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<blockquote data-quote="gcaval" data-source="post: 173655" data-attributes="member: 14014"><p>E' solo una trovata per aggirare il codice civile, in primis, e la famosa sentenza della Cassazione, poi: è un contratto che rimanda ad altro contratto, è un modo per raggirare gli obblighi contrattuali (ma solo in parte, e senza una regola). Ma poi, quale sarebbe il senso di questa procedura o il vantaggio?</p><p></p><p>Vorrei capirlo una volta per tutte. Tanto l'acquirente quanto il proprietario vogliono avere restituita la "cauzione" + il doppio, a titolo di risarcimento. Cosa cambia rispetto ad una caparra, allora?</p><p>Se il problema fosse quello degli obblighi e dei danni (possibilità ad esempio di procedere con una esecuzione specifica affinché la parte non adempiente rispetti gli obblighi), il codice civile prevede la caparra penitenziale, per cui si perde solo la caparra e non si è vincolati ad altri risarcimenti (salvo frode o altro tipo di danni, ma questo prescinde dal contratto). </p><p></p><p>Una volta per tutte, chi propone metodi alternativi (assolutamente inutili), può cortesemente spiegare quali sarebbero i vantaggi? </p><p></p><p>Lo ripeto fino alla nausea: la sentenza della Cassazione non stravolge niente del codice civile, ma riporta ordine in quella che era diventata una prassi assurda in cui gli AI maturavano la provvigione subito (e giustamente, in quanto il contratto era concluso), ma le parti restavano, in caso di non accordo, ancora a discutere sulle clausole, con la seria possibilità di mandare tutto all'aria. </p><p></p><p>Un contratto fatto bene tutela tutti. I controlli vanno fatti prima, e al limite, possono inserirsi delle clausole sospensive ben strutturate a tutela della parte più a rischio.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="gcaval, post: 173655, member: 14014"] E' solo una trovata per aggirare il codice civile, in primis, e la famosa sentenza della Cassazione, poi: è un contratto che rimanda ad altro contratto, è un modo per raggirare gli obblighi contrattuali (ma solo in parte, e senza una regola). Ma poi, quale sarebbe il senso di questa procedura o il vantaggio? Vorrei capirlo una volta per tutte. Tanto l'acquirente quanto il proprietario vogliono avere restituita la "cauzione" + il doppio, a titolo di risarcimento. Cosa cambia rispetto ad una caparra, allora? Se il problema fosse quello degli obblighi e dei danni (possibilità ad esempio di procedere con una esecuzione specifica affinché la parte non adempiente rispetti gli obblighi), il codice civile prevede la caparra penitenziale, per cui si perde solo la caparra e non si è vincolati ad altri risarcimenti (salvo frode o altro tipo di danni, ma questo prescinde dal contratto). Una volta per tutte, chi propone metodi alternativi (assolutamente inutili), può cortesemente spiegare quali sarebbero i vantaggi? Lo ripeto fino alla nausea: la sentenza della Cassazione non stravolge niente del codice civile, ma riporta ordine in quella che era diventata una prassi assurda in cui gli AI maturavano la provvigione subito (e giustamente, in quanto il contratto era concluso), ma le parti restavano, in caso di non accordo, ancora a discutere sulle clausole, con la seria possibilità di mandare tutto all'aria. Un contratto fatto bene tutela tutti. I controlli vanno fatti prima, e al limite, possono inserirsi delle clausole sospensive ben strutturate a tutela della parte più a rischio. [/QUOTE]
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