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<blockquote data-quote="rosario invincibile" data-source="post: 281992" data-attributes="member: 50880"><p>Anch'io ho lo stesso problema. Sembrerebbe a prima vista facile la ripartizione in parti uguali fra quanti sono i componenti soci o ritenuti tali. Ma non è cosi.</p><p>Partiamo da ditta individuale e collobaratori di fatto. Se sei l'unico responsabile di agenzia con patentino, iscritto alla CCIAA, all'INPS, con tanto di partita IVA, sappi che devi contribuire a prescindere dal reddito conseguito alle spese fisse che si aggirano intorno a 3-4000€, di cui la parte del leone lo fa l'Inps con i suoi €3000 di contributi previdenziali da versare.</p><p>Ora facciamo un esempio: introiti delle provvigioni con fattura.</p><p>Anche se i tuoi collaboratori contribuiscono in maniera determinante alla conclusione dell'affare di cui tu dovresti ratificare con la tua presenza ammesso che ci sia, dovresti togliere dal ricavato l'IVA, l'aliquota IRPEF e solo allora si potrebbe dividere con i soci che hanno intervenuto nell'affare. Ma qui ci perdiamo nell'attribuire le percentuali ai soci perchè dobbiamo vedere se esiste un ufficio, chi ci lavora, se il cliente è venuto spontaneo (compratore e venditore) se invece lo ha portato il collaboratore o il titolare, se i collaboratori partecipano agli utili e ne condividono le spese. Ma come si fa a gestire una società cosi di fatto alla stessa stregua di una società di persone o di capitali?</p><p>Qui quello che rischia è il titolare e per questo motivo che si deve riconoscere almeno il 50% delle provvigioni anche se non interviene alla conclusione dell'affare.</p><p>Fare tutto in nero? Altamente rischioso per il titolare , è passibile di denuncia,litigi ecc. qui dividere in 2 o in 3 o 4 è facile, ma se ti beccano?</p><p>Fare una società(sas o srl) è la soluzione migliore, perchè tutto viene formalizzato nell'atto costitutivo e statuto con una differenza: che nella sas il responsabile è il socio accomandatario con patentino con il suo patrimonio personale, mentre gli accomandanti rispondono con il capitale conferito. Le percentuali se gli accomandanti ci mettono il 99% di capitale e l'accomandatario l'1%, gli utili da riconoscere all'accomandatario non è in funzione al capitale conferito ma alla sua responsabilità di socio e che direi non meno del 25% anche se non fa un ****o. Per la srl, l'amministratore unico deve avere i patentino. Ora se tutti i sono hanno il patentino si può fare una equa ripartizione, ma sempre si deve tenere occhio a chi porta il cliente venditore, compratore, clienti di flusso spontaneo (se si presenta in agenzia, da internet, da lettura sui cartelli vendesi ecc..). Il mio suggerimento quando c'è una società è di considerare a priori la struttura societaria come un socio per cui se siamo 2 io faccio 2+1=3 alla società darò il 33% per le spese poi a fine anno se ci sono utili si divide tra i soci. Il resto 66% da dividere non in parti uguali ma in ragione come detto sopra. Insomma è complesa la cosa, bisogna dare delle incentivazioni ai soci che vi lavorano e meno a chi se ne sta a casa. Io la penso cosi. Saluti.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="rosario invincibile, post: 281992, member: 50880"] Anch'io ho lo stesso problema. Sembrerebbe a prima vista facile la ripartizione in parti uguali fra quanti sono i componenti soci o ritenuti tali. Ma non è cosi. Partiamo da ditta individuale e collobaratori di fatto. Se sei l'unico responsabile di agenzia con patentino, iscritto alla CCIAA, all'INPS, con tanto di partita IVA, sappi che devi contribuire a prescindere dal reddito conseguito alle spese fisse che si aggirano intorno a 3-4000€, di cui la parte del leone lo fa l'Inps con i suoi €3000 di contributi previdenziali da versare. Ora facciamo un esempio: introiti delle provvigioni con fattura. Anche se i tuoi collaboratori contribuiscono in maniera determinante alla conclusione dell'affare di cui tu dovresti ratificare con la tua presenza ammesso che ci sia, dovresti togliere dal ricavato l'IVA, l'aliquota IRPEF e solo allora si potrebbe dividere con i soci che hanno intervenuto nell'affare. Ma qui ci perdiamo nell'attribuire le percentuali ai soci perchè dobbiamo vedere se esiste un ufficio, chi ci lavora, se il cliente è venuto spontaneo (compratore e venditore) se invece lo ha portato il collaboratore o il titolare, se i collaboratori partecipano agli utili e ne condividono le spese. Ma come si fa a gestire una società cosi di fatto alla stessa stregua di una società di persone o di capitali? Qui quello che rischia è il titolare e per questo motivo che si deve riconoscere almeno il 50% delle provvigioni anche se non interviene alla conclusione dell'affare. Fare tutto in nero? Altamente rischioso per il titolare , è passibile di denuncia,litigi ecc. qui dividere in 2 o in 3 o 4 è facile, ma se ti beccano? Fare una società(sas o srl) è la soluzione migliore, perchè tutto viene formalizzato nell'atto costitutivo e statuto con una differenza: che nella sas il responsabile è il socio accomandatario con patentino con il suo patrimonio personale, mentre gli accomandanti rispondono con il capitale conferito. Le percentuali se gli accomandanti ci mettono il 99% di capitale e l'accomandatario l'1%, gli utili da riconoscere all'accomandatario non è in funzione al capitale conferito ma alla sua responsabilità di socio e che direi non meno del 25% anche se non fa un ****o. Per la srl, l'amministratore unico deve avere i patentino. Ora se tutti i sono hanno il patentino si può fare una equa ripartizione, ma sempre si deve tenere occhio a chi porta il cliente venditore, compratore, clienti di flusso spontaneo (se si presenta in agenzia, da internet, da lettura sui cartelli vendesi ecc..). Il mio suggerimento quando c'è una società è di considerare a priori la struttura societaria come un socio per cui se siamo 2 io faccio 2+1=3 alla società darò il 33% per le spese poi a fine anno se ci sono utili si divide tra i soci. Il resto 66% da dividere non in parti uguali ma in ragione come detto sopra. Insomma è complesa la cosa, bisogna dare delle incentivazioni ai soci che vi lavorano e meno a chi se ne sta a casa. Io la penso cosi. Saluti. [/QUOTE]
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