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<blockquote data-quote="francesca63" data-source="post: 557412" data-attributes="member: 72232"><p>Fermo restando che l'agenzia ha diritto al pagamento delle provvigioni da entrambe le parti,c'è il problema dell'assegno ,della sua definizione nel contratto (acconto o caparra,che non conosciamo) e della sua mancata dazione.</p><p></p><p>Una somma diventa caparra se viene definita tale ,e se viene consegnata al promittente venditore. Se la definisci caparra,ma poi ti accordi perché non sia consegnata,ti dai la zappa sui piedi,poiché non puoi chiedere il doppio di una somma che non è mai diventata caparra perché mai consegnata.</p><p>C'è una responsabilità dell'agenzia per non aver consegnato un assegno,se era definito "caparra"? </p><p>Secondo me almeno eticamente si,per non avere informato delle conseguenze della mancata dazione dell'assegno.</p><p></p><p></p><p>Se l'assegno era definito"acconto" deve solo essere restituito,ma l'acquirente può chiedere i danni al venditore (in primis la somma necessaria per pagare la provvigione).</p><p>Purtroppo,se il venditore non è d'accordo e non rifonde spontaneamente,è necessaria una causa.</p><p></p><p>Ultima osservazione:Una comunicazione via mail (se non è PEC),vale come aria fritta. (o al massimo come segnale che c'è un problema).</p><p>Il venditore deve fare passi formalmente corretti,se vuole "rinunciare " alla vendita.</p><p>Invita l'agenzia a fare chiarezza,poiché tuo fratello ha diritto a ricevere con la forma necessaria qualsiasi comunicazione riguardo al rapporto contrattuale.</p><p></p><p>Quanto accaduto è la conferma che i contratti scritti bene (e spiegati bene) servono soprattutto quando insorgono problemi.</p><p>Quando tutto va liscio anche un pessimo contratto è sufficiente.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="francesca63, post: 557412, member: 72232"] Fermo restando che l'agenzia ha diritto al pagamento delle provvigioni da entrambe le parti,c'è il problema dell'assegno ,della sua definizione nel contratto (acconto o caparra,che non conosciamo) e della sua mancata dazione. Una somma diventa caparra se viene definita tale ,e se viene consegnata al promittente venditore. Se la definisci caparra,ma poi ti accordi perché non sia consegnata,ti dai la zappa sui piedi,poiché non puoi chiedere il doppio di una somma che non è mai diventata caparra perché mai consegnata. C'è una responsabilità dell'agenzia per non aver consegnato un assegno,se era definito "caparra"? Secondo me almeno eticamente si,per non avere informato delle conseguenze della mancata dazione dell'assegno. Se l'assegno era definito"acconto" deve solo essere restituito,ma l'acquirente può chiedere i danni al venditore (in primis la somma necessaria per pagare la provvigione). Purtroppo,se il venditore non è d'accordo e non rifonde spontaneamente,è necessaria una causa. Ultima osservazione:Una comunicazione via mail (se non è PEC),vale come aria fritta. (o al massimo come segnale che c'è un problema). Il venditore deve fare passi formalmente corretti,se vuole "rinunciare " alla vendita. Invita l'agenzia a fare chiarezza,poiché tuo fratello ha diritto a ricevere con la forma necessaria qualsiasi comunicazione riguardo al rapporto contrattuale. Quanto accaduto è la conferma che i contratti scritti bene (e spiegati bene) servono soprattutto quando insorgono problemi. Quando tutto va liscio anche un pessimo contratto è sufficiente. [/QUOTE]
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