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<blockquote data-quote="Graf" data-source="post: 322072" data-attributes="member: 9824"><p>Bagudi, mi viene la voglia di dare la stura a quei meravigliosi ricordi ormai geloso patrimonio comune di un paio di generazione di italiani...</p><p><img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/clap.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":applauso:" title="Applauso :applauso:" data-shortname=":applauso:" /><img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/symbols/heartbeat.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":amore:" title="Love :amore:" data-shortname=":amore:" /> <img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/symbols/heartbeat.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":amore:" title="Love :amore:" data-shortname=":amore:" /> <img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/nature/blossom.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":fiore:" title="Fiore :fiore:" data-shortname=":fiore:" /> <img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/nature/blossom.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":fiore:" title="Fiore :fiore:" data-shortname=":fiore:" /> <img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/clap.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":applauso:" title="Applauso :applauso:" data-shortname=":applauso:" /></p><p> </p><p>In quella tardissima primavera del 1970 avevo dieci anni ma il calcio già lo seguivo con il tipico entusiasmo infantile.</p><p>Tifavo e tifo Milan. Allora, il mio idolo di bambino era il portiere Fabio Cudicini detto il "ragno nero" e non Rivera come succedeva a quasi tutti i miei amichetti d'allora.</p><p>Vivevamo nella verde e ferace campagna d'Abruzzo, nella grande e massiccia masseria appartenuta al trisavolo, posta a 18 km da Lanciano. Spendevamo gli ultimi scampoli della famiglia patriarcale. Viveva ancora mia bisnonna novantenne ed eravamo in 17 ad abitare quella vasta fattoria.(Oggi sarebbe una fatto inconcepibile). Il mio nonno materno, apicultore espertissimo, aveva, da pochi giorni, finito di "smielare". Tutti i "vecchi" si preparavano ai faticosissimi giorni della mietitura del grano. Mia madre e mio padre, al solito, si accingevano a presiedere gli esami di maturità.</p><p>Ebbi il permesso da parte di mamma di poter rimanere in piedi per vedere la partita Italia - Germania anche se cascavo letteralmente dal sonno. La partita, infatti, iniziava a mezzanotte per la questione dei fusi orari.</p><p>Ricordo che, in quei giorni di metà giugno, mi attardavo, accanto al pozzo, a studiare fino ad assaporare il fresco della sera perché stavo dando gli esami di quinta elementare.</p><p>Dopo il primo gol di Boninsegna all'8° minuto, non ce la feci più a restare con gli occhi aperti e mi addormentai davanti alla TV per tutto il primo tempo. (Beata gioventù: allora non soffrivo d'insonnia...).</p><p>Ma all'inizio del secondo tempo, la situazione era diventata talmente elettrica che mi passò, come per un incantesimo, il sonno. L'ambiente si era surriscaldato; mia nonna Filomena si alzò dal letto perchè preoccupata di tutte quelle grida; credeva fosse successo qualcosa di grave. Al gol, veramente inaspettato, del terzino Burgnich, un giocatore che, finora, non aveva mai tirato in porta.... mio padre, che era interista, ruppe una bottiglia di vetro piena d'acqua in seguito ad un incontrollato gesto di entusiasmo....</p><p>Inutile proseguire, la fine vittoriosa è ben nota....</p><p>Avemmo il privilegio di assistere alla partita del secolo. Anche se, allora, non lo sospettavamo per niente.</p><p>Quel trionfo sportivo, forse, fu l'ultimo sogno di felicità e di unità, inneggiando ai nomi dei beneamati azzurri, di una Nazione che stava <span style="font-size: 13px">scivolando,</span><span style="font-size: 13px"> lentamente ma inesorabilmente, verso il grigio color piombo di una "guerra terroristica" non dichiarata ma sanguinosamente combattuta per tutto il decennio dei settanta....</span></p><p>Con quella mitica partita finì il tempo delle more e nulla fu più come quella notte di tarda primavera che ricordo ancora rinfrescata da uno stupore candido e da una gioia ingenua....</p><p><img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/slight_smile.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":)" title="Lieve sorriso :)" data-shortname=":)" /><img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/slight_smile.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":)" title="Lieve sorriso :)" data-shortname=":)" /></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Graf, post: 322072, member: 9824"] Bagudi, mi viene la voglia di dare la stura a quei meravigliosi ricordi ormai geloso patrimonio comune di un paio di generazione di italiani... :applauso::amore: :amore: :fiore: :fiore: :applauso: In quella tardissima primavera del 1970 avevo dieci anni ma il calcio già lo seguivo con il tipico entusiasmo infantile. Tifavo e tifo Milan. Allora, il mio idolo di bambino era il portiere Fabio Cudicini detto il "ragno nero" e non Rivera come succedeva a quasi tutti i miei amichetti d'allora. Vivevamo nella verde e ferace campagna d'Abruzzo, nella grande e massiccia masseria appartenuta al trisavolo, posta a 18 km da Lanciano. Spendevamo gli ultimi scampoli della famiglia patriarcale. Viveva ancora mia bisnonna novantenne ed eravamo in 17 ad abitare quella vasta fattoria.(Oggi sarebbe una fatto inconcepibile). Il mio nonno materno, apicultore espertissimo, aveva, da pochi giorni, finito di "smielare". Tutti i "vecchi" si preparavano ai faticosissimi giorni della mietitura del grano. Mia madre e mio padre, al solito, si accingevano a presiedere gli esami di maturità. Ebbi il permesso da parte di mamma di poter rimanere in piedi per vedere la partita Italia - Germania anche se cascavo letteralmente dal sonno. La partita, infatti, iniziava a mezzanotte per la questione dei fusi orari. Ricordo che, in quei giorni di metà giugno, mi attardavo, accanto al pozzo, a studiare fino ad assaporare il fresco della sera perché stavo dando gli esami di quinta elementare. Dopo il primo gol di Boninsegna all'8° minuto, non ce la feci più a restare con gli occhi aperti e mi addormentai davanti alla TV per tutto il primo tempo. (Beata gioventù: allora non soffrivo d'insonnia...). Ma all'inizio del secondo tempo, la situazione era diventata talmente elettrica che mi passò, come per un incantesimo, il sonno. L'ambiente si era surriscaldato; mia nonna Filomena si alzò dal letto perchè preoccupata di tutte quelle grida; credeva fosse successo qualcosa di grave. Al gol, veramente inaspettato, del terzino Burgnich, un giocatore che, finora, non aveva mai tirato in porta.... mio padre, che era interista, ruppe una bottiglia di vetro piena d'acqua in seguito ad un incontrollato gesto di entusiasmo.... Inutile proseguire, la fine vittoriosa è ben nota.... Avemmo il privilegio di assistere alla partita del secolo. Anche se, allora, non lo sospettavamo per niente. Quel trionfo sportivo, forse, fu l'ultimo sogno di felicità e di unità, inneggiando ai nomi dei beneamati azzurri, di una Nazione che stava [SIZE=13px]scivolando,[/SIZE][SIZE=13px] lentamente ma inesorabilmente, verso il grigio color piombo di una "guerra terroristica" non dichiarata ma sanguinosamente combattuta per tutto il decennio dei settanta....[/SIZE] Con quella mitica partita finì il tempo delle more e nulla fu più come quella notte di tarda primavera che ricordo ancora rinfrescata da uno stupore candido e da una gioia ingenua.... :):) [/QUOTE]
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