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<blockquote data-quote="GiuliaRos" data-source="post: 720134" data-attributes="member: 83859"><p>Non è questione di essere o non essere in grado. Conosco le mie capacità. Ritengo che in una discussione bisogna, però avere basi solide per "vincere" e fino ad ora non è venuto fuori se, di legge, è così o non è così. Solo così si può rendere una considerazione oggettiva, senza possibilità di replica. </p><p>Per essere più precisi: Nonostante l'accordo verbale intercorso durante il preliminare notarile, al momento il venditore si rifiuta di fare un accordo scritto in cui affermava ciò, perché ora è convinto della sua posizione, ossia che a lui spetti l'intero canone e che lui renderà la parte restante dopo il rogito all'acquirente. L'inquilino, però in buona fede, sarebbe disposto ad integrare il canone al venditore, in caso la data del rogito sia posticipata rispetto a quella attualmente ipotizzata. </p><p>Vorrei capire con concretezza legislativa se l'inquilino è tenuto a versare l'intero canone (se la legge ha regolato questo in questa precisa situazione) al venditore, nonostante il buon senso (che purtroppo è soggettivo) sarebbe pagare la proporzione all'uno o all'altro a seconda di dove caschi nel mese la data del rogito, oppure no. </p><p></p><p>Spero di essere stata quanto più chiara possibile, il mio vuole essere un confronto costruttivo per trovare la migliore soluzione possibile per tutte le parti. </p><p></p><p>Mettiamo inoltre in ballo un'ulteriore ipotesi: Se (malauguratamente) l'inquilino avesse già versato l'intero canone al venditore e poi dopo il rogito il venditore non avesse - come buon uso vuole - versato la parte spettante all'acquirente e l'acquirente avesse chiesto la suddetta parte all'inquilino, quest'ultimo sarebbe tutelato dal dover pagare doppiamente quella parte oppure no?</p><p></p><p>Grazie</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="GiuliaRos, post: 720134, member: 83859"] Non è questione di essere o non essere in grado. Conosco le mie capacità. Ritengo che in una discussione bisogna, però avere basi solide per "vincere" e fino ad ora non è venuto fuori se, di legge, è così o non è così. Solo così si può rendere una considerazione oggettiva, senza possibilità di replica. Per essere più precisi: Nonostante l'accordo verbale intercorso durante il preliminare notarile, al momento il venditore si rifiuta di fare un accordo scritto in cui affermava ciò, perché ora è convinto della sua posizione, ossia che a lui spetti l'intero canone e che lui renderà la parte restante dopo il rogito all'acquirente. L'inquilino, però in buona fede, sarebbe disposto ad integrare il canone al venditore, in caso la data del rogito sia posticipata rispetto a quella attualmente ipotizzata. Vorrei capire con concretezza legislativa se l'inquilino è tenuto a versare l'intero canone (se la legge ha regolato questo in questa precisa situazione) al venditore, nonostante il buon senso (che purtroppo è soggettivo) sarebbe pagare la proporzione all'uno o all'altro a seconda di dove caschi nel mese la data del rogito, oppure no. Spero di essere stata quanto più chiara possibile, il mio vuole essere un confronto costruttivo per trovare la migliore soluzione possibile per tutte le parti. Mettiamo inoltre in ballo un'ulteriore ipotesi: Se (malauguratamente) l'inquilino avesse già versato l'intero canone al venditore e poi dopo il rogito il venditore non avesse - come buon uso vuole - versato la parte spettante all'acquirente e l'acquirente avesse chiesto la suddetta parte all'inquilino, quest'ultimo sarebbe tutelato dal dover pagare doppiamente quella parte oppure no? Grazie [/QUOTE]
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