Buongiorno,
Di nuovo qui, in cerca di lumi... Mio marito sta vendendo immobile in comproprietà con mia cognata. Dopo innumerevoli peripezie, rogito fissato domani (17 aprile) - nb sulla proposta d'acquito l'impegno era di fissarlo entro il 30 aprile.
Ieri ci contatta agente immobiliare per dirci che dobbiamo fermare tutto. Dando occhiata alle carte (consegnate da noi circa 9 mesi fa), qualcuno si è accorto del seguente errore: l'anno scorso abbiamo fatto fare Cila per sanare alcuni lavori interni. Contestualmente, il geometra che si è occupato della Cila ci spiega che è necessario scorporare catastalmente la cantina dell'appartamento. Tutto fatto, tutto registrato. Le due unità hanno il loro subalterno, una accatastata come abitazione e l'altra come cantina.
Sembrava tutto a posto, ma ieri il notaio si è accorto di un "grave" errore: le planimetrie allegate all'istanza di scorporo, della quali una rappresenta l'appartamento e l'altra la cantina, recano entrambe la dicitura "Abitazione". Per il resto, tutto è corretto.
Per spiegarmi, sulla planimetria dell'appartamento, c'è scritto "Abitazione/ Scala C/ Piano Quinto"; sulla planimetria della cantina: "Abitazione/ Scala C/ Piano sottorraneo". Abbiamo contattato il geometra, ha ammesso la svista ed entro venerdi invierà richiesta rettifica al catasto.
Il problema è che al notaio non basta che gli facciamo avere riscontro dell'avvenuta richiesta di rettifica, vuole proprio vedere che la rettifica è stata recepita dal catasto, ovvero finché on line non è possibile acquisire la planimetria corretta, lui non si muove.
Capite il nostro stato d'animo, perché per quanto il geometra possa sbrigarsi, sui tempi del catasto (siamo a Roma...) siamo un po' preoccupati.
Ma, soprattutto, c'è questo interrogativo che mi frulla in testa: ma possibile che un errore veramente marginale e peraltro rimediabilissimo possa bloccare tutto? E' corretto che al notaio non basti che presentiamo l'istanza di rettifica?
Di nuovo qui, in cerca di lumi... Mio marito sta vendendo immobile in comproprietà con mia cognata. Dopo innumerevoli peripezie, rogito fissato domani (17 aprile) - nb sulla proposta d'acquito l'impegno era di fissarlo entro il 30 aprile.
Ieri ci contatta agente immobiliare per dirci che dobbiamo fermare tutto. Dando occhiata alle carte (consegnate da noi circa 9 mesi fa), qualcuno si è accorto del seguente errore: l'anno scorso abbiamo fatto fare Cila per sanare alcuni lavori interni. Contestualmente, il geometra che si è occupato della Cila ci spiega che è necessario scorporare catastalmente la cantina dell'appartamento. Tutto fatto, tutto registrato. Le due unità hanno il loro subalterno, una accatastata come abitazione e l'altra come cantina.
Sembrava tutto a posto, ma ieri il notaio si è accorto di un "grave" errore: le planimetrie allegate all'istanza di scorporo, della quali una rappresenta l'appartamento e l'altra la cantina, recano entrambe la dicitura "Abitazione". Per il resto, tutto è corretto.
Per spiegarmi, sulla planimetria dell'appartamento, c'è scritto "Abitazione/ Scala C/ Piano Quinto"; sulla planimetria della cantina: "Abitazione/ Scala C/ Piano sottorraneo". Abbiamo contattato il geometra, ha ammesso la svista ed entro venerdi invierà richiesta rettifica al catasto.
Il problema è che al notaio non basta che gli facciamo avere riscontro dell'avvenuta richiesta di rettifica, vuole proprio vedere che la rettifica è stata recepita dal catasto, ovvero finché on line non è possibile acquisire la planimetria corretta, lui non si muove.
Capite il nostro stato d'animo, perché per quanto il geometra possa sbrigarsi, sui tempi del catasto (siamo a Roma...) siamo un po' preoccupati.
Ma, soprattutto, c'è questo interrogativo che mi frulla in testa: ma possibile che un errore veramente marginale e peraltro rimediabilissimo possa bloccare tutto? E' corretto che al notaio non basti che presentiamo l'istanza di rettifica?