</p><p> </p><p>Subirebbe una battuta d’arresto il processo di dismissioni del patrimonio pubblico in termini di un rinvio almeno di sei mesi di tutto l’iter procedurale.</p><p> </p><p>Analogamente si fermerebbe il Piano delle Città con i 450 e oltre progetti presentati dai comuni per il finanziamento della Cdp (così come subirebbe uno stop l’allargamento del fondo di dotazione da 200 milioni a 2 miliardi di euro).</p><p> </p><p><strong>Vi sarebbe un ulteriore crollo delle compravendite delle case</strong>, dovuto da un lato al crollo della fiducia nel futuro dei risparmiatori mentre, dall’altro, diverrebbero ancora più restrittive le condizioni delle banche per erogare i mutui.</p><p> </p><p>Aumenterebbe il numero dei fallimenti di imprese edili e di servizi a causa delle contrazioni delle compravendite.</p><p> </p><p>Vi sarebbe un innalzamento della tensione sociale nel paese tra le forze politiche e i cittadini incapaci di comprendere le ragioni di questa accelerazione della crisi.</p><p> </p><p>Non verrebbe comunque meno il sistema di tassazioni messo in piedi dal governo Monti sulla casa perché solo un altro governo potrebbe mettervi mano ed eventualmente apportarvi correzioni.</p><p> </p><p>La caduta di Monti aprirebbe una crisi tra le forze politiche che, di fatto, bloccherebbe il paese per mesi e mesi tra veti e divieti reciproci.</p><p> </p><p>Altri capitali fuggirebbero dall’Italia attraverso canali di ogni tipo, depauperando le già esigue risorse che potrebbero entrare nel sistema finanziario del paese.</p><p> </p><p>La borsa e quindi i titoli del mattone subirebbero un ulteriore crollo che le riporterebbe sotto i minimi storici (con ulteriore erosione per i possessori di quote azionarie).</p><p></p><p><strong>Per la comunità immobiliare la caduta dell’attuale governo sarebbe una jattura di proporzioni inimmaginabili. Se c’è anche un solo imprenditore o mananger che la pensa diversamente alzi la mano. Sono sicuro che starebbero tutte abbassate!</strong></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Bagudi, post: 262142, member: 3943"] [SIZE=4][B]Vi propongo un editoriale di Pelliccioli che condivido al mille per mille, ma tanto a Berlusconi che gliene importa del paese ?[/B][/SIZE] [SIZE=4][B] [/B][/SIZE] [SIZE=4][B]Crisi di governo e real estate[/B][/SIZE] [I]L'Editoriale di Guglielmo Pelliccioli[/I] [I][/I] La situazione è grave ma non è seria. Frase vecchiotta, pronunciata dallo scrittore Ennio Flaiano almeno 40 anni fa, ma del tutto attuale. Ci riferiamo ovviamente all'attuale situazione politica con la concreta possibilità che finisca il governo Monti. Non intendiamo ripetere i mille ragionamenti e le elucubrazioni che in queste ora stanno facendo un po’ tutti: partiti, istituzioni, giornali, associazioni, semplici cittadini. [B]Limitiamo lo sguardo al settore immobiliare. Cosa succederebbe se cadesse l’esecutivo all’industria del real estate? Visto il momento di estrema debolezza, verrebbe spontaneo rispondere: “niente, tanto peggio di così!”.[/B] [B] In realtà peggio di così si può.[/B] Un’eventuale caduta del governo Monti, non legata ad una consultazione elettorale ma ad una crisi al buio, determinerebbe un immediato irrigidimento delle posizioni sull’Italia degli investitori stranieri proprio nel momento in cui cominciavano ad affacciarsi all’Italia (chiedere a Claudio Albertini di Igd Siiq). Ci sarebbe una rapida risalita dello spread con conseguente aumento del costo del denaro e ulteriore rarefazione del credito. Subirebbe una battuta d’arresto il processo di dismissioni del patrimonio pubblico in termini di un rinvio almeno di sei mesi di tutto l’iter procedurale. Analogamente si fermerebbe il Piano delle Città con i 450 e oltre progetti presentati dai comuni per il finanziamento della Cdp (così come subirebbe uno stop l’allargamento del fondo di dotazione da 200 milioni a 2 miliardi di euro). [B]Vi sarebbe un ulteriore crollo delle compravendite delle case[/B], dovuto da un lato al crollo della fiducia nel futuro dei risparmiatori mentre, dall’altro, diverrebbero ancora più restrittive le condizioni delle banche per erogare i mutui. Aumenterebbe il numero dei fallimenti di imprese edili e di servizi a causa delle contrazioni delle compravendite. Vi sarebbe un innalzamento della tensione sociale nel paese tra le forze politiche e i cittadini incapaci di comprendere le ragioni di questa accelerazione della crisi. Non verrebbe comunque meno il sistema di tassazioni messo in piedi dal governo Monti sulla casa perché solo un altro governo potrebbe mettervi mano ed eventualmente apportarvi correzioni. La caduta di Monti aprirebbe una crisi tra le forze politiche che, di fatto, bloccherebbe il paese per mesi e mesi tra veti e divieti reciproci. Altri capitali fuggirebbero dall’Italia attraverso canali di ogni tipo, depauperando le già esigue risorse che potrebbero entrare nel sistema finanziario del paese. La borsa e quindi i titoli del mattone subirebbero un ulteriore crollo che le riporterebbe sotto i minimi storici (con ulteriore erosione per i possessori di quote azionarie). [B]Per la comunità immobiliare la caduta dell’attuale governo sarebbe una jattura di proporzioni inimmaginabili. Se c’è anche un solo imprenditore o mananger che la pensa diversamente alzi la mano. Sono sicuro che starebbero tutte abbassate![/B] [/QUOTE]
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