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Quattro domande a Tentorio su urbanistica e nuovo Pgt di Bergamo
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<blockquote data-quote="giuliano olivati" data-source="post: 11545" data-attributes="member: 447"><p>Il mutamento dell’assetto politico del Comune di Bergamo uscito dalle urne ripropone con forza la questione urbanistica, vero cavallo di battaglia della campagna elettorale. </p><p></p><p>Mai come in questa competizione, infatti, si sono fronteggiate idee di città caratterizzate da un diverso approccio al Pgt, il Piano di governo del territorio che ridisegnerà il volto della Bergamo che vogliamo. Nel nostro incontro con l’assessore all’urbanistica Valter Grossi, e nel forum con i candidati al consiglio comunale organizzato dall’ Osservatorio Fiaip Bergamo, abbiamo illustrato agli schieramenti politici in lizza il nostro “Commento al Pgt e alla situazione urbanistica della città di Bergamo”. </p><p></p><p>Due i punti fermi. No ai “ragazzi della Via Gluck” e ai nostalgici di una favoleggiata Bergamo bucolica e da cartolina: sappiamo che lo sviluppo del capoluogo passa per l’orditura della sua trama urbanistica, e che (come si diceva nel Medioevo) “l’aria della città rende liberi”. Ma no anche alle “mani sulla città” della cementificazione indiscriminata, improntata ad un’idea acritica di crescita verso “splendide sorti e progressive”, dove a milioni di nuovi metri cubi dovrebbero corrispondere decine di migliaia di nuovi abitanti inurbati, che con la loro presenza e pagando le tasse dovrebbero rendere Bergamo più bella e vivibile. </p><p></p><p>A questa ingenua equazione edilizio – demografica abbiamo opposto quattro domande, alle quali non è stata data una risposta chiara dall’amministrazione uscente. </p><p></p><p>Le riproponiamo quindi al nuovo sindaco Tentorio e alla sua squadra:</p><p></p><p>1) Volete voi una Bergamo da 150 mila abitanti, con un impegno della mano pubblica ad una massiccia infrastrutturazione della città, o concepite un capoluogo che si ferma a 120 mila abitanti, con un’ottimizzazione dei servizi e degli standard qualitativi? </p><p>2) Volete voi un sistematico “riempimento residenziale” dei volumi delle fabbriche dismesse nella corona del centro di Bergamo, o siete orientati a destinare a parco pubblico una porzione di ognuno dei nuovi piani di intervento, salvaguardando il rapporto tra area verde ed edificato? </p><p>3) Volete voi una rigorosa salvaguardia dell’identità storica, estetica, edilizia e urbanistica di Bergamo, con particolare riferimento alla preservazione del suo centro storico e di Città Alta, e della fruizione paesistica delle sue vedute da Bergamo bassa, o concepite la città storica come un territorio disponibile a rimaneggiamenti, addizioni e mutamenti? </p><p>4) Volete voi una massiccia edificazione in edilizia residenziale convenzionata, in modo da pilotare e manipolare il 40% del fabbisogno abitativo dei prossimi 10 anni (come predicato dall’ex assessore alle politiche della casa Francesco Macario), o preferite lasciar fare alle dinamiche di mercato e alla sua “mano invisibile” che riequilibra fisiologicamente le istanze ad esso sottese? </p><p></p><p>Dalla risposta, chiara e inequivocabile, a queste semplici e fondamentali domande emergerà il nuovo Pgt, cioè il volto della Bergamo futura, nella consapevolezza che scegliere sia inevitabile, e la non-scelta sarebbe a sua volta una decisione. Ma la peggiore delle decisioni.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="giuliano olivati, post: 11545, member: 447"] Il mutamento dell’assetto politico del Comune di Bergamo uscito dalle urne ripropone con forza la questione urbanistica, vero cavallo di battaglia della campagna elettorale. Mai come in questa competizione, infatti, si sono fronteggiate idee di città caratterizzate da un diverso approccio al Pgt, il Piano di governo del territorio che ridisegnerà il volto della Bergamo che vogliamo. Nel nostro incontro con l’assessore all’urbanistica Valter Grossi, e nel forum con i candidati al consiglio comunale organizzato dall’ Osservatorio Fiaip Bergamo, abbiamo illustrato agli schieramenti politici in lizza il nostro “Commento al Pgt e alla situazione urbanistica della città di Bergamo”. Due i punti fermi. No ai “ragazzi della Via Gluck” e ai nostalgici di una favoleggiata Bergamo bucolica e da cartolina: sappiamo che lo sviluppo del capoluogo passa per l’orditura della sua trama urbanistica, e che (come si diceva nel Medioevo) “l’aria della città rende liberi”. Ma no anche alle “mani sulla città” della cementificazione indiscriminata, improntata ad un’idea acritica di crescita verso “splendide sorti e progressive”, dove a milioni di nuovi metri cubi dovrebbero corrispondere decine di migliaia di nuovi abitanti inurbati, che con la loro presenza e pagando le tasse dovrebbero rendere Bergamo più bella e vivibile. A questa ingenua equazione edilizio – demografica abbiamo opposto quattro domande, alle quali non è stata data una risposta chiara dall’amministrazione uscente. Le riproponiamo quindi al nuovo sindaco Tentorio e alla sua squadra: 1) Volete voi una Bergamo da 150 mila abitanti, con un impegno della mano pubblica ad una massiccia infrastrutturazione della città, o concepite un capoluogo che si ferma a 120 mila abitanti, con un’ottimizzazione dei servizi e degli standard qualitativi? 2) Volete voi un sistematico “riempimento residenziale” dei volumi delle fabbriche dismesse nella corona del centro di Bergamo, o siete orientati a destinare a parco pubblico una porzione di ognuno dei nuovi piani di intervento, salvaguardando il rapporto tra area verde ed edificato? 3) Volete voi una rigorosa salvaguardia dell’identità storica, estetica, edilizia e urbanistica di Bergamo, con particolare riferimento alla preservazione del suo centro storico e di Città Alta, e della fruizione paesistica delle sue vedute da Bergamo bassa, o concepite la città storica come un territorio disponibile a rimaneggiamenti, addizioni e mutamenti? 4) Volete voi una massiccia edificazione in edilizia residenziale convenzionata, in modo da pilotare e manipolare il 40% del fabbisogno abitativo dei prossimi 10 anni (come predicato dall’ex assessore alle politiche della casa Francesco Macario), o preferite lasciar fare alle dinamiche di mercato e alla sua “mano invisibile” che riequilibra fisiologicamente le istanze ad esso sottese? Dalla risposta, chiara e inequivocabile, a queste semplici e fondamentali domande emergerà il nuovo Pgt, cioè il volto della Bergamo futura, nella consapevolezza che scegliere sia inevitabile, e la non-scelta sarebbe a sua volta una decisione. Ma la peggiore delle decisioni. [/QUOTE]
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