Buongiorno, vorrei condividere questo argomentio, ovvero il trasferimento di proprietà di un immobile su cui grava un'ipoteca volontaria, senza il consenso del creditore.
È il terzo atto di compravendita, tra quelli che mi capitano di analizzare ultimamente, avente la seguente caratteristica: trasferimento di un immobile (ipotecato) senza il consenso della banca, e tipicamente questa tipologia di atti avviene tra persone che si conoscono; ciò spiegherebbe il motivo di evitare che la banca possa dare il consenso sull'accollo del mutuo (potrebbe anche negarlo!), pertanto, in questi casi il venditore, dal mio punto di vista, rimarrebbe responsabile nei confronti della banca in caso di inadempienza da parte dell'acquirente (che si accolla il mutuo).
In questo caso viene trasferito l'immobile da società costruttrice a persona fisica, appunto senza il consenso del creditore (ho già scritto qualcosa del genere in altra discussione, anche se era un altro caso).
Normalmente, qualora un acquirente volesse accollarsi il mutuo del venditore, la banca fa i controlli del caso (analisi reddituale ecc. su chi si vorrebbe accollare il mutuo, e in caso di esito positivo, il venditore viene totalmente svincolato dall'obbligazione. La palla passa nelle mani di chi acquista, qualora questi ne abbia le capacità finanziarie, accertate e approvate dalla banca).
Invece in tal caso la banca non fa alcun tipo di controllo, perchè non viene interpellata per niente. Le parti vanno dal Notaio e trasferiscono la proprietà dell'immobile, senza chiamare la banca, indicando sull'atto che chi subentra si accolla il mutuo.
Sull'immobile grava un'ipoteca volontaria a favore della banca derivante da mutuo originario concesso alla società costruttrice, poi frazionato sui diversi immobili, tutti alienati.
Non ho visto gli altri atti di compravendita, ma solamente questo.
In questo caso l'acquirente (Tizio) è un parente dei costruttori-venditori, e sull'atto di acquisto c'è scritto che Tizio si sarebbe accollato il mutuo residuo (ovviamente la parte corrispondente alla rispettiva quota), pari a circa 110k, e che quella cifra corrisponde al prezzo dell'immobile. Dunque non vi è stato nessun movimento di denaro. Sull'atto è scritto che parte acquirente avrebbe inviato copia dell'atto stesso alla banca (cosa che penso sia stata fatta).
Fatto sta che Tizio non ha pagato il mutuo e la casa è stata pignorata.
Nel pignoramento vengono richieste tutte le somme all'attuale proprietario, Tizio (contro cui si agisce), e il titolo esecutivo sarebbe, secondo il creditore, questo atto di compravendita.
Verrebbe quindi espropriato l'immobile appartenente ora a Tizio (in virtù dell'ipoteca iscritta), ma in realtà il debitore nei confronti della banca non è Tizio, ma la società costruttrice, che però non è citata da nessuna parte! Tizio è un debitore diciamo "indiretto" a mio avviso: non vi è nessun contratto tra Tizio e la banca!
Non capisco perchè la società costruttrice non sia stata per niente interpellata!
La banca può chiamare in causa direttamente Tizio?
Non capisco perchè non sia stata fatta alcuna azione nei confronti della società che ha un'obbligazione nei confronti della banca (forse perchè magari non esiste più? Questo non l'ho controllato in realtà).
Cioè mi sarei aspettato l'espropriazione forzata del bene appartenente a Tizio in virtù dell'ipoteca e va bene, ma con l'indicazione che il debitore fosse la società costruttrice, e che il titolo esecutivo fosse il contratto di mutuo tra il costruttore e la banca.
O a limite mi sarei aspettato che comparisse, in qualche modo, sia il costruttore che l'attuale proprietario.
Spero di essere stato chiaro nella descrizione della questione.
Voi come la vedete? La banca può rifarsi su entrambe le parti?
Ringrazio anticipatamente chi risponderà e mi darà ulteriori spunti di riflessione.
È il terzo atto di compravendita, tra quelli che mi capitano di analizzare ultimamente, avente la seguente caratteristica: trasferimento di un immobile (ipotecato) senza il consenso della banca, e tipicamente questa tipologia di atti avviene tra persone che si conoscono; ciò spiegherebbe il motivo di evitare che la banca possa dare il consenso sull'accollo del mutuo (potrebbe anche negarlo!), pertanto, in questi casi il venditore, dal mio punto di vista, rimarrebbe responsabile nei confronti della banca in caso di inadempienza da parte dell'acquirente (che si accolla il mutuo).
In questo caso viene trasferito l'immobile da società costruttrice a persona fisica, appunto senza il consenso del creditore (ho già scritto qualcosa del genere in altra discussione, anche se era un altro caso).
Normalmente, qualora un acquirente volesse accollarsi il mutuo del venditore, la banca fa i controlli del caso (analisi reddituale ecc. su chi si vorrebbe accollare il mutuo, e in caso di esito positivo, il venditore viene totalmente svincolato dall'obbligazione. La palla passa nelle mani di chi acquista, qualora questi ne abbia le capacità finanziarie, accertate e approvate dalla banca).
Invece in tal caso la banca non fa alcun tipo di controllo, perchè non viene interpellata per niente. Le parti vanno dal Notaio e trasferiscono la proprietà dell'immobile, senza chiamare la banca, indicando sull'atto che chi subentra si accolla il mutuo.
Sull'immobile grava un'ipoteca volontaria a favore della banca derivante da mutuo originario concesso alla società costruttrice, poi frazionato sui diversi immobili, tutti alienati.
Non ho visto gli altri atti di compravendita, ma solamente questo.
In questo caso l'acquirente (Tizio) è un parente dei costruttori-venditori, e sull'atto di acquisto c'è scritto che Tizio si sarebbe accollato il mutuo residuo (ovviamente la parte corrispondente alla rispettiva quota), pari a circa 110k, e che quella cifra corrisponde al prezzo dell'immobile. Dunque non vi è stato nessun movimento di denaro. Sull'atto è scritto che parte acquirente avrebbe inviato copia dell'atto stesso alla banca (cosa che penso sia stata fatta).
Fatto sta che Tizio non ha pagato il mutuo e la casa è stata pignorata.
Nel pignoramento vengono richieste tutte le somme all'attuale proprietario, Tizio (contro cui si agisce), e il titolo esecutivo sarebbe, secondo il creditore, questo atto di compravendita.
Verrebbe quindi espropriato l'immobile appartenente ora a Tizio (in virtù dell'ipoteca iscritta), ma in realtà il debitore nei confronti della banca non è Tizio, ma la società costruttrice, che però non è citata da nessuna parte! Tizio è un debitore diciamo "indiretto" a mio avviso: non vi è nessun contratto tra Tizio e la banca!
Non capisco perchè la società costruttrice non sia stata per niente interpellata!
La banca può chiamare in causa direttamente Tizio?
Non capisco perchè non sia stata fatta alcuna azione nei confronti della società che ha un'obbligazione nei confronti della banca (forse perchè magari non esiste più? Questo non l'ho controllato in realtà).
Cioè mi sarei aspettato l'espropriazione forzata del bene appartenente a Tizio in virtù dell'ipoteca e va bene, ma con l'indicazione che il debitore fosse la società costruttrice, e che il titolo esecutivo fosse il contratto di mutuo tra il costruttore e la banca.
O a limite mi sarei aspettato che comparisse, in qualche modo, sia il costruttore che l'attuale proprietario.
Spero di essere stato chiaro nella descrizione della questione.
Voi come la vedete? La banca può rifarsi su entrambe le parti?
Ringrazio anticipatamente chi risponderà e mi darà ulteriori spunti di riflessione.